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BUCCI, Gabriele

di Carlos Alonso - Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 14 (1972)
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BUCCI, Gabriele (Gabriele da Carmagnola)

Carlos Alonso

Nacque a Carmagnola (Torino) intorno al 1430 ed entrò in giovane età nell'Ordine agostiniano (ne faceva già parte del 1450), probabilmente nel convento della sua città. Studiò grammatica a Pavia nel convento di S. Agostino, ove si trovava nel Natale del 1453, quando pronunciò, ancora studente, un sermone dinanzi alla comunità. Dal 10 maggio 1454 compare come membro del convento di S. Giacomo di Bologna, ove ebbe a maestro, tra gli altri, il celebre umanista agostiniano Paracleto Fusco Malvezzi da Corneto. Agli inizi del 1462 era lettore nel convento; il 18 giugno di quell'anno il priore generale gli ordinava di trasferirsi a Padova per laurearsi. Il B. non si recò subito nella città veneta (era ancora a Bologna il 12 settembre quando il suo nome compare in un atto del capitolo); il 20 ottobre, comunque, iniziava a Padova la lettura delle Sentenze di Pietro Lombardo, lettura che completò nel biennio 1462-1464. A Padova ottenne il grado di baccelliere il 20 ott. 1462, la licenza il 24 dic. 1463 e il dottorato il 19 genn. 1464. Rientrato a Carmagnola, iniziò una intensa attività di predicatore ed oratore in tutta la regione circostante.

Da allora cominciò a raccogliere i suoi discorsi - pronunciati nelle più varie occasioni - in un Memoriale, che costituisce non soltanto la fonte principale per la biografia del B., ma anche una interessante testimonianza della vita piemontese della seconda metà del sec. XV. Non tutti i discorsi sono datati: il primo databile è anteriore al 1469 e fu tenuto a Racconigi dinanzi al vescovo di Torino in occasione della morte della consorte di Francesco di Savoia, signore di Racconigi.

Nell'agosto del 1465 il B. venne incaricato dal priore generale dell'Ordine della riforma del convento di Pinerolo e fu designato come presidente del capitolo provinciale che si doveva riunire di lì a poco. Il 14 giugno 1470 fu eletto provinciale della Lombardia, carica in cui venne confermato nel capitolo del 1471. Cessò dalla carica nella primavera dell'anno successivo, probabilmente anche in seguito a un intervento del priore generale che voleva impedire una terza elezione. Non sappiamo se rimase a Pavia o se tornò a Carmagnola, ove lo troviamo nel 1474 quando intervenne a favore della fondazione della collegiata della città.

Nell'aprile e nel maggio del 1475 pronunciò due orazioni funebri in occasione della morte di Ludovico I, marchese di Saluzzo; e quando il 27 maggio 1476 il nuovo marchese, Ludovico II, si recò per la prima volta a Carmagnola per ricevere dai cittadini il giuramento di fedeltà, fu ancora il B. a tenere l'orazione di circostanza. Dalle date di alcuni suoi sermoni sembra potersi desumere che egli continuò ad essere membro della comunità agostiniana di Carmagnola fino al 9 genn. 1479, quando venne nominato vicario del priore generale per il convento di S. Agostino di Pavia, con l'incarico di introdurvi l'osservanza regolare perfetta. Nel 1480 ebbe occasione di tornare a Carmagnola, ove visitò le nuove opere di fortificazione: fu allora che concepì l'idea di scrivere la storia della sua città, storia che costituisce la prima parte del Memoriale.

Terminato il suo ufficio a Pavia (nel 1482 non era ormai più vicario), il B. si dedicò per alcuni anni alla predicazione. Nel 1486 il nuovo priore generale dell'Ordine, Anselmo da Montefalco, lo nominò suo vicario e vicegerente-priore del convento di S. Agostino di Pavia, affidandogli anche la sorveglianza del monastero pavese delle agostiniane di S. Dalmazio (25 giugno). Conservò la carica fino al 1490 quando chiese e ottenne di esserne esonerato (29 maggio): rimase allora nel convento pavese come magister senior - e forse anche come reggente degli studi - e svolse attività didattica nell'università cittadina. Rientrato poi a Carmagnola, continuò negli anni successivi a predicare instancabilmente. Nei mesi di giugno e luglio 1493 ebbe una breve ma vivace polemica letteraria con due francescani a proposito di una questione teologica: l'episodio è interessante perché uno degli avversari era il beato Angelo Claretti da Chivasso, noto moralista autore di una Summa da lui chiamata Angelica, più volte incaricato dai pontefici di delicate missioni.

