CERRI, Gaetano
Nacque il 29 marzo 1826 a Bagnolo Mella (Brescia) da Giovanni Battista, imperial-regio commissario del distretto di Cremona, e da Giovanna Rossi. Nel 1839 si trasferì a Vienna, ove intraprese lo studio del tedesco, ben presto cimentandovisi letterariamente, e già nel 1845 fu pubblicata la sua prima poesia, dal titolo Geschieden, sul Theaterzeitung del Bäuerle. Passò il 1847 tra Venezia, Padova, Milano e Cremona, stringendo numerose relazioni tra cui quella con S. Pellico, e ai primi del 1848 tornò a Vienna, allo scoppio della rivoluzione.
I suoi studi giuridici lo avevano preparato alla carriera dell'amministrazione pubblica, che iniziò come praticante presso la Amtsverwaltung Schotten a Vienna, poi come candidato presso l'imperial-regio ministero della Agricoltura e Miniere. In quel medesimo periodo il C. insegnava lingua e letteratura italiana nel conservatorio di Vienna. Divenuto nel 1851 funzionario dell'imperial-regio ministero dell'Interno, passò nel 1862 presso il ministero di Stato nella direzione della stampa, dove ebbe il compito di seguire soprattutto le pubblicazioni italiane. Promosso nel 1866 Ministerial-Ronzepist, dall'anno seguente entrò nell'ufficio stampa del ministero degli Esteri. Nel 1868 egli sposò la nobile Charlotte Kaschnitz von Weinberg. Promosso nell'anno 1872 Hof - und Ministerial - Sekretär, e nel 1882 Sektionsrat, fu pensionato a domanda nel 1889 per motivi di salute.
Sin dal 1868 aveva dovuto chiedere ripetuti congedi per malattia, e nel 1876 il medico gli aveva consigliato una prolungata astensione da ogni attività intellettuale, e il trasferimento, per l'asma, in una località con un clima più mite.
Morì il 28 maggio 1899 a Karlsbad, e fu sepolto il 31 seguente a Vienna.
Nel 1848 il C. aveva pubblicato a Vienna i Politische Liebeslieder, dove accomunava e fondeva l'amore per la sua donna e l'appassionata rievocazione dei fatti del 13 marzo, inizio della rivoluzione. L'anno seguente apparve a Vienna An Hermine. Ein Lied von der Unsterblichkeit nach Aleardo Aleardi, un concettoso poema erotico-filosofico; tema della prima parte era la ricerca dell'amore da parte di un uomo, e della seconda la sublimata perfezione degli amanti nell'aldilà. Nel 1851 pubblicò a Vienna An Fanny Elssler. Eine Apotheose. Nach Giovanni Prati. Gli furono ancora modelli Aleardi e Prati per le raccolte di poesie Glühende Liebe (Wien 1850) e Inneres Leben (ibid. 1860); in sonetti di tono romantico elogiava come valore supremo la rinuncia, ché tutto è perituro ed eterno è solo il dolore. Negli stessi anni il C. pubblicò in lingua italiana una raccolta, Ispirazioni del cuore. Sonetti e poesie diverse (Cremona 1855), e una traduzione, Debora. Dramma popolare in quattro atti di S. H. Mosenthal (Wien 1858). Più mature e originali sono le poesie della raccolta Aus einsamer Stube (Wien 1864), per lo più brevi, sensuali, ricche di belle immagini, spesso formalmente perfette, ma a volte troppo prolisse e ridondanti di concetti; all'influenza predominante dei poeti romantici italiani era ora subentrata quella di Heine, Platen e Lenau. Nel 1871 seguirono, sempre editi a Vienna, Gottlieb. Ein Stilleben, e l'anno dopo Sturm und Rosenblatt. Dramatische Dichtung. Nella sua ultima opera, Ein Glaubensbekenntnis. Zeitstrophen (Wien 1872), il C. deplorava con rabbia e versi vivaci la decadenza dei costumi, la leggerezza; se la prendeva con la stampa, gli ebrei, gli artisti decadenti, gli emancipati, e contrapponeva il buon tempo antico.
Il C. collaborò a diversi giornali e riviste: durante la rivoluzione del 1848 a Die rothe Mütze, nel 1849 a Punch, un giornale viennese prevalentemente satirico, portavoce di idee progressiste e costituzionali. Dopo la repressione della rivoluzione e la vittoria del neoassolutismo, scritti e poemi politici in Austria non furono né richiesti né ebbero spazio; il loro posto fu preso da riviste d'arte, di letteratura e di moda. In perfetto allineamento col nuovo corso, il C. diresse per vari anni la rivista Iris, pubblicata a Graz, che si proponeva di familiarizzare le signore col gusto del tempo, quanto all'aspetto esteriore e alla cura delle belle lettere. Tra il 1852 e il 1856 collaborò con gli pseudonimi "Dr. Veritas" e "Bayard" alla Leipziger Theaterchronik; nel 1853 alla rivista Galicia, pubblicata a Leopoli in lingua tedesca. Nel 1854 diresse l'appendice del Corriere italiano a Vienna. Infine fu collaboratore dell'annuario letterario Dioskuren, fondato nel 1872 con lo scopo di propagandare e difendere gli interessi austriaci contro le tendenze pantedesche dominanti tra i letterati.
Il C. era cavaliere dell'Ordine della Corona di ferro, dell'Ordine di Francesco Giuseppe, e della Corona d'Italia. Aveva ricevuto la medaglia "Mit dem allerhöchsten Wahlspruch". Varie volte fu elogiato per l'attività svolta come funzionario dell'ufficio stampa, ricevendo anche rimunerazioni straordinarie di denaro. I documenti in proposito menzionano insieme la sua lealtà verso la famiglia imperiale, la sua aperta fedeltà verso l'Austria, e la sua attività letteraria.
Funzionario pubblico ligio e solerte, sollecitamente allineato agli indirizzi politici della letteratura e della cultura dell'Impero asburgico, il C. appare come un "intellettuale organico" della monarchia di Francesco Giuseppe. I suoi meriti storici, più che nella produzione letteraria e nel bilinguismo, sono quelli di intermediario della cultura letteraria italiana in Austria: su sua sollecitazione, vari poeti si volsero a modelli del romanticismo italiano. Nella complessa realtà della cultura austriaca e asburgica, tedesca di fondo ma cosmopolita nella sostanza, dove la promiscuità dei popoli soggetti, se era base di tensioni politiche, era anche premessa di interessi e di contatti vitali non ristretti in aree linguistiche - una anomalia cioè fertile e vastamente potenziale in una Europa pervasa di idee nazionalistiche -, l'opera del C. si presenta come una tra le quotidiane tessiture di quella che fu la peculiarità, organica e originaria, della cultura austriaca, il senso cioè e il fervore mitteleuropeo.
Fonti e Bibl.: Vienna, Haus-, Hof- und Staatsarchiv, Presseleitung, Kart. 253, Personalakt Cerri; Ibid., Administrative Registratur des Ministeriums des Äusseren 4, Kart. 50, Personalakt Cerri; J. W. Nagl-J. Zeidler-E. Castle, Deutsch-Österreichische Literaturgeschichte, III, Wien 1935, pp. 201, 218, 229 ss., 235 s., 376, 381, 427, 434, 523, 531, 648, 719; C. v. Wurzbach, Biograph. Lex. des Kaiserthums Österreich, II, pp. 322 s.; Allgemeine Deutsche Biographie, XLVII, pp. 468 s.; A. De Gubernatis, Diz. biogr. degli scrittori contemporanei, II, Firenze 1880, p. 1137.