MARCEL, Gabriel-Honoré
Filosofo e scrittore francese, nato a Parigi il 7 dicembre 1889; conseguì (1907) il diploma di studî superiori con una tesi, rimasta inedita, su Les idees métaphysiques de Coleridge dans leur rapport avec la philosophie de Schelling; nel 1910 ottenne l'aggregazione in filosofia; prof. univ. a Vendôme, Sens, Parigi, Montpellier, poi di nuovo a Parigi. Le assidue meditazioni maturarono nel 1929 la sua conversione al cattolicesimo. Nel 1948 ebbe il Gran Premio di letteratura dell'Académie Française per il complesso della sua opera; alla morte di É.-F.-D. Bréhier fu nominato membro dell'Accademia delle Scienze morali e politiche. Insieme all'insegnamento M. svolge una varia attività di saggista, drammaturgo, musicista e musicologo, conferenziere, critico teatrale delle Nouvelles Littéraires. Nella sua produzione gli scritti filosofici mantengono, dopo gli scolastici lavori giovanili, un carattere asistematico, di sedimentazione spontanea e di stile prevalentemente diaristico, mentre il teatro rappresenta la prosecuzione ideale e talvolta il necessario preannuncio alla drammaticità aperta, caratteristica del suo movimento speculativo.
Alla tesi di argomento romantico-idealistico seguono il saggio Les conditions dialectiques de la philosophie de l'intuition (1912) e quello su La métaphysique de Royce (1917-18). Ma è il Journal métaphysique (1914-23, pubbl. nel 1927) a dargli fama di pensatore. Le posizioni ivi raggiunte sono approfondite in Position et approches concrètes du mystère ontologique (1933, apparso in appendice al dramma Le monde cassé), Etre et avoir (1935), Du refus à l'invocation (1940), Homo viator, prolégomènes à un métaphysique de l'espérance (1944), Le mystère de l'Être (1951-53, 2 voll.), Les hommes contre l'humain (1952), Le déclin de la sagesse (1953), L'homme problématique (1955), Présence et immortalité (1959), libro composito, risultante dalla continuazione del Journal, da un saggio filosofico e da un incompiuto lavoro teatrale giovanile (L'Insondable, 1919).
Il teatro comprende Le seuil invisible (1914: La Grâce, Le palais de sable), Le coeur des autres (1921), Le quatuor en fa dièze (1920), L'Iconoclaste (1923), Un homme de Dieu (1925), la raccolta Trois pièces (1931: Le regard neuf, Le mort de demain, La chapelle ardente), Le monde cassé (1933), La soif (1933), Le chemin de Crète (1936), Le dard (1936), Le fanal (1936), La grille, L'horizon (1945), le Pièces comiques (1947: Colombyre ou le posthume), Vers un autre royaume (1949: L'émissaire, Le signe de la Croix), La fin des temps (1950). Le cronache di teatro sono raccolte in L'heure théâtrale (1958).
Nella formazione di M. confluiscono motivi hegeliani e neoidealistici con suggestioni bergsoniane. Da tali basi è venuto gradatamente elaborando una propria filosofia che gravita sul concetto di esistenza. Questa appare istituirsi nel sentimento fondamentale della corporeità come nostra presenza nel mondo. La corporeità è però integrata ed insieme trascesa dalla condizione metafisica del pensare e del vivere come partecipazione umana all'Essere, esigenza della persona assoluta. Le opere degli anni successivi alla conversione hanno accentuato il distacco dal fideismo esistenzialistico per orientarsi verso la fondazione di una teoria della ragione non necessariamente ancorata al criterio razionalistico-scientifico della verificabilità.
Bibl.: M. De Corte, La philosophie de G. M., Parigi 1938; M. A. Zoccoletti, La filosofia dell'esistenza secondo G. M., Padova 1942; J. Chenu, Le théâtre de G. M. et sa signification métaphysique, Parigi 1948; P. Ricoeur, G. M. et K. Jaspers, ivi 1948; G. Olivieri, La filosofia di G. M., Milano 1950; P. Prini, G. M. e la metodologia dell'inverificabile, Roma 1950; A. Scivoletto, L'esistenzialismo di M., Bologna 1951; M. Bernard, La philosohpie religieuse de G. M., Parigi 1952; R. Troisfontaines, De l'existence de l'être. La philosohpie de G. M. (con un'ottima bibliogr.), 2 voll., Lovanio 1954; A. Rebollo-Pena, Critica de la objectividad en el existencialismo de G. M., Burgos 1954; E. Sottiaux, G. M. philosophe et dramaturge, Lovanio 1956; F. Hoefeld, Der christliche Existentialismus G. M.'s, Zurigo 1956; J.-P. Bagot, Connaissance et amour. Essai sur la philosophie de G. M., Parigi 1958; M. M. Davy, Un philosophe itinérant: G. M., ivi 1959.