ARANGIO-RUIZ, Gaetano
Nato il 18 apr. 1857 ad Augusta (Siracusa) da Vincenzo Arangio e da Agata Ruiz, si trasferì giovanissimo a Napoli, dove, nel 1879, si laureò in giurisprudenza con una tesi in diritto romano. Accanto agli studi giuridici l'A., cresciuto in seno alla migliore tradizione umanistica meridionale, aveva coltivato anche una delicata vena poetica (Primi versi, Firenze 1878). Terminati gli studi, l'A. si dedicò dapprima alla carriera forense. Nella ricerca giuspubblicistica egli fece le sue prime prove solo alcuni anni più tardi, con il saggio Eleggibili ed eletti. Abbozzi di questioni costituzionali (Napoli, 1885), seguito dal volume Delle guarentigie costituzionali nell'ordinamento politico e amministrativo dello Stato (Napoli 1886).
Nel 1887 conseguì la libera docenza in diritto costituzionale, che esercitò nell'università di provenienza, supplendo anche, nell'insegnamento ufficiale, a Giorgio Arcoleo, nel periodo in cui questi fu al governo (1895-1897).
Dopo aver pubblicato nuovi impegnativi lavori, Istituzioni e leggi costituenti (Milano 1892) e Le associazioni e lo Stato (Napoli 1895), giunse nel 1898 alla Storia costituzionale del Regno d'Italia (Firenze 1898) relativa al cinquantennio 1848-1898, che resta l'opera sua più generalmente nota. Nel 1898, vinto il concorso, fu nominato straordinario di diritto costituzionale a Modena, dove il 23 genn. 1899 tenne la prolusione Governo parlamentare o governo costituzionale? (pubbl. in Filangieri, XXIV[18991, pp. 481-494). Per ogni anno di questo primo periodo modenese sono a stampa i suoi corsi di lezioni (Appunti del corso di diritto costituzionale 1898-1899, Modena 1898-1899; Il diritto costituzionale dell'attuale Regno d'Italia. Lezioni, Modena 1900; Compendio delle lezioni di diritto costituzionale, Modena 1901), nei quali è da vedere la prima sistemazione della materia cui egli darà forma compiuta nelle Istituzioni di diritto costituzionale italiano (Torino 1913). Nell'anno accademico 1901-1902, per ovviare alla difficoltà che il ruolo chiuso opponeva alla promozione, passò, in seguito a nuovo concorso, ordinario a Macerata, e vi rimase fino al 1910, rivestendo anche a lungo la carica di rettore (Arte e politica. Discorso [4 dic. 1904], Macerata 1900; Relazione letta nella R. Univ. di Macerata per l'inaugurazione dell'anno scolastico 1905-1906; 1907-1908; 1908-1909; 1909-1910, in Annuario universitario Macerata, Macerata 1906, pp. 7-14; 1907, pp. 7-15; 1908, pp. 7-19; 1909, pp. 7-16; 1910, pp. 7-14). Negli anni maceratesi pubblicò, tra l'altro, Il diritto di stampa (Modena 1905) e una ricerca storica sull'ateneo di cui reggeva le sorti: L'Università di Macerata all'epoca moderna. 1809-1905 (Macerata 1905). Ritornò come ordinario a Modena, alla fine del 1910, e vi rimase fino all'anno accademico 1925-1926, allorché passò all'università di Torino, nella quale concluse il suo magistero (Lezioni di diritto costituzionale, Torino 1930). Collocato a riposo nel 1932, l'A. ricevette dall'ateneo torinese il titolo di "emerito". Uomo di statura morale non comune, l'A. tenne negli anni della dittatura un contegno dignitosamente severo e godette di grandissimo prestigio nella scuola e fuori della scuola.
Morì a Torino il 30 luglio 1936.
