GALANTARA, Gabriele
Nacque a Montelupone, presso Macerata, il 18 ott. 1865 da Giovanni e da Giulia Terenzi in una famiglia di nobili decaduti. Nel 1874 entrò nel convitto provinciale di Macerata e vi rimase dieci anni frequentando le scuole elementari e poi l'istituto tecnico. Nel 1884 la morte del padre aggravò la condizione economica della famiglia, ma la madre riuscì ugualmente a garantire al G. i mezzi necessari per il proseguimento degli studi. In quello stesso anno il G. si trasferì a Bologna per iscriversi alla facoltà di matematica, che frequentò con scarso profitto mentre rivelava una sempre più spiccata attitudine per le arti figurative. Nel 1887 prese a frequentare la scuola di nudo all'Accademia di belle arti e riuscì a procacciarsi qualche saltuario lavoro come disegnatore.
L'ambiente cittadino, in particolare quello che gravitava intorno all'Università, esercitò un'influenza decisiva nella formazione culturale e politica del G., che già negli anni trascorsi nelle Marche aveva manifestato sentimenti repubblicani e anticlericali. Attratto dalla personalità di G. Carducci, alle cui lezioni amava assistere, ma soprattutto dal giornalismo satirico, il G. incontrò a Bologna Guido Podrecca, studente di lettere, suo coetaneo animato dalle stesse passioni, con il quale intrecciò uno stretto rapporto di amicizia. Il clima goliardico vivificò questo rapporto e fu fertile terreno di coltura per la satira politica, che i due cominciarono a praticare nei modi loro più congeniali: la parola scritta Podrecca, il disegno e la caricatura il Galantara.
Nel 1888, in occasione dell'ottavo centenario dello Studio bolognese, insieme diedero vita al settimanale satirico Bononia ridet, che ben presto uscì dal recinto goliardico per affrontare i temi della vita cittadina e della politica nazionale, mostrandosi sensibile agli ideali socialisti, nei quali anche il G. si riconosceva. La crescente notorietà di Podrecca e del G. - collaboratore per il 1889 anche del periodico umoristico bolognese La Rana - li esponeva a particolari attenzioni: ritenuti responsabili delle manifestazioni inscenate nel marzo 1891 da un gruppo di studenti contro il Carducci "convertito" alla monarchia, furono costretti ad abbandonare gli studi. In occasione del 1° maggio i due, che avevano ormai fatto del loro giornale il portavoce del programma operaio, vennero incriminati per istigazione allo sciopero e trascorsero un breve periodo di detenzione prima di essere assolti per insufficienza di prove.
Nel 1892 Podrecca e il G. furono invitati a Roma per lavorare alla redazione del Torneo, ma giunti nella capitale entrarono in contatto con vari gruppi socialisti, repubblicani e anarchici, e riscontrarono la concreta possibilità di realizzare un proprio giornale che avevano deciso di intitolare L'Asino rifacendosi al motto di F.D. Guerrazzi "come il popolo è l'asino: utile, paziente e bastonato".
La direzione del nuovo settimanale, uscito il 27 nov. 1892, venne assunta da Podrecca, mentre il G. firmava con vari pseudonimi (Rata-Langa prevalentemente ma anche A.A. Lagrant, Blitz e Grottesco) i suoi disegni dal tratto deciso che definivano, secondo una linea espressionista, una tipologia di classe violentemente sottolineata. L'Asino incontrò l'immediato favore del pubblico, attestandosi sulle 22.000 copie, e divenne un efficace mezzo di diffusione delle idee socialiste, sia pure intese in modo generico e confuso. Primi obiettivi della sua satira furono gli episodi di malcostume politico - a cominciare dallo scandalo della Banca romana - e gli uomini politici: G. Giolitti, F. Crispi, A. di Rudinì, L. Pelloux; ma il principale bersaglio della matita del G. fu senza dubbio Giolitti, soprannominato "Palamidone" per la lunga redingote che usava portare.
Il successo del giornale indusse i suoi due animatori a trasformarlo, agli inizi del 1895, in quotidiano, ma questo passo si rivelò subito insostenibile sia dal punto di vista economico sia da quello redazionale e, in agosto, L'Asino riprese la periodicità settimanale; dal 1896, inoltre, anno della fondazione, e per un lungo periodo, il G. collaborò regolarmente all'Avanti! con una vignetta quotidiana. Nel 1897 Podrecca, il G. e L. Mongini vennero arrestati per propaganda sovversiva e L'Asino dovette sospendere le pubblicazioni per un breve periodo; nel '98 il G., che era attivamente impegnato nelle file del movimento socialista romano, fu di nuovo arrestato per aver partecipato ai moti di maggio.
