fumetto digitale
fumétto digitale locuz. sost. m. – Modalità di produzione e anche sistema di distribuzione e fruizione delle opere a fumetti. A livello produttivo sono f. d. quelli la cui realizzazione viene espletata con l’ausilio di dispositivi elettronici e software dedicati. I disegni vengono di norma eseguiti a mano utilizzando tavolette grafiche dotate di stilo che trasformano i movimenti della mano dell’artista in segni riprodotti in tempo reale su uno schermo, arrivando a simulare la pressione della punta sul foglio elettronico e l’inclinazione dei tratti. Tecniche alternative prevedono l’uso di grafica vettoriale o di ambienti e personaggi creati da applicazioni per la CGI (Computer-generated imagery). I primi esempi di f. d. risalgono agli anni Ottanta (Shatter, First comics 1985-86) ed è del 1988 l’uscita del primo fumetto tutto creato al PC (Iron man: crash, Marvel comics). Si definiscono inoltre f. d. (o webcomics, online comics, Internet comics) quelli che vengono pubblicati regolarmente via web attraverso siti, blog e social network. Sono opere concepite per la fruizione in rete e che spesso prediligono la forma della striscia o del racconto breve, anche se la sperimentazione è uno dei tratti costitutivi del settore. Nati a metà degli anni Ottanta del 20° sec., si sono affermati come genere solo nel decennio successivo con la pubblicazione di Kevin & Kell, Argon zark!, Slow wave e del collettivo Art comics daily (1995), e poi di Penny arcade e PvP (1998). Tra i più noti autori italiani di f. d., Giacomo Bevilacqua (Pandalikes), Elisabetta Decontardi (Inkspinster), Davide La Rosa (Mulholland Dave) e Michele Rech (Zerocalcare). Sono f. d., infine, anche le conversioni in formato digitale di opere già esistenti a stampa, distribuite gratis o a pagamento attraverso piattaforme e applicazioni disponibili su tablet e PC, talvolta arricchite da contenuti aggiuntivi, effetti sonori ed elementari animazioni (nel qual caso sono definiti animated comics).