GRASSO, Gabriele
Nato ad Ariano di Puglia (ora Ariano Irpino) il 5 dic. 1867 da Antonio e Angela Carchia, frequentò nella città natale il ginnasio terminando a Napoli gli studi secondari; si iscrisse poi in quell'università laureandosi in lettere nel 1890 con una tesi in storia antica che gli valse un anno di perfezionamento all'Istituto di studi superiori di Firenze. Di nuovo ad Ariano sul finire del 1891, "prese coll'insegnamento della V classe la direzione del ginnasio ch'ei fece rapidamente rifiorire" (R. Università degli studi di Messina, p. 29). Insegnante di storia e geografia dal 1893 al 1897 presso gli istituti tecnici di Melfi e Palermo, nel 1898 il G. divenne titolare di cattedra presso l'istituto tecnico C. Cattaneo di Milano. L'impegno nella scuola contrassegnò gli interventi del G. al IV Congresso geografico italiano di Milano Sulla necessità dei gabinetti geografici negli istituti tecnici (in Atti…, Milano 1902, pp. 451-458) e Sui limiti della geografia storica (ibid., pp. 473-484).
Nel corso di questi anni il G. affiancò alla carriera di insegnante una rilevante produzione scientifica nel campo della geografia, della topografia e della toponomastica classiche: poté così conseguire la libera docenza in geografia a Pavia e, sulla stessa disciplina, l'incarico per l'anno accademico 1902-03 nell'Accademia scientifico-letteraria di Milano. Intanto nel 1901 il G. aveva pubblicato l'ultima di tre raccolte contenenti gli articoli e i saggi già ospitati dalle maggiori riviste scientifiche (come la Rivista di filologia e di istruzione classica e la Rivista geografica italiana) e divulgative (come Geografia per tutti): gli Studi di geografia classica e di topografia storica (Ariano 1901), terzo fascicolo dei suoi Studi di storia antica e di topografia storica (i due precedenti, ibid. 1893 e 1896).
Partendo da una concezione della toponomastica come "giacimento geologico della storia", il G. avrebbe successivamente individuato nella localizzazione e nello studio della distribuzione dei nomi geografici il metodo della geografia storica (Metodo e misura nelle ricerche in toponomastica, in Boll. della Società geografica italiana, s. 4, I [1900], pp. 718-727). A questo criterio si ispirano gli studi condotti dal G. tra il 1901 e il 1904 sulla frequenza e distribuzione di nomi geografici connessi a configurazioni fisiche (Sulla frequenza e sulla distribuzione geografica dei Comuni attuali d'Italia con nome derivato dalla configurazione verticale del terreno, ibid., s. 4, II [1901], pp. 280-294) o a fatti umani (come nel tentativo di comparazione Sulla frequenza e distribuzione geografica dei Comuni della Francia denominati da nome dei santi specialmente in rapporto alla toponomastica sacra d'Italia, in Atti del V Congresso geografico italiano… 1904, Napoli 1905, pp. 549-570). Con questi studi il G. rafforzò certamente la sua collocazione in una comunità accademica di orientamento marcatamente positivista: "sotto una triplice corazza di erudizione storica non mancava in lui lo spirito geografico, cioè l'attitudine a cogliere le relazioni dei luoghi, a trar profitto dalle forme topografiche […] a illuminare con efficace opera di geografo l'ignoranza dei dotti" (Bertacchi, 1909, p. 402).
Di maggiore impegno intellettuale e ideologico, e improntati a un rigido determinismo geografico non privo di coloriture razzistiche, sono i saggi sui popoli dell'emisfero australe, da Australiani indigeni e Australiani britannici di fronte alle svantaggiose condizioni del loro continente (in Boll. della Società geografica italiana, s. 4, IV [1903], pp. 204-217) a La leggenda australiana sull'origine delle Pleiadi (Milano 1904), fino alla collaborazione per la collana "I popoli del mondo. Usi e costumi" dell'editore Vallardi per la quale il G. redasse le impegnative monografie del volume dedicato all'Oceania (Le tribù australiane e Papua e Melanesiani, in Oceania, Milano [1905-06], pp. 5-288).
Nel gennaio 1906 il G. fu chiamato come professore straordinario di geografia all'Università di Messina, potendo vantare una vasta e aggiornata produzione scientifica nel campo della geografia storica (valga a titolo di esempio Per la storia della conoscenza dell'Apennino. Commento geografico alla descrizione dell'Apennino in Lucano, in Riv. geografica italiana, XI [1904], 7, pp. 305-319) e vari interventi legati all'attualità politica ed economica (v. Il Giappone all'avanguardia dell'Estremo Oriente, Milano 1904, e Le vie fluviali della Siberia in rapporto alle attuali comunicazioni russe coll'Estremo Oriente, in L'Esplorazione commerciale, XXIX [1905], 11, pp. 161-172). A Messina il G. diresse tuttavia i suoi studi verso la geografia storica del Mediterraneo (Nostrum mare, in Boll. della Soc. geogr. italiana, VIII [1907], p. 1228, e "Nostra Maria". Per la storia del nome dei mari nostri nell'antichità e nel Medio Evo, estr. da Atti della R. Accademia Peloritana, Messina 1908) e dell'Italia meridionale, ambito nel quale poté ancora una volta esercitare la sua acribia di filologo a proposito del passo dantesco discusso nelle Questioni topografiche e topologiche sull'estrema Calabria anche in difesa di "La Catona" (in Scritti di geografia e di storia della geografia… in onore di Giuseppe Dalla Vedova, Firenze 1908, pp. 197-232) e ne La descrizione bruzio-calabra nell'Anonimo Ravennate (in Studi medievali, II [1906-07], 3, pp. 446-455).
Nell'ottobre 1906 il G. aveva sposato la conterranea Flora Errico ed era stato chiamato a dirigere il r. convitto Alighieri di Messina, presso cui risiedeva in attesa del conseguimento dell'ordinariato che avrebbe dovuto ottenere nel 1909. L'8 nov. 1908 il G. pronunciò il discorso inaugurale per l'anno accademico 1908-09, Fretum Nostrum, che fu anche il suo ultimo scritto: la notte del 28 dic. 1908 perì con la moglie nel terremoto di Messina.
Fonti e Bibl.: A. De Gubernatis, Piccolo diz. dei contemporanei italiani, Roma 1895, p. 474; F. Lo Parco, Nobili vittime. G. G., in Giornale d'Italia, 20 febbr. 1909; F. Porena, G. G., in Riv. geogr. italiana, XVI (1909), pp. 59-64; C. Bertacchi, Il prof. G. G. della R. Università di Messina e la geografia storica, in Boll. della Soc. geogr. italiana, s. 4, X (1909), pp. 401-408; C. Errera, G. G., in Riv. di filologia e d'istruzione classica, XXXVII (1909), pp. 307-312; R. Università degli studi di Messina, 28 dic. 1908: commemorazioni, Messina 1912, pp. 29-37; C. Bertacchi, Geografi ed esploratori italiani contemporanei, Milano 1929, pp. 141-147; G. Ferro, Geografia storica, in Un sessantennio di ricerca geografica italiana, Roma 1964, pp. 451 s.