BEDINI, Gaetano
Nato il 15 maggio 1806 a Senigallia da genitori poveri, dopo aver frequentato il seminario locale, fu ordinato sacerdote nel dicembre 1828 e successivamente entrò a far parte del capitolo di quella diocesi. Venuto quindi a Roma, Gregorio XVI lo destinò nel 1838 a Vienna quale uditore presso la nunziatura, allora retta da Ludovico Altieri, e nella capitale austriaca restò fino al richiamo del nunzio (1845). Il 28 ott. 1845 fu nominato intemunzio apostolico e inviato straordinario in Brasile, e prese possesso della carica nel gennaio successivo.
In Brasile il B. prese particolarmente a cuore la sorte degli immigrati tedeschi, provvedendo alla loro assistenza religiosa e preoccupandosi delle loro assai disagiate condizioni economiche, aggravate dal comportamento poco scrupoloso dei datori di lavoro. L'opera da lui svolta fu talmente apprezzata da trovare un'eco persino nella Camera dei deputati di Rio de Janeiro, che intervenne per migliorare la precaria situazione in cui versava la colonia tedesca. Il B. si impegnò anche nel contrastare la propaganda protestante, attiva in Brasile. Nel novembre 1847 egli trasmise a Roma l'offerta di Garibaldi e dell'Anzani di impiegare nella penisola, per la causa nazionale, la Legione italiana di Montevideo, sotto le insegne di Pio IX; l'offerta doveva restare senza seguito. Nell'accusare ricevuta della lettera destinata al pontefice, e pur lodando l'intento dei capi della Legione, il B. non diede ad essi una risposta precisa, e dal silenzio con cui volle circondare l'iniziativa si deduce anzi che egli intendesse porre a tacere tutta la questione: lo conferma il testo della lettera con cui incaricava il console pontificio a Montevideo di chiedere a Garibaldi di non divulgare pubblicamente lo scambio di missive.
Terminata la missione in Brasile e rientrato il B. a Roma il 5 marzo 1848, Pio IX, suo conterraneo, lo nominò. il 10 marzo sostituto della Segreteria di Stato, nomina che, come constatò A. de Liedekerke de Beaufort, ministro d'Olanda presso la S. Sede, fu, particolarmente gradita al corpo diplomatico, che ne apprezzava le capacità. Al seguito del pontefice, fuggito a Gaeta, il B. non nascose le sue tendenze reazionarie e la sua opinione sulla necessità di ristabilire l'autorità del papa con la forza delle armi. Egli si fece personalmente promotore di questo piano, quando, verso la fine del gennaio 1849, si recò segretamente a Bologna per convincere le truppe svizzere a lasciare la città e a raggiungere i reparti rimasti fedeli a Pio IX. Fallita l'esecuzione di questo disegno, il B., nominato commissario straordinario delle quattro Legazioni, fece il suo ingresso a Bologna al seguito dell'armata austriaca.
Sua sollecita cura fu la restaurazione dell'autorità della S. Sede, ma l'esercizio di questa era meramente illusorio, esistendo di fatto solo quella del comandante austriaco. Il B., uomo di curia, non aveva né l'animo né l'interesse di contrastare la volontà dei militari stranieri, anche nei casi in cui, come in occasione della condanna e della fucilazione di Ugo Bassi, nella sua qualità di uomo di Chiesa, avrebbe potuto tentare. D'altra parte, è probabile che a nulla sarebbe valso un suo intervento presso, il generale Gorzkowski a favore del barnabita: il B., come scrisse il Minghetti al Pasolini, contava "come uno stivale", ed allorché cominciò a, stancarsi dell'invadenza austriaca e, dapprima timidamente e poi con maggior foga, manifestò la sua disapprovazione per l'operato delle forze di occupazione, Roma lo sollevò dal suo incarico all'inizio del 1852. L'indifferenza dimostrata per la triste sorte del Bassi favorì il nascere di aspre accuse contro di lui, colpevole, secondo i suoi avversari, di essere stato il massimo e principale responsabile della violenta morte del sacerdote patriota.
Lasciata Bologna, il B. fu destinato nuovamente alla missione diplomatica di Rio, stavolta con la dignità di nunzio (18 marzo 1852) e di arcivescovo titolare di Tebe. Prima di raggiungere la sua sede ebbe però l'incarico di una visita negli Stati Uniti in qualità di inviato straordinario del papa. Giunto a New York il 30 giugno 1853, fu poi ricevuto a Washington dal presidente F. Pierce e dal segretario di Stato W. L. Marcy, ai quali consegnò due lettere rispettivamente di Pio IX e del card. Antonelli. Negli Stati Uniti egli si trattenne per più di sette mesi, con una breve puntata anche nel Canada, a Montreal.
