CHIERICI, Gaetano
Nipote del pittore Alfonso Chierici e del paletnologo Gaetano, nacque a Reggio Emilia il 1º luglio 1838 da Luigi e da Anna Catini. Frequentò dal 1853 al 1857 (Siliprandi, 1941) la scuola di disegno diretta da Prospero Minghetti presso la locale accademia; passò nel 1858 all'accademia di Bologna e, vinta nel 1859 una borsa di studio dell'istituto Ferrari-Bonini di Reggio, poté proseguire gli studi a Firenze. Risale ai primi tempi del soggiorno fiorentino (1859-66) il matrimonio con Maria Mazzieri, giovane modenese di origine contadina. Nel 1866 rientrò nella città natale dove dal 1882 ricoprì la carica di direttore della scuola di belle arti (trasformata poi in regia scuola di disegno e attualmente istituto d'arte) che mantenne fino al 1907, anno in cui si dimise per motivi di salute.
L'attività svolta dal C. durante i quindici anni di direzione della scuola è ampiamente documentata dal carteggio esistente presso l'archivio della scuola stessa (dallo stato di servizio compilato il 26 febbr. 1894 si deducono, oltre ai dati anagrafici essenziali, molte notizie relative alla sua carriera professionale e artistica).
Nel 1889 il C. costituì insieme con sei concittadini - il cap. Vincenzo Ferrari, il paletnologo e agricoltore Giovanni Bandieri, l'ingegnere A. Spallanzani, geologo e chimico, il nipote Goffredo Chierici, il latinista N. Campanini, e l'avvocato L. Frignani - la Società reggiana per l'Africa, con scopi di colonizzazione agricola in Eritrea. Il 23 dic. 1889, ottenuto un congedo di tre mesi dal suo incarico, partì con quattro soci, i primi dei sei sopra elencati, per impiantare il primo podere sperimentale nella zona di Cheren.
Molte speranze erano state riposte, per il finanziamento dell'impresa, nel deputato liberale di Reggio, U. Levi e nell'appoggio, in Parlamento, del fiorentino L. Franchetti, commissario per la valorizzazione agricola in Eritrea. Le cose si svolsero però diversamente: ad un primo atteggiamento favorevole del Crispi, pubblicizzato dalla stampa (La Riforma, 8 giugno 1890; L'Italia centrale, 10 giugno 1890), seguirono azioni concrete volte al boicottaggio dell'impresa: il taglio dei fondi, l'interesse ad avocare all'iniziativa governativa la colonizzazione della valle di Bab-Giangheren, di cui Cheren era il centro, resero vani gli sforzi condotti dal C., che nel frattempo era rientrato in Italia per proporre un più incisivo intervento di soccorso (la sfiducia ormai nella buona riuscita della spedizione emerge nella corrispondenza epistolare che il C. intrattiene con il Campanini, rimasto a Reggio, e con i familiari nel corso del 1890; delle lettere, molte delle quali ancora inedite, vedi quelle pubblicate da Quilici, 1939). Il 21 nov. 1890 infine il Bandieri moriva e con lui il sogno della Società reggiana.
Nel 1899 il C. divenne membro del Consiglio comunale di Reggio nella lista socialista; il 7 dic. 1900 fu eletto sindaco, carica che ricoprì fino al novembre 1902, con una breve interruzione di tre mesi nel corso del 1901. Durante questo periodo fu anche a capo dell'amministrazione del tempio della Ghiara. Dal 1907 una forma di paralisi progressiva lo porterà lentamente alla morte avvenuta a Reggio il 16 genn. 1920, nella sua casa di piazza Fontanesi.
L'attività, pittorica del C., svoltasi prevalentemente nell'ambito della pittura di genere, con una netta preferenza per scenette di vita quotidiana e di intimismo domestico, non si distacca per temi e composizioni dal convenzionalismo di certa "pittura della realtà" che ancora nel 1882 veniva gratificata di onori all'Esposizione di Vienna nell'opera di L. Busi Onomastico di Baby.
Un brano riportato da una lettera che lo stesso C. inviava a B. Gutierrez Diaz il 10 marzo 1889 caratterizza in modo chiaro la personalità dell'uomo e le finalità dell'artista: "Dica che nelle mie pitture non vi è l'ispirazione di altri concetti, che non vi sono le figure scialbe, rigide e malinconiche del simbolismo, che tanto meno vi è poi la bravura dell'artista pennellatore e macchiaiolo; dica pur anche che non vi sono sempre quelle giuste tonalità delle quali, sprezzando tutto il resto, va in affannosa ricerca il pittore improntista; ma dica altresì che se nelle mie pitture non vi è tutta questa grazia di Dio, vi è però, senza mendicar nulla da altre scuole o da altri artisti, la scrupolosa coscienza dello studio più attento ed appassionato del vero, mai disgiunto dall'affetto profondo della famiglia che le ispira ..." (Gutierrez Diaz, 1899).
Queste ultime parole sono comprovate dalla limpida ma soffocante messa a fuoco degli interni descritti dal C. in opere quali Il figlio del ciabattino (1873; Vercelli, Civico Museo Borgogna), o Giochi infantili (1898; ibidem), che si dilata nelle opere migliori a comprendere effetti immediati in una cornice più ampia: La maschera (1869; Milano, Brera) Il bagno (1871; proprietà M. Chierici, Reggio Emilia; bozzetto nella Gall. d'arte moderna di Milano).
