ROSA, Gabriele
Patriota e scrittore, nato a Iseo il 9 novembre 1812, ivi morto il 25 febbraio 1897. Di poverissima famiglia, alla morte della madre, che lasciò parecchi figli in tenera età, dovette interrompere gli studî che aveva intrapresi a Bergamo, e tornato in famiglia, acconciarsi al mestiere di fornaio, che intramezzò con abbondanti e disparate letture. Affiliatosi alla Giovine Italia, nel settembre del 1833, insieme con altri cospiratori, fu arrestato, e dopo quasi due anni di carcere, con sentenza del 25 aprile 1835 fu condannato a tre anni di detenzione allo Spielberg. Tornato a Iseo dopo di avere scontata la pena, entrò come scrivano presso un avvocato, ma riprese con rinnovato ardore a studiare. Costretto dalle vessazioni della polizia a rifugiarsi in Piemonte, tornò in Lombardia dopo le Cinque Giornate e collaborò al XXII marzo e all'Unione.
D0po la catastrofe dell'agosto, riparò a Lugano, riuscendo poco dopo a rientrare in Bergamo, dove fino al 1859 fu soggetto a dura sorveglianza della polizia. Liberata la Lombardia, fu nominato provveditore agli studî di Bergamo.
Fu poligrafo di una straordinaria attività, e lungo è l'elenco delle sue opere. Si possono qui indicare: Dei Pelasgi in Italia e di alcune loro divinità (Milano 1847); Dialetti, costumi e tradizioni delle provincie di Bergamo e di Brescia (Bergamo 1855); Feudi e comuni (Bergamo 1857); La coltura dei bachi da seta in Europa (Brescia 1868); Le origini della civiltà in Europa (Milano 1862-63, voll. 2); Disegno della storia di Ascoli, (Brescia 1869-70, voll. 2); Storia naturale della civiltà (Milano 1880); Genesi della cultura italiana (Milano 1889). Interessante è una sua Autobiografia, pubblicata dopo la sua morte (Brescia 1912).
Bibl.: A. Zanelli, G. R., Pistoia 1912.