La sua missione, pur non conseguendo uno degli obbiettivi principali, quello dell'istituzione di una nunziatura a Washington, rafforzò tuttavia i legami dei cattolici americani con la S. Sede e contribuì in misura determinante alla successiva fondazione del Collegio nord-americano a Roma e alla regolamentazione disciplinare e organizzativa della Chiesa cattolica in quel paese, promossa successivamente dalla S. Sede. Se i risultati diretti della visita sembrarono più negativi che positivi, a ciò contribui soprattutto l'ondata di sdegno e di odio mossa contro il B. dall'ex cappellano dei volontari pon'tifici, Alessandro Gavazzi, sbarcato a New York tre mesi prima di lui. Il Gavazzi, sostenuto vigorosamente da tutti gli immigrati, scatenò contro il B. una violenta campagna di stampa e di discorsi, rinfacciandogli apertamente di avere mandato a morte il Bassi. Gli echi di questa accusa accompagnarono il B. in tutte le località da lui visitate: dimostrazioni e cortei popolari manifestarono l'avversióiie aperta, di parte dell'opinione pubblica alla sua, permanenza negli Stati Uniti. Da parte di esuli mazziniani si complottò anche contro la vita del Bedini.
Le ombre gettate sull'attività svolta dal nunzio a Bologna sconsigliavano il conferimento à lui di un altro incarico diplomatico, tanto più che anche la stampa liberale brasiliana aveva cominciato a esprimersi offensivamente nei suoi riguardi. Partito dunque da New York il 4 febbr. 1854, il B. tornò direttamente a Roma, senza assumere la direzione della nunziatura di Rio de Janeiro. Nel, giugno 1856 fu nominato segretario della sacra congregazione di Propaganda Fide, e nel 1861 vescovo di Viterbo e Toscanella. Nel concistoro del 27 sett. 1861 Pio IX lo creò cardinale.
Morì a Viterbo il 6 sett. 1864.
Fonti e Bibl.: Non esiste una biogr. del Bedini. Fonte import. è l'Elogio funebre del cardinale G. B., arcivescovo di Viterbo e Toscanella, letto nei solenni funer. degli 8 sett. 1864, nella chiesa cattedrale viterbese dal can. D. Pietro prof. Artemi, Viterbo, 1864. Le voci di qualche ampiezza pubblicate in enciclopedie (per es. quella di P. Guilday, in Dict. d'Hist. et de Géogr. Ecclés., VII, coll. 409 s., e l'altra dell'autore della presente, in Encicl. cattolica, II, coll. 1138 s.) non sono prive di inesattezze e di errori, e sono quindi da consultarsi sulla scorta di quanto, pubblicato da G. De Marchi, Le nunziature apostoliche dal 1800 al 1956, Roma 1957, pp. 31-76, e da F. Connelly, The visit of archbishop G. B. to the United States of America (june 1853-february 1854), Roma 1960, specie pp. 288-290. Sul B. commissario straordinario a Bologna, si veda E. Fabbri, Sei anni e due mesi della mia vita. Memorie e documenti. inediti, a cura di N. Trovanelli, Roma 1915, pp. 476 s.; Carteggio tra Marco Minghetti e Giuseppe Pasolini, a cura di G. Pasolini, Torino 1924, I, passim; E. Loevinson, Lacensura pontificia a Bologna tra gli anni 1847 e 1849, in L'Archig., XXVIII (1933), pp. 184-205; U. Beseghi, U. Bassi, Firenze 1946, II, passim; E. Bottrigari, Cronaca di Bologna, a cura di A. Berselli, Bologna 1960, II, passim; G. Natali, Bologna e le Legaz. durante la Rep. romana del 1849, in Il 1859-60 a Bologna, Bologna 1961, pp. 51-59. Sull'offerta della Legione italiana nel 1847, cfr. A. Luzio, Garibaldi e Pio IX, in Corriere della Sera, 15 apr. 1932; sulle qualità diplomatiche del B., A. de Liedekerke de Beaufort, Rapporti delle cose di Roma (1848-1849), a cura di A. M. Ghisalberti, Roma 1949, passim.Sulla missione negli Stati Uniti e sulla campagna del Gavazzi contro il B.si veda J. G. Shea, History of the Catholic Church in the United States, New York 1892, IV, pp. 359 ss.; H. R. Marraro, American opinion on the unification of Italy, 1846-1861, New York 1932, pp. 138-145; L. Santini, Alessandro Gavazzi e l'emigrazione politico-religiosa in Inghilterra e negli Stati Uniti nel decennio 1849-1859, in Rass. stor. del Risorg., XLI (1954), pp. 587-594; R. Sylvain, Clerc, Garibaldien, Prédicant des Deux mondes, Alessandro Gavazzi (1809-1889), Quebec 1962, I, pp. 87, 235, 243-246, 249 s., 252, 255-257; II, pp. 306, 425, 426, 428-441, 29, 530, 531 (con altra bibl.), oltre al cit. F. Connelly.