"La scrupolosa coscienza dello studio più attento" ha poi una puntuale verifica nella tecnica esecutiva che si avvale di una meticolosa trama disegnativa su cui campire accortamente il colore. Alla produzione che gli ha valso l'appellativo di pittore dell'"infanzia ridente" (Somarè, 1938) il C. deve la celebrità anche in ambienti internazionali: Il bagno fu premiato nel 1873 alla Esposizione universale di Vienna (n. 102 del catal.; oggi proprietà di M. Medici, Reggio Emilia); per tre volte fu presente alle Esposizioni internazionali di Monaco: nel 1888 con Lieta sorpresa,La prima fumata,In cucina (nn. 779 a, b, c del catal.); nel 1889 con Intimità,Una catastrofe (nn. 166, 167 del catal.); nel 1900 con La pace domestica (n. 129 del catal.). Nel 1891 si segnalava con L'ospite non annunciato all'Esposizione internazionale di Berlino (n. 2822 del catalogo).
Pochi altri soggetti sollecitarono l'interesse del C. e sempre richiamano avvenimenti, luoghi e persone di cui ebbe personale esperienza. Così si spiegano il Sogno in morte della moglie (proprietà L. Chierici Marinello, Napoli) o Il missionario (proprietà Olga Magnavacchi Villani, Reggio Emilia). Reduce dalla spedizione in Africa (da una lettera autografa dell'8 ott. 1890 - in Quilici, 1939 - si ha notizia di un Ritratto del re per il comando ufficiali di Cheren), conduceva con tocco agile pochi paesaggi: Tramonto d'Africa,Notturno a Seganeti,Effetti di luna a Porto Said (coll.Bagnoli, Reggio Emilia). Diversi ritratti - Autoritratto,Ritratto di A. Levi,Ritratto della signora Minghetti Nobili (Reggio Emilia, Musei civici) - e le decorazioni ad affresco, con nature morte, animali e bimbi, di una sala del villino Levi in via Fontanelli e della sala da pranzo della propria casa in piazza Fontanesi concludono fedelmente agli interessi dichiarati l'opera dell'artista.
Opere del C., oltre che nei musei citati e in numerose collezioni private, si trovano nelle seguenti collezioni pubbliche: Brescia, Civica Pinacoteca Tosio Martinengo; Firenze, Galleria d'arte moderna; Genova-Nervi, Galleria d'arte moderna; Milano, Pinacotecadi Brera; Filadelfia, Pennsylvania Academy of the Fine Arts; Prato, Galleria d'arte moderna; Reggio Emilia, Banca agricola commerciale; Utica, Proctor Institute, Museum of Arts.
Fonti e Bibl.: Oltre ai catal. delle mostre e dei musei citati, si veda una bibliografia completa fino al 1964 in G. Morselli, La pittura di G. C., Reggio Emilia 1964. Ma v. anche i catal. delle Esposizioni d. Società Promotrice di belle arti in Firenze del 1861 (n. 578); 1863 (n. 327); 1866 (nn. 27, 79); e quello della stessa Società in Torino del 1869 (nn. 138, 191); M. Staglieno-L. T. Belgrano, Esposiz. artistico-archeol. industriale... (catal.), Genova 1868, sala VI, n. 1; II Esp. naz. di belle arti (catal.), Milano 1872, nn. 711, 712; Esposiz. naz. di belle arti (catal.), Napoli 1877, n. 569; C. Reynaudi, Un poeta pittore della famiglia, in Natura e arte, I(1897-98), pp. 25-33; B. Gutierrez Diaz, Artisti contemporanei, in Emporium, X (1899), p. 245; Parma. Centenario verdiano ... Catalogo della mostra retrospettiva d'arte emiliana secolo XIX, Parma 1913, nn. 20-27; Mostra emiliana d'arte moderna, Ferrara 1933, ad Indicem (recensione di N. Quilici, in Il Solco fascista [Reggio Emilia], 7 giugno 1933); G. C. pittore (catalogo), Reggio Emilia 1938 (con prefazione di E. Somaré pubblicata anche nel Meridiano di Roma, 18 dic. 1938); N. Quilici, Il primo esperimento di colonizzaz. ital. in Africa: La Società Reggiana, in Nuova Antologia, 16 giugno 1939, pp. 429 ss.; O. Siliprandi, La regia scuola di disegno per operai "G. Chierici" di Reggio Emilia, Firenze 1941, pp. 35 s.; Mostra dei pittori dell'800 (catal.), Bologna 1955, ad Indicem; Mostra delle pitture murali dell'800 nelle case patrizie reggiane (catal.), Reggio Emilia 1959, pp. 31 s., 42; Mostra del pittore G. C., Reggio Emilia 1970; Il Museo francescano (catal.), a cura di P. Gerlach-S. Gieben-M. d'Alatri, Roma 1973, p. 76 (Cappuccini al fuoco comune); Storia dellapittura ital. dell'800, Milano 1975, I-III, adIndicem; Diz. encicl. Bolaffi, III, Torino 1972, ad vocem; VI, ibid. 1976, ad vocem.