BRANDO (Brandi), Gaetano
Figlio di Giuseppe e di Caterina Vigliena, nacque a Napoli il 20 marzo 1652 (Prota-Giurleo, p. 40). Nel 1685 entrò a far parte della corporazione dei pittori dei SS. Anna e Luca, di cui fu prefetto negli anni 1690-91. Quadraturista e ornatista assai valente, era solito dipingere in collaborazione con il cognato Nicola Russo, seguace del Giordano. A Napoli, infatti, lavorarono insieme nella chiesa di S. Caterina a Formiello, dove alla Predicazione di s. Domenico e al Mosèche fa scaturire l'acqua dalla roccia, eseguiti nel coro dal Russo, il B. aggiunse le architetture e gli ornati; così, nella chiesa di S. Diego dipinse a fresco il fondo prospettico alle Storie della vita di s. Diego, nel coro, di mano del Russo. Il De Dominici, che lo menziona nella vita riguardante il figlio Domenico, ricorda che sue pitture a fresco e a guazzo figuravano in diverse chiese e palazzi della città. Due soltanto i documenti: nel 1692 gli era stata commissionata la decorazione del coro nella chiesa di S. Agostino Maggiore (decorazione scomparsa dal sec. XVIII; cfr. D'Addosio); e nel 1694 fu incaricato, insieme con il cognato, di affrescare il coro della chiesa di S. Antonio a Tarsia con le Storie del santo (Prota-Giurleo). Fu abile nell'eseguire gli apparati per le "quarantore" e i "sepolcri", e un documento ricorda il suo intervento, insieme con il Russo, nella decorazione di una macchina a mo' di anfiteatro per una esecuzione musicale in occasione della festa onomastica della regina (Prota-Giurleo). Dipingeva anche scene con vedute paesistiche nei palazzi; ed appunto, lavorando con il Solimena per il palazzo del signor Tirone a S. Maria a Parete, cadde da un'impalcatura e morì qualche giorno dopo, l'11 ott. 1697, con gran compianto del cognato.
Il 14 maggio 1673 sposò Caterina Mirra, sorella del pittore Silvestro, morta il 27 febbr. 1678; in questo stesso anno prese in matrimonio Angela Donadio, morta il 23 giugno 1693, e nel 1695 sposò la ventisettenne Giulia Caruso.
Dei suoi figli furono pittori Giuseppe, Aniello e il più noto Domenico. Di Giuseppe, nato nel 1675, non risulta nessuna opera; di Aniello, nato nel 1677 e morto il 7 luglio 1724, si sa solo che seguiva gli insegnamenti e copiava i quadri di animali dello zio Nicola Russo.
Fonti e Bibl.: B. De Dominici, Vite de' pittori... napoletani, Napoli 1742, III, pp. 560 (560 s. per Aniello); O. Giannone, Giunte sulle Vite de' pittori napoletani (sec. XVIII), a cura di O. Morisani, Napoli 1941, p. 184;G. Ceci, La corporazione dei pittori, in Napoli nobilissima, VII (1898), pp. 11 s.; G. B. D'Addosio, Documenti inediti di artisti nel Napoletano del XVI e XVII secolo, in Arch. stor. per le prov. napoletane, XXXVII(1912), p. 613; U. Prota-Giurleo, Pittori napoletani del Seicento, Napoli 1953, pp. 39-42 (42 per Giuseppe e Aniello); F. Strazzullo, La corporazione dei pittori napoletani, Napoli 1962, p. 25; P. Zani, Encicl. metodica... delle Belle Arti, I, 5, Parma 1820, p. 16 (per Aniello); W. Rolfs, Geschichte der Malerei Neapels, Leipzig 1910, pp. 292 n. 1, 355; S. Ortolani, in Mostra della pitt. nap. dei secc. XVII-XVIII-XIX (catal.), Napoli 1938, p. 106; U. Thieme-F. Becker, Künstlerlexikon, IV, p. 531.