ALIMONDA, Gaetano
Nato a Genova il 23 ott. 1818, studiò nel seminario di Genova, nel quale divenne poi professore e vicerettore. Gli attacchi di liberali e giobertiani contro gesuitanti, "frassinettisti" e "sturlisti"colpirono anche l'A., che dovette lasciare, nel 1848, il seminario. Vi ritornò, nominato rettore dal vicario Ferrati, nel 1849; in tale carica fu confermato anche dal nuovo arcivescovo Charvaz, che pure veniva sostituendo ovunque al clero più rigido gli elementi concilianti e liberali; l'A. trovò, perciò, incresciosa la sua posizione e si dimise.
Nell'estate del 1848 fu fra i promotori dell'Armonia,e, nel 1849, fondatore, con Antonio Campanella, del Cattolico di Genova,importante foglio intransigente. Candidato politico, per il collegio dì Genova V nel 1853,e di Cicagna nel 1857, non riuscì eletto.
Venne intanto dedicandosi con fervore allo sviluppo della stampa e delle associazioni cattoliche, ben convinto della nuova più alta funzione che doveva assumere il laicato (La missione del laicato cattolico,Genova 1855).
Nel 1864 l'A. iniziò, su richiesta di mons. Charvaz, nella metropolitana di Genova, quelle conferenze che, più dei molti e pregevoli suoi panegiricì, discorsi e lettere pastorali, dovevano acquistargli la fama di grande oratore. Queste prediche, da lui pronunciate in S. Lorenzo, fino al 1876, raccolte nei volumi editi in Genova L'uomo sotto la legge del sovrannaturale (I e II 1866, III e IV 1868), Il sovrannaturale nell'uomo (I e II 1870, III e IV 1872), Problemi del secolo XIX (I e II 1874, III e IV 1876), valsero a introdurre, con grande successo, un genere oratorio che, affermatosi in Francia con il Lacordaire, incontrava in Italia opposizioni e resistenze. In uno stile ampio e prolisso egli svolgeva soprattutto la critica al razionalismo, al positivismo e al "teutonismo", a difesa della civiltà cristiana e latina.
Nel 1877 (23 sett.) venne nominato vescovo di Albenga, e attenuò ancor più l'intransigentismo di un tempo, non risparmiando elogi ai Savoia in occasione della morte di Vittorio Emanuele II e dell'avvento di Umberto I. Il 12 maggio 1879 ottenne la porpora, con il titolo di S. Maria in Traspontina.
La sua nomina ad arcivescovo di Torino (9 ag. 1883) fu gradita al re, ma dette luogo a gravi incidenti al momento dell'ingresso nella diocesi. Era amico di don Bosco e vide il ritorno alla chiesa di Carlo Passaglia e di Cristoforo Bonavino (Ausonio Franchi). Nel 1887, su invito di Leone XIII, che molto lo stimava, scrisse un importante opuscolo conciliatorista, I voti degli italiani per la pace religiosa,che venne però subito ritirato dalla circolazione.
Tra i molti suoi scritti sono ancora da ricordare: Ragionamenti sul dogma dell'immacolata Concezione,Genova 1856; Dio e i popoli nella guerra del 1870 e 1871,Genova 1871; Il Papa in Italia,Genova 1871; La Chiesa nella morte di Pio IX,Genova 1878; Il mio episcopato,Genova 1879; Lutero e l'Italia,Torino 1888; Quattro anni in Roma,Torino 1889; Lettere al canonico Fortunato Vinelli,Genova 1892.
Morì ad Albaro (Genova) il 30 maggio 1891.
Bibl.: G. Bonetti, Monografia ossia rapido cenno sulla vita e sulle opere del card. A.,Torino 1883; T. Reggio, Alla cara e venerata memoria dell'Em. card. G. A. e di mons. S. Magnasco,Genova 1892; A. Richelmy, Onoranze al card. A.,Genova 1902; F. Noberasco, Il card. G. A. e la civiltà tedesca,in Gazzetta di Genova,LXXXIV (1917); E. Santini, L'eloquenza italiana dal concilio di Trento ai nostri giorni. Gli oratori sacri,Milano 1923, pp. 288-301; A. Vaudagnotti, Il card. A. Richelmy,Torino 1926, pp. 189-204; F. Crispolti, Corone e porpore. Ricordi personali,Milano 1936, pp. 126-130; M. De Camillis, Un grande difensore del Vangelo. Il card. G. A.,Roma 1941 (con bibl.); A Durante, Mons. S. Magnasco, arcivescovo di Genova. 1806-1892,Genova 1942, passim;T. Piatti, Un grande dimenticato: il cardinale G. A.,in Vita e pensiero,XXVIII (1942), pp. 219-224; Diz. del Risorgimento naz.,II, pp. 47-48.