LOMBARDI, Gabrio
Nacque a Napoli il 14 luglio 1913, ultimo di sette figli, da Luigi, ingegnere e professore di elettrotecnica presso l'Università di Napoli, e da Emma Vallauri.
Un ruolo importante nella formazione del L. giocò il legame affettivo con il paese d'origine della famiglia paterna, Dronero. La sua crescita intellettuale maturò tuttavia a Roma, dove frequentò l'istituto Massimo dei padri gesuiti e dove, nel 1927, contribuì alla fondazione della Lega missionaria studenti.
A Roma, nel 1935, si laureò in giurisprudenza e fu introdotto allo studio delle discipline romanistiche da P. De Francisci, che avrebbe rappresentato per il giovane L. un punto di riferimento costante a livello sia scientifico, sia personale. Dopo un corso di perfezionamento frequentato presso l'Università Carlo di Praga nel 1936, il L. ottenne l'incarico di storia del diritto romano a Roma.
Questa esperienza è alla base della redazione di una nutrita serie di contributi di storia costituzionale romana (Il concetto di ius publicum negli scritti di Cicerone, in Rendiconti del R. Istituto lombardo di scienze e lettere, classe di scienze morali e storiche, LXXII [1938-39], pp. 1-19; Lo sviluppo costituzionale dalle origini alla fine della repubblica, Roma 1939; Studi su Augusto, in Civiltà fascista, VI [1939], 7, pp. 1-8; La "sovranità popolare" in Roma, ibid., 9-10, pp. 1-10; Recenti studi su Augusto, in Riv. italiana per le scienze giuridiche, n.s., XIV [1939], pp. 3-9; Appunti di diritto pubblico romano, Roma 1940-41; Su alcuni concetti del diritto pubblico romano: civitas, populus, res publica, status rei publicae, in Arch. giuridico, CXXVI [1941], pp. 1-22; Concetti fondamentali del diritto pubblico romano, Roma 1942; La libertà di caccia e proprietà privata in diritto romano, in Bull. dell'Istituto di diritto romano Vittorio Scialoja, XII-XIII [1948], pp. 273-343; oltre a una serie di recensioni a J. Vogt, J. Buchan, A. Piganiol), e due monografie più specifiche in materia di ius gentium (Ricerche in tema di "ius gentium", Milano 1946; Sul concetto di "ius gentium", Roma 1947).
Nella storia dell'espansione italica e mediterranea di Roma - raccordata all'elaborazione di un quadro articolato delle fonti del diritto che trova, a sua volta, corrispondenza nell'organizzazione politica della comunità romana - il L. individua i nodi principali di un insegnamento che egli considera formativo della personalità dell'uomo prima ancora che del giurista. Fondamentali in questa direzione appaiono gli spunti di riflessione da lui ricavati dalla coesistenza del binomio "osservanza di limiti-libertà" che caratterizza lo "Stato di diritto" repubblicano, avviato alla dissoluzione dallo "Stato personale" di Augusto, che trova invece il suo fondamento nel binomio "autorità-libertà" che tanta parte avrebbe avuto anche nell'orientare l'impegno politico del Lombardi.
Altro tema importante che accompagnò costantemente la riflessione del L. è l'esame dei rapporti tra Stato romano e cristianesimo, in cui si riflette l'appassionato impegno religioso di tutta la vita all'interno della comunità civile, sempre affiancato dalla nitida consapevolezza della distinzione delle due sfere di influenza, plasticamente raffigurate su due piani: l'uno orizzontale (uomo e società), l'altro verticale (uomo e Dio).
L'interesse per la vita politica che i suoi scritti scientifici e il suo insegnamento testimoniano, unitamente all'esperienza personale della seconda guerra mondiale (si unì alle Forze armate italiane che collaboravano nel Sud con gli alleati per la liberazione del Paese), lo portarono ad affrontare, in alcuni brevi saggi propagandistici - preparatori di interventi più circostanziati, mirati a incidere profondamente nel dibattito su problemi di scottante attualità - il rapporto tra autorità e libertà, per il L. "problema storico, ma anche, e di più, esistenziale" (Casavola, p. 494): Italia!, Roma 1945; Il Corpo italiano di liberazione. 28 sett. 1943 - 25 sett. 1944, ibid. 1945; Montezemolo e il fronte militare clandestino di Roma [ottobre 1943 - gennaio 1944], ibid. 1947.
Nel 1949 il L. vinse il concorso per la cattedra di storia del diritto romano presso l'Università di Pavia, dove tenne anche, per incarico, il corso biennale di diritto romano, affrontando con taglio esegetico i temi principali della sua ricerca scientifica, primo fra tutti lo ius gentium.
Tale argomento - come sostenne il L. nella prolusione pavese del 1949, in Diritto umano e ius gentium, in Studia et documenta historiae et iuris, XVI (1950), pp. 255 ss. - risponde all'esigenza di "superare la concezione meramente positivistica e statualistica del diritto" per arrivare a un "diritto umano": un complesso di precetti e di istituti comuni ai vari popoli che non viene però concepito dallo studioso nei termini di un moderno diritto internazionale - quale diritto "positivo" concernente i rapporti tra popoli o tra Stati -, ma appare piuttosto ispirarsi "alla coscienza della presenza (di norme e istituti) presso tutti i popoli civili" (Sul concetto…, p. 356, ma supra pp. 17 ss.; e ancora Diritto umano…, pp. 256 ss.), sì da realizzare un "ordine giuridico reale, ritenuto vigente indipendentemente dalla volontà creatrice del singolo popolo" (ibid., p. 263).