Stimato dai marchesi di Saluzzo, il B. condivise la loro politica filofrancese e incoraggiò la campagna italiana di Carlo VIII. Scrisse un discorso (che non fu mai pronunciato) indirizzato al duca di Orléans (il futuro Luigi XII), e tra i suoi discorsi si conservano alcuni documenti interessanti per la ricostruzione della politica del marchesato in quella occasione. Nel 1496 compose l'inventario della sua biblioteca, con il quale si conclude il suo Memoriale. Tra i pochi testi letterari contenuti in quest'opera - non dovuti, peraltro, al B. - si trova la nota orazione funebre del cardinale agostiniano Bonaventura da Padova (Badoario da Peraga) per la morte del Petrarca.

Negli ultimi anni della sua vita il B. riuscì ad arricchire la chiesa di S. Agostino di Carmagnola di alcune pregevoli opere d'arte, tra cui il portale, tuttora esistente, commissionato ad Amedeo da Settignano. Morì molto probabilmente alla fine del 1497 (l'ultima data da lui apposta sul Memoriale è quella del 23 ottobre di quell'anno). Il suo Memoriale, conservato dalla fine del sec. XVIII nella Biblioteca Nazionale di Torino, è stato pubblicato da F. Curlo (IlMemoriale quadripartitum di fra' G. B. …, Pinerolo 1911).

Fonti e Bibl.: Roma, Arch. Gen. Ord. S. Aug., Dd. 6, 7, 8 (registri dei priori generali); Th. de Herrera, Alphabetum Augustinianum, I, Madrid 1644, p. 307; R. Maiocchi-N. Cassaca, Codex diplomaticus Ord. E. S. Augustini Papiae, II, Papiae 1906, n. CCCLXXX p. 180, n. CDVII p. 202; M. Marchetti, La chiesa e il convento di S. Agostino di Carmagnola, Carmagnola 1936, pp. 55, 62-65, 66-69; D. A. Perini, Bibliographia augustiniana, II, Firenze 1930, pp. 168-170; G. Brotto-G. Zonta, La facoltà di teologia dell'università di Padova, I (secc. XIV-XV), Padova 1922, p. 224; C. Piana, Ricerche su le univ. di Bolognae di Parma nel sec. XV, Firenze-Quaracchi 1963, ad Ind.; C.Alonso, G. B. de Carmagnola O. S. A., teólogo y predicador..., in Augustinianum, XI (1971), pp. 509-540.

Vedi anche
Tommaso I marchese di Saluzzo Figlio (sec. 13º) di Manfredo III, cui succedette, governò dal 1244 al 1296. Benché ostacolato dal comune di Asti e da Carlo d'Angiò, riuscì ad ampliare notevolmente il suo dominio con l'annessione di Cuneo e della valle della Stura. Per disposizione testamentaria nominò suo successore il primogenito ... Amedèo IV conte di Savoia Amedèo IV conte di Savoia. - Figlio (n. 1197 circa - m. Montmélian 1253) di Tommaso I, cui successe nel 1233. Venuto in lotta coi fratelli Tommaso, Pietro e Aimone, che pretendevano di succedergli, dové scendere a patti con loro nel 1234, nella lotta tra Federico II e Innocenzo IV, seguì l'imperatore ... Tommaso I conte di Savoia Figlio (n. 1178 - m. 1233) del conte Umberto III, cui succedette (1189); s'inimicò rovinosamente il Barbarossa, ma poté riottenere la grazia e il possesso dei suoi dominî per l'intervento del suo tutore Bonifacio II di Monferrato. Durante il suo lungo governo ampliò e consolidò lo stato puntando tra ... Sèlla, Quintino Sèlla, Quintino. - Uomo politico (Sella di Mosso, Biellese, 1827 - Biella 1884). Laureatosi in ingegneria a Torino (1847), prof. di geometria applicata alle arti nell'Istituto tecnico di Torino (1852), poi di matematica in quella univ., nel 1860 entrò nella vita politica come deputato della destra del ...
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bùccia
buccia bùccia s. f. [etimo incerto] (pl. -ce). – 1. Corteccia delle piante, quand’è ancora molle: innestare a buccia. 2. Nel frutto, involucro più o meno consistente, variamente colorato, che riveste e protegge i tessuti sottostanti; può...
bucco
bucco s. m. [da una voce zulu, attrav. l’ingl. buchu o bucco]. – Droga costituita dalle foglie di alcune specie di piante rutacee dell’Africa merid., usata come diuretico e contro le infiammazioni delle vie urinarie.
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