CALLIDO, Gaetano Antonio
Famoso organaro, nato ad Este il 14 gennaio 1727 e morto a Venezia l'8 dicembre 1813. Iniziò la sua carriera, ancora fanciullo, in patria. Dopo la morte del padre (1742) si trasferì a Venezia, presso le officine del Nacchini. Il C. divenne presto l'organaro più stimato di Venezia, tanto che nel 1766 riceveva l'incarico di rifare i tre organi di S. Marco di Venezia e nel 1770 veniva nominato organaro stabile. Indefessamente lavorò fino al 1806, negli ultimi anni aiutato dai suoi figli Agostino (morto nel 1826) ed Antonio (1762-1841), arrivando a costruire circa quattrocento organi, l'ultimo dei quali è l'organo portatile della chiesa di S. Maria in Ancona. Se la maggioranza delle opere del C. fu creata per gli stati veneti, la fama diffuse il suo nome in tutta Italia, ove non è difficile, nelle regioni confinanti con Venezia, trovare organi suoi, che giunsero fino a Corfù, Costantinopoli, Smirne, Alessandria d'Egitto e Londra.
Gli organi del Callido sono per lo più di proporzioni non tanto vaste, mentre l'impasto fonico è quasi identico in tutti. Quantunque nella disposizione dei registri il C. si attenga scrupolosamente ai modelli italiani del passato, non si può affermare che l'arte e la tecnica di lui siano una diretta evoluzione della nostra organaria classica. Per l'opposto egli è l'esponente massimo di un nuovo indirizzo avviato in Italia dal suo maestro Nacchini, forse non privo di qualche influsso straniero. Il C. scrisse un Avvertimento ai Signori Organisti stampato nel 1795. L'accuratezza con cui sono lavorati, forma uno dei pregi degli organi del C. universalmente lodati, perfino da un suo emulo nell'arte (Giuseppe Serassi: Lettere sugli organi, Bergamo 1816, p. 39).
Bibl.: A. Trevissoi, G. C., Venezia 1884; F. Franceschetti, G. C., Este 1911. Materiale inedito sul C. fu raccolto da F. Paleologo.