MORTILLET, Gabriel de
Paleoetnologo, naturalista, uomo politico francese, nato a Meylan (Isère) il 29 agosto 1821, morto a Saint-Germain-en Laye il 25 settembre 1898.
Si dedicò dapprima agli studî naturalistici, pure prendendo parte ai moti insurrezionali della fine del regno di Luigi Filippo: nel 1849 fu condannato per avere tentato la liberazione dal carcere di Ledru-Rollin. Dal 1850 al 1864 soggiornò in Savoia, ove compì studî di zoologia, paleontologia e geologia. Durante questo periodo ebbe modo di frequentare l'Italia e di mettersi in rapporto amichevole con i naturalisti italiani iniziatori degli studî paleoetnologici, quali B. Gastaldi, G. Capellini, E: Cornalia, A. Stoppani, P. Strobel, L. Pigorini. Ritornato a Parigi nel 1864 si pose alla testa degli studî di paleontologia umana, allora venuti in celebrità e fondò i Matériaux pour servir à l'histoire de l'homme, pubblicazione cessata nel 1888 perché fusasi con altre due e assorbita da L'Anthropologie. Da allora fino alla morte, la sua attività fu spesa tutta per l'incremento della nuova disciplina, e non fu rallentata neppure da una breve parentesi di vita politica, quando il M. fu eletto deputato nel 1885.
Invitato da G. Capellini, nel 1865, prese parte alla prima riunione di naturalisti a La Spezia, in cui fu votata la fondazione del Congresso internazionale paleoetnologico. Nel 1876 fu nominato professore all'École d'anthropologie; dal 1868 al 1885 fu addetto al Museo di antichità nazionali di Saint-Germain, ebbe la presidenza della Società d'antropologia di Parigi e della Commissione dei monumenti megalitici.
Mente lucida e metodica, il M. non solo seguì e favorì ogni impresa atta al progresso della paleoetnologia, ma ben presto (tra il 1869 e il 1873) ordinò con un rigido sistema di classificazione i materiali preistorici, diventando un ascoltato caposcuola, pur non senza oppositori (v. archeologia: L'archeologia preistorica). La rigidezza del suo sistema, di una semplicità seducente, riuscì infatti dannosa, quando venne generalizzata e applicata dogmaticamente senza riserve; ciò nonostante l'opera sua servì ad apportare ordine nelle ricerche, specie in Francia.
Tra i suoi numerosi scritti, primeggiano: il Musée préhistorique, albo illustrato con la collaborazione del figlio Hadrien (1ª ed., Parigi 1881; 2ª, rived. e aument., 1903); Le Préhistorique (1ª ediz., Parigi 1883, poi ristampato, 3ª ed. 1900, in collaborazione col figlio H.); Origines de la chasse, de la pêche et de l'agriculture, Parigi 1890 (opera molto notevole); Formation de la nation française, Parigi 1897 (opera meno felice).
Dei suoi figli, Hadrien, nato a Ginevra nel 1853, morto a Parigi il 20 luglio 1931, collaborò col padre, ne illustrò le opere con abili disegni, e fu professore all'École d'anthropologie, e Paul, tuttora vivente, si occupò anch'egli di studî preistorici.
Bibl.: L'elenco degli scritti di G. de M. è dato nel necrologio redatto da E. Cartailhac, in L'Anthropologie, IX (1898), pp. 601-12; più completamente da P. de Mortillet, in Bulletin et Mém. de la Société d'Anthrop. de Paris, s. 5ª, II (1901), pp. 448-464; gli scritti riguardanti l'Italia sono elencati da L. Pigorini, in Bullett. Paletnol. ital., XXIV (1898), p. 308.