Coetaneo di V. E. Orlando, l'A. appartenne a quella generazione di giuristi che seppero conferire dignità di scienza al diritto pubblico italiano. Battendo una strada in parte diversa da quella del suo conterraneo, l'A. intese contemperare, nella ricostruzione e nella sistemazione degli istituti fondamentali del diritto costituzionale italiano, il metodo giuridico con quello storico e politico, reagendo agli eccessi dell'indirizzo esclusivamente dogmatico, che finiva per ridurre il diritto costituzionale a una scienza astrattamente sopranazionale, volta a indagare i principi di uno !tato che forse nella realtà non esisteva. Volle invece l'A. tenersi al diritto positivo italiano, e lo scrutò con acume, oltre che di giurista, di storico e di politico, per ricavarne le linee di un genuino sistema di diritto costituzionale italiano, per elaborare una dogmatica autonoma, ma che tuttavia non fosse avulsa dallo sviluppo generale della scienza costituzionalistica europea. Limitando l'esame alle due opere maggiori dell'A., si deve rilevare che nella Storia costituzionale del Regno d'Italia egli seppe bensì sistemare l'intera evoluzione del diritto pubblico italiano, ma non riuscì ad evitare errori di prospettiva, dovuti da una parte alla difficile storicizzazione di un processo ancora in corso dall'altra a una prevalenza della valutazione politica su quella giuridica. Il materiale raccolto è tuttavia ancora oggi prezioso e fornisce una testimonianza autentica del clima ideale in cui si formarono le strutture dello Stato unitario. Nelle Istituzioni di diritto costituzionale, al contrario, la valutazione giuridica dei problemi ricevette, conformemente anche al diverso scopo del lavoro, la preminenza che le spettava e ne nacque un'opera che ancora è fondamentale per la conoscenza dello stato della legislazione, della prassi e della dottrina nel tempo immediatamente anteriore. alla prima guerra mondiale.
Accanto alla disciplina costituzionalistica, alla quale rimase sempre fedele, l'A. insegnò molti anni per incarico, a Macerata e a Modena, il diritto ecclesiastico. Si ricordano, tra i suoi studi più importanti in questa materia: Intorno alla nullità delle donazion e delle disposizioni fatte in frode delle incapacità stabilite dalle leggi per gli enti ecclesiastici, in Rass. di diritto ecclesiastico, I (1908), pp. 324-345; Étude sur les rapports entre les Églises et l'État en Italie, in Bulletin mensuel de la Société de lègislation comparée, XXXVII (1906); Étude sur le rigime des cultes en Italie, ibid., XXXIX (1908), pp. 468-490; La capacità della Santa Sede ad acquistare in Italia, in Rass. di diritto ecclesiastico, VI (1913) pp. 257-267; Sulla personalità internazionale della Santa Sede, in Rivista di diritto pubblico, s. 2, XVII, (1925), I, pp. 417-426.Tenne anche, a Modena per un anno, l'incarico di filosofia del diritto di cui restano le dispense: Compendio delle lezioni di filosofia del diritto, Modena 1901. Negli ultimi anni insegnò a Torino anche le istituzioni di diritto pubblico. Infine dette prova di una vivissima sensibilità e di una profonda cultura penalistica, come si può rilevare, tra l'altro, dal profilo tracciato del collega modenese Bernardino Alimena, uno dei capi-scuola della cosiddetta "Terza scuola del diritto penale" Commemorazione del socio prof. B. Alimena, in Mem. d. R. Accad. d. scienze, lettere e arti in Modena, Mem. della Sez. Scienze, s. 3, XII (1916), pp. 391-425
Bibl.: E. Crosa, G.A.-R., in Arch. giur., CXVIII (1937). pp. 142-149: a pp. 146-149 la più completa bibliografia degli scritti dell'A.-R., che comprende 80 numeri; B. Donati, G. A.-R., in Gazzetta dell'Emilia, 3 ag. 1936; Id., G. A.R., in Atti e mem. d. R. Accad. di scienze, lett. ed arti di Modena, s. 5, II(1937), pp. XLV-XLVIII.