fummare (fumare)
Normale ‛ fummare ', mentre ‛ fumare ' compare soltanto in rima, nella III singol. del presente indicativo.
Con costrutto intransitivo, nel senso di " emettere fumo, vapore ", in If XXV 93 Elli [Buoso] 'l serpente e quei lui riguardava; / l'un per la piaga e l'altro per la bocca / fummavan forte, e 'l fummo si scontrava, e XXX 92 li due tapini [Putifarre e Sinone, che per febbre aguta gittan tanto leppo, v. 99] / che fumman come man bagnate 'l verno.
In espressione figurata in Pd XXI 100, detto della mente degli uomini che in terra fumma, " è offuscata " dalla caligine dei sensi e del peccato (cfr. XVIII 120 il fummo... vizia il raggio benefico di Giove), mentre l'intelligenza dei beati è illuminata dalla luce divina.
Con costrutto transitivo, in Pg XXIV 153 Beati cui alluma / tanto di grazia, che l'amor del gusto / nel petto lor troppo disir non fuma, " non emittit " (Benvenuto), " non evapora " (Landino). Per il Cesari D. " adopera il verbo fumare (levar fumo), per mantener la metafora del cibo; che, essendo soverchio, fa sobbollir dallo stomaco al celabro quella nebbia di vapori grassi e viziati, che rannuvola ed affoga talor la ragione ".