Sempre dal 1949, il L. tenne l'insegnamento di istituzioni di diritto romano presso la Pontificia Università Lateranense di Roma e assunse, succedendo a E. Albertario, la responsabilità redazionale della prestigiosa rivista Studia et documenta historiae et iuris del Pontificium Institutum utriusque iuris, potendo contare sul consiglio dei due directores, S. Riccobono e A. Larraona. Furono anni in cui i lavori scientifici di diritto romano si mescolarono ai numerosi contributi legati al suo impegno civico.
Accanto a saggi più tecnici (Novi operis nuntiatio iuris publici tuendi gratia, in Studi nelle scienze giuridiche e sociali [Pavia], XXXII [1951], pp. 149-236; Sul titolo "Quae sit longa consuetudo" [8.52(53)] nel Codice giustinianeo, in Studia et documenta historiae et iuris, XVIII [1952], pp. 21-87) sono alcune significative monografie nelle quali il L. affronta i temi a lui più cari, tra cui La croce nella città (Roma 1957), una riflessione che tocca il rapporto tra società civile e religione. Partendo dalla ricerca sulle cause delle persecuzioni dell'Impero romano contro i cristiani, il L. giunge a postulare, proprio nell'ottica del cristiano, la laicità dello Stato. È infatti nell'intransigente pretesa dei cristiani di riaffermare, di fronte all'autorità del principe, l'esclusivo dominio del singolo nel rapporto con Dio, che il L. trova risposta alle persecuzioni di Roma. Su questa riflessione si innesta il recupero, nella logica di un più rigido schematismo, della tipizzazione "Stato di diritto" e "Stato personale" che, elaborata a partire dall'esperienza romana, è utilizzata come chiave di lettura del presente.
Proprio dall'attenzione del L. per le istituzioni civili nacque Cultura civica per le scuole secondarie superiori (Bologna 1960), in cui è proposta una personalissima lettura del ruolo del cittadino, educato a conoscere e a vivere la costituzione, "non nelle forme aride delle norme giuridiche, ma attraverso il filtro di una adesione spirituale, il più possibile maturata nella persuasione, alla luce della storia" (Bona, p. 8).
Nel 1968 il L. lasciò l'ateneo pavese per la cattedra di storia del diritto romano presso l'Università di Milano, dove rimase fino alla fine della carriera accademica, nel 1983, quando fu collocato fuori ruolo.
Dal 1964 al 1970 fu presidente del Movimento laureati di Azione cattolica, a testimonianza del suo costante impegno tra il sociale e il religioso. La volontà di affermare pubblicamente i suoi valori lo portò ad affrontare in prima persona, come presidente del comitato promotore, la campagna referendaria per l'abrogazione della legge introduttiva del divorzio.
Tale esperienza fu rivissuta nel volume Divorzio, referendum, concordato (Bologna 1970) e rimeditata, più tardi, in Perché il referendum sul divorzio? 1974 e dopo (Milano 1988). Al di là dell'impegno come laico (prima che come cattolico) - "si trattava di combattere il divorzio rivendicando il principio della indissolubilità sancito dal nostro Codice di diritto civile", scrive in Perché il referendum, p. 50 -, queste pagine testimoniano il profondo legame del L. con G. Capograssi da lui ricordato come fonte di ispirazione nonché maestro di vita.
Nell'ultima parte della sua vita il L. tornò a ribadire l'importanza della laicità dello Stato - sempre attraverso il consueto angolo visuale del rapporto tra cristianesimo e diritto romano - nelle pagine di Persecuzioni, laicità, libertà religiosa. Dall'Editto di Milano alla "Dignitatis humanae" (Roma 1991).
Riannodando "i diversi, e molteplici, fili spezzati, disseminati lungo un percorso di duemila anni di storia" il L. offre "una lettura unitaria del complesso itinerario percorso, illuminato in più punti dalla rimeditazione dell'insegnamento capograssiano" (F. Amarelli, p. 11).
Il L. morì a Roma il 4 apr. 1994.
Una bibliografia completa è in Scritti di G. L., a cura di F. Amarelli et al., in Studia et documenta historiae et iuris, LX (1994), pp. 14 ss., cui deve essere aggiunta la risposta del L. a due lettere di ringraziamento per il ricordo di G. Capograssi da lui scritto (Lettere dal passato. Una testimonianza, Napoli 1989; estr. da Ius, VII [1956], 3).
Fonti e Bibl.: Un profilo della personalità del L. è stato tracciato da A. Guarino, in occasione dell'XI Colloquio internazionale romanistico-canonistico della Pontificia Università Lateranense (Roma, 22-25 maggio 1996) (testimonianza inedita, conservata dal prof. F. Amarelli). F.P. Casavola, Omaggio a G. L.: individuo, politica, libertà, in Studium, LXII (1994), pp. 491-499; G.L. Falchi, Presentazione di Scritti in memoriam Gabrii Lombardi, in Studia et documenta historiae et iuris, LX (1994), pp. IX s.; F. Bona, In memoriam Gabrii Lombardi. G. L. educatore di civismo, ibid., pp. 1-10; F. Amarelli, Quarant'anni di Studia, ibid., pp. 11-14; G. Luraschi, G. L. (1913-1994), in Iura, XLV (1994), pp. 203-210; A. Adamo, Cronaca dell'XI Colloquio internazionale romanistico-canonistico della Pontificia Università Lateranense (22-25 maggio 1996), in Labeo, XLII (1996), pp. 556 s.; G. Mancini, XI Colloquio internazionale romanistico-canonistico della Pontificia Università Lateranense (22-25 maggio 1996). Etica e diritto nella formazione dei moderni ordinamenti giuridici, in Index, XXV (1997), pp. 783 s. Si veda anche Novissimo Digesto italiano, IX, Torino 1963, sub voce.