Dopo i suoi primi otto anni di vita - trovandosi il movimento socialista a dover fronteggiare l'accresciuta presenza dei cattolici nella società italiana e tra le stesse masse lavoratrici - L'Asino subì un profondo mutamento di indirizzo caratterizzandosi per un esplicito e acceso anticlericalismo.
Il giornale lanciò una virulenta offensiva contro il clero sul piano del costume, della morale e del sentimento religioso "delineando l'immagine del prete lussurioso, geloso, avido, corrotto e corruttore […]. Con un martellamento incessante di vignette, di caricature, di satire, di denunce, di facili e spesso superficiali articoli divulgativi, Galantara e Podrecca riuscirono a diffondere largamente questa immagine in vasti settori delle masse popolari" ("L'Asino"…, p. XIII).
In quel periodo il G. ebbe modo di ampliare i propri orizzonti effettuando diversi viaggi all'estero, principalmente in Francia, Belgio e Germania; anche la sua fama aveva varcato i confini nazionali e, soprattutto in Germania, il suo talento caricaturistico venne apprezzato grazie alla collaborazione con Der Wahrer Jacob, il quindicinale satirico socialista al quale si era ispirato L'Asino. Dal 1905 il G. collaborò anche con L'Assiette au beurre, il maggior periodico francese di satira sociale, per il quale realizzò i fascicoli monografici Le Vatican (1905), Vive la Russie! e Chronique russe (1906). La consacrazione del G. in terra di Francia avvenne nel 1909 allorché partecipò con trentasette tra disegni e dipinti al Salon des humoristes di Parigi e due sue opere furono esposte al Salon d'automne nella sezione italiana d'arte moderna.
Nel 1911 la guerra di Libia provocò un grave dissidio tra Podrecca, eletto deputato nel 1909 e seguace di L. Bissolati, che si schierò a favore dell'impresa, e il G., risolutamente contrario in nome dei principî internazionalisti e antimilitaristi. L'Asino si barcamenò dando spazio a entrambe le posizioni, ma le grandi vignette a colori del G. contro la guerra risultavano più efficaci degli articoli di Podrecca, che nel 1912 venne espulso dal Partito socialista italiano (PSI). Il dissidio venne in parte superato alla vigilia della prima guerra mondiale, allorché Podrecca e il G. si ritrovarono d'accordo sulla linea dell'interventismo bissolatiano. Ma se la posizione del primo era scontata, quella del G. giungeva inattesa e trovava una spiegazione nella simpatia che egli nutriva per la Francia democratica e nell'avversione nei confronti degli Imperi centrali, e in particolare dell'Austria, considerati i baluardi della reazione e del clericalismo. Per questo, pur rompendo con il PSI, il G. continuava a rivendicare la propria coerenza di fondo con i principî socialisti.
La matita del G. diede il suo apporto alla causa interventista e alla propaganda di guerra popolarizzando le caricature di "Guglielmone" e di "Cecco Beppe" e diffondendo l'odio verso la "barbarie teutonica". Le tavole dell'Asino vennero ripubblicate su altri giornali dei paesi dell'Intesa e furono esposte nel luglio 1916 alle Leicester Galleries di Londra, mentre altre vignette del G. apparvero sul periodico parigino L'Europe antiprussienne (1914-15) e sul giornale dell'armata degli altipiani Signor sì (1918). Non solo per la scelta interventista, ma anche per la posizione assunta nei confronti della rivoluzione russa (Lenin e i bolscevichi venivano rappresentati come agenti tedeschi), L'Asino si discostò dai sentimenti delle masse socialiste e perse lettori.
Difficoltà economiche e tecniche, come la mancanza di carta, accelerarono la crisi del giornale che, agli inizi del 1918, interruppe le pubblicazioni. Dopo circa quattro anni d'interruzione, durante i quali si era consumata la definitiva rottura tra Podrecca, ormai su posizioni filofasciste, e il G., che era tornato fedele al PSI, L'Asino riprese a uscire alla fine del 1921.
La nuova serie del settimanale, che si stampava a Milano nella tipografia dell'Avanti!, iniziò con un pubblico atto di contrizione e una spietata autocritica che nulla salvava delle scelte compiute negli ultimi venti anni, dagli "inganni democratici" alle "bugie patriottiche" alla "pornografia anticlericale", promettendo un rivitalizzante ritorno allo spirito ribelle delle origini (L'Asino, 25-31 dic. 1921). In una fase di crisi e di ripiegamento del movimento socialista di fronte all'offensiva fascista L'Asino aveva un po' "il tono di un sopravvissuto", avendo ormai perso "quel piglio aggressivo che ne aveva fatto un'arma di classe negli anni di fine secolo, e poi una specie di incarnazione settimanale del diavolo per tanti benpensanti" (Neri, p. 171). Nondimeno il giornale, al quale aveva iniziato a collaborare G. Scalarini, rivolse coraggiosamente le armi della satira contro il fascismo. La denuncia dei soprusi fascisti e la figura lugubre, collerica e tronfia di Mussolini costituirono i motivi dominanti dell'ultima produzione del G., prima che, nella primavera del 1925, L'Asino cessasse le pubblicazioni.
