CARUSO, Gaetano
Nacque a Monreale (Palermo) il 26 sett. 1805 da Giovanni e da Rosaria Santi. Laureatosi in legge presso l'università di Palermo nel 1827, dopo aver esercitato la professione forense entrò nel 1834 nelle file della magistratura, percorrendone quindi tutte le tappe della carriera giungendo sino al grado di consigliere della Corte di cassazione di Palermo nel marzo del 1872.
Il C. rappresenta un caso atipico nella magistratura siciliana durante il regime borbonico: egli manifestò infatti, pur svolgendo le sue funzioni di magistrato, aperti sentimenti liberali e una aperta ed esplicita inclinazione all'unificazione degli Stati della penisola. Questo atteggiamento è documentato, fra l'altro, dall'opuscolo (inizialmente pubblicato anonimo, ma poi rivendicato dallo stesso C.) La giustizia in Sicilia (Palermo s.d., ma 1852) in cui afferma, per esempio, che i problemi attinenti al miglioramento dell'organizzazione giudiziaria siciliana potevano essere convenientemente risolti solo integrando i vari sistemi giudiziari esistenti nella penisola, che devono però tutti avere, aggiunge, "un terreno di più fertile libertà" (p. 15).
Fra le varie funzioni esercitate dal C. durante la sua carriera giudiziaria vi è anche quella di pubblico ministero a Palermo dal 1852 al 1858. In tale veste egli mostrò estrema moderazione, distinguendosi in modo netto dalla maggioranza dei magistrati ligi alle direttive dei governi borbonici, riuscendo in tal modo a risolvere con miti condanne svariati processi politici.
Tali atteggiamenti gli procurarono, e non soltanto fra i circoli di orientamento liberale grande popolarità a Palermo; il che spiega i motivi per cui, nonostante i suoi sentimenti politici fossero noti anche alle autorità di polizia non ebbero mai alcuna conseguenza, consentendogli così di esercitare ininterrottamente le sue funzioni professionali e di raggiungere anche i più alti gradi della carriera.
Da vari suoi scritti può anche desumersi una affiliazione alla massoneria, che traspare soprattutto dalla terminologia che il C. usa sia nell'opuscolo citato sia in alcuni passi dell'opera La magistratura siciliana sino al 1860 (pubblicata postuma con prefazione di F. Taiani, Palermo 1875). Il Taiani nella prefazione a questa opera riferisce anche dell'atteggiamento violentemente anticlericale del C., che pone all'origine stessa dei suoi sentimenti liberali.
Dopo l'unificazione nazionale il C. fu eletto deputato al Parlamento nazionale per il collegio di Monreale per la XI e la XII legislatura. Militò nelle file della Sinistra ed ebbe solidi legami con Francesco Crispi, occupandosi esclusivamente di problemi attinenti la riforma dell'ordinamento giudiziario.
Il C. morì a Palermo la notte fra il 17 e il 18 genn. 1875.
Bibl.: F. Taiani, Discorso commemorativo di G. C. alla Camera dei deputati nella seduta del 18 genn. 1875, T. Sarti, I rappresentanti del Piemonte e dell'Italia nelle tredici legislature del Regno, Roma 1880, ad vocem.