FULVIA (Fulvia)
Figlia di M. Fulvio Bambalio ("il balbuziente"), moglie di P. Clodio Pulcro assassinato nel 52 a. C., poi di C. Scribonio Curione, caduto in Africa nel 49, e infine, nel 46 a. C. di M. Antonio. Terminata la guerra civile sfavorevolmente agli Antoniani (resa di Perugia, 40 a. C.) dovette riparare in Grecia. Morì a Sicione nel 40 a. C.
Di F. gli scrittori ricordano soltanto un particolare fisionomico: una guancia più gonfia dell'altra (Suet., De rhetor., 5), dipingendola al tempo stesso come donna di notevoli attrattive fisiche ed insieme di limitata intelligenza, di un carattere smisuratamente orgoglioso ed insieme impetuoso e violento.
Il ritratto di F. appare in tipi di monete coniate posteriormente al suo matrimonio con Antonio: a) quinarü di M. Antonio coniati a Lione; b) aureo di Q. Numonio Vaala (43 circa); c) denaro argenteo di L. Mussidio Longo; d) moneta bronzea coniata a Fulvia (Eumenia?), in Asia Minore. È costantemente ripetuto il tipo del busto alato di F., rappresentata come Vittoria, eco del successo del partito antoniano in Oriente; volto pieno, fronte bassa e convessa, naso aquilino, mascelle marcate, e caratteristica pettinatura del tempo con scriminatura e treccia