Il G. continuò a creare vignette per il giornale satirico antifascista Il Becco giallo, ma nel dicembre 1926 venne arrestato e condannato a cinque anni di confino. Nel 1927 la pena fu commutata in libertà vigilata, ma gli restò preclusa ogni attività giornalistica. Di tanto in tanto collaborava con vignette anonime al giornale umoristico Marc'Aurelio e realizzava, sempre coperto da pseudonimo, alcune illustrazioni per libri; tuttavia, senza l'arma della satira, egli era ormai inoffensivo e poco prima della sua scomparsa gli fu tolta la vigilanza speciale.
Fedele al credo socialista il G. si dedicò negli ultimi anni al disegno e alla pittura e tentò di riversare la sua inventiva in altri campi. Realizzò, tra l'altro, una serie di progetti per la pittura su ceramica e per delle marionette animate cinematografiche.
La ricerca e la sperimentazione di nuove forme espressive concludevano la parabola artistica del G., marcata da una forte personalità individuale. Egli infatti, pur consapevole di "maneggiare, col suo pungente settimanale, un'arma ideologica di massa" non si riparò dietro all'orientamento di partito, ma preferì esporsi in proprio anche a costo di sbagliare, riflettendo in ciò le contraddizioni interne del movimento operaio italiano. "E dato l'intimo legame che sussisteva tra la forza icastica dei suoi pupazzi e le idee che impersonavano, non è troppo semplicistico affermare che i momenti di vera grandezza della sua arte coincidono con i periodi di maggiore aderenza del movimento operaio organizzato alla realtà storica della lotta di classe in Italia" (Neri, p. 188).
Il G. morì a Roma il 10 genn. 1937.
Fonti e Bibl.: Necr. in Marc'Aurelio, 13 genn. 1937; Roma, Archivio centrale dello Stato, Casellario politico centrale, b. 2228; A. Chierici, Il quarto potere a Roma, Roma 1905, pp. 175-179, 270, 272 s.; Storia dell'"Avanti!", a cura di G. Arfè, 1896-1926, Milano 1956, ad ind.; 1926-1940, ibid. 1958, ad ind.; O. Majolo Molinari, La stampa periodica romana dell'Ottocento, I-II, Roma 1963, ad ind.; Id., La stampa periodica romana dal 1900 al 1926, I-II, Roma 1977, ad ind.; "L'Asino" di Podrecca e G. (1892-1925), scelta e note di E. Vallini, present. di G. Candeloro, Milano 1970; P. Audenino, Cinquant'anni di stampa operaia dall'Unità alla guerra di Libia, Milano 1976, ad ind.; V. Castronovo - L. Giacheri Fossati - N. Tranfaglia, La stampa italiana nell'età liberale, Roma-Bari 1976, ad ind.; La satira politica, testi di G.F. Venè, prefaz. di U. Alfassio Grimaldi, Milano 1976, pp. 14 s., 17; G.D. Neri, G. Il morso dell'"Asino", Milano 1980; P. Pallottino, Radici dell'illustrazione e della caricatura socialista in Italia, in L'immagine del socialismo, Venezia 1982, pp. 97, 100 s., 103 s., 108-112; F. Andreucci, Il raglio dell'"Asino", in La cultura operaia nella società industrializzata, num. monogr. di Mezzosecolo, Annali del Centro P. Gobetti, 5, Milano 1985, pp. 107-118; P. Pallottino, Storia dell'illustrazione ital., Bologna 1988, ad ind.; A. Chiesa, La satira politica in Italia, Bari 1990, ad ind.; Un lavoro da ridere. Antol. della satira del mov. operaio dall'Ottocento a oggi, a cura di D. Aloi - C. Mellana, prefaz. di M. Serra, Milano 1991, pp. 16 s., 20, 25, 35 ss., 40, 213, 218, 232; Ente per la storia del socialismo e del mov. operaio italiano (ESMOI), Bibliogr. del socialismo e del mov. operaio italiano, I, Periodici, Roma-Torino 1956, ad ind.; Diz. biogr. del mov. operaio italiano, a cura di F. Andreucci - T. Detti, II, Roma 1976, ad vocem; Enc. dell'antifascismo e della Resistenza, IV, App., ad vocem.