BASILICO, Gabriele
Fotografo, nato a Milano il 12 agosto 1944 e ivi morto il 13 febbraio 2013. Considerato uno dei grandi maestri della fotografia contemporanea, gli sono stati conferiti molti premi, tra i quali il Premio INU (Istituto Nazionale di Urbanistica) per la documentazione dello spazio urbano contemporaneo (2000), e il Premio internazionale per la fotografia di architettura (2008) dalla Fondazione Ástroc di Madrid. Le sue opere sono conservate in numerose collezioni pubbliche e private in Italia e all’estero.
Dopo la laurea in architettura, nel 1973, si dedicò alla fotografia interessandosi in particolare della lettura delle forme e dell’identità delle città, dello sviluppo delle metropoli e dei cambiamenti del paesaggio postindustriale. Influenzato da Gianni Berengo Gardin e dalla frequentazione, negli anni Settanta, della galleria Il Diaframma di Milano, diretta da Lanfranco Colombo (uno dei pochi luoghi di riferimento della cultura fotografica italiana e internazionale dell’epoca), fu attratto dalla produzione editoriale dedicata alla fotografia contemporanea, in particolare straniera, e iniziò a concepire l’esperienza della fotografia anche nella prospettiva di pubblicazioni editoriali. Il primo di oltre un centinaio di volumi realizzati nell’arco della sua carriera è Milano, ritratti di fabbriche, pubblicato nel 1981 in collaborazione con Maurizio Zanuso. Il libro presenta l’indagine fotografica, compiuta tra il 1978 e il 1980, per documentare le periferie del capoluogo lombardo, mettendo a fuoco un paesaggio urbano per lo più sconosciuto, dove i manufatti industriali e architettonici rappresentano per B. la memoria e la narrazione degli spazi abitati dall’uomo nella storia della città. Con rigore documentario che nulla concede alla visione ‘rubata’ della città vissuta nella sua quotidianità, il suo sguardo lavora secondo una concezione analitica e allo stesso tempo metafisica dello spazio urbano, riconoscendosi nell’opera della gran de fotografia documentaria di Eugène Atget, Albert Renger-Patzsch, August Sander, ma soprattutto di Walker Evans, suo maestro, e nelle forme delle città disabitate di Giorgio De Chirico così come nelle volumetrie urbane dipinte da Mario Sironi. Nel 1984 fu invitato dal governo francese a partecipare, unico italiano, alla Mission photographique de la DATAR (Délégation interministérielle à l’Aménagement du Territoireet à l’Attractivité Régionale), committenza pubblica nata con lo scopo di documentare il paesaggio francese degli anni Ottanta. Nel 1990, ricevette a Parigi il Prix mois de la photo per la mostra e il libro Porti di mare.
L’esperienza internazionale proseguì, nel 1991, con un soggiorno a Beirut per documentare la città devastata da quindici anni di guerra civile. Le immagini degli edifici bombardati e colpiti dai proiettili, pur mantenendo una rigorosa adesione alle regole della visione prospettica e architettonica, dove l’assenza della figura umana rimanda al silenzio degli spazi ridotti a ruderi, paradossalmente evocano sentimenti di grande umanità, una serena melanconia di fronte alla storia. Un primo bilancio sul suo lavoro fu oggetto della retrospettiva alla Fondazione Galleria Gottardo di Lugano nel 1994 e del volume L’esperienza dei luoghi. Fotografie 1978-1993. In ogni città che avrebbe fotografato negli anni a seguire (tra i lavori effettuati: Berlino, 2000; Lisbona, 2006; Roma, Mosca, Silicon Valley, 2007; İstanbul, Shanghai, Rio de Janeiro, 2010-11), B. riconoscerà negli spazi urbani e nelle opere di architettura, dalle più importanti alle più modeste, l’ambiente dell’uomo: è la ricerca, nel manufatto architettonico, dell’epifania dell’esistenza umana, al di là dei confini geografici, in un sentire ‘privato’ dello spazio urbano che è diventato un luogo globale, come ha più volte affermato nei suoi testi e in occasione dei molti workshops, seminari e conferenze a cui ha partecipato. Nel 2012 partecipò alla 13ª Mostra internazionale di architettura della Biennale di Venezia con il progetto Common pavilions, ideato da Adele Re Rebaudengo e realizzato in collaborazione con Diener & Diener Architekten, Basilea. Il libro Common pavilions è stato pubblicato nel 2013.