FURLO (A. T., 24-25-26)
Gola dell'Appennino Marchigiano, formata dal fiume Candigliano, affluente di destra del Metauro, e incisa nei calcari del Liassico inferiore del M. Pietralata (886 m.) e del M. Paganuccio (977 m.), che scendono verso il fiume con pareti quasi verticali. Vi passa la Via Flaminia, che l'attraversa con una galleria (Galleria del Furlo, forulus, chiamata anche Saxa Intercisa o Petra Pertusa), fatta scavare nel punto più stretto della gola dall'imperatore Vespasiano nel 77 d. C. (C.I.L., XI, n. 6106), lunga 38 m., larga al massimo 5 m. e mezzo, alta quasi 6 m. Luogo forte nell'alto Medioevo, fu sede d'un rifugio per i viandanti denominato di S. Vincenzo ad Petram Pertusam. Presso questa galleria, che è il più antico esempio del genere, dovuto all'opera dei Romani, ve n'è un'altra, scavata probabilmente dagli Umbri, lunga 8 m. A valle della Gola del Furlo il Candigliano confluisce nel Metauro e poi è Fossombrone e l'aperto corso inferiore del fiume; a monte è l'ampia conca di confluenza d'Acqualagna, dove, secondo un'ipotesi, sarebbe avvenuta la battaglia del Metauro (v.). Presso la gola del Furlo il Candigliano è stato sbarrato con una diga alta 41 m., e si è formato un lago-serbatoio di kmq. 0,28 e del volume di 2 milioni di mc., in esercizio dal 1923, per sviluppo di energia elettrica.
Bibl.: P. Montecchini, La Strada Flaminia detta del Furlo, Pisa 1879; A. Vernarecci, La Montagna del Furlo, Fossombrone 1887; Philipp, in Pauly-Wissowa, Real-Encycl., X, coll. 1608-9.