FURORE (dal lat. furor)
Esaltazione violenta e aggressiva nel colmo dell'ira. I maniaci vanno facilmente in collera se sono contraddetti e frenati; se poi sono sottoposti a violenta coercizione, entrano in un orgasmo rabbioso, che giunge al furore e spinge agli atti più violenti. Il furore maniaco è appunto di solito provocato da eccessiva e malaccorta coercizione. Soltanto in casi eccezionali, quando col vivo esaltamento maniaco coincide una disposizione personale a sentimenti aggressivi, si ha, malgrado ogni cautela, la conversione dell'umor gaio, proprio dei maniaci, in eccitamento furibondo. Il quadro del furore maniaco si può osservare, naturalmente, in tutte quelle psicosi, organiche o funzionali, in cui può comparire la sindrome maniaca: così, per es., nella paralisi progressiva, nell'emenza, nella demenza senile, nell'isterismo. Negli epilettici, gli accessi d'ira, anche se sono suscitati da un'ingiuria o un diverbio, traboccano facilmente nel furore, con impeti pantoclastici e omicidi. Crisi di questo genere si presentano anche senza motivo, come equivalenti psichici dell'accesso epilettico; più spesso il furore è provocato durante una crisi di malumore da qualche stimolo emozionante minimo, che agisce come una scintilla provocatrice dell'esplosione: un urto accidentale, una parola malamente interpretata, uno scherzo fuor di proposito. Le crisi di furore epilettico hanno spesso come epilogo un accesso convulsivo e sono seguite da amnesia. Le crisi di furore dei catatonici esplodono senza alcun perché, anche in mezzo a un periodo di calma: senza motivo, gli ammalati entrano in collera, in accessi di furore cieco, che si sfoga in violenze insensate. Ben di rado entrano in furore i paranoici perseguitati o litiganti: di solito si reprimono benissimo; vanno in furore soltanto quando le resistenze o le pretese ostilità dell'ambiente li mettono al colmo dell'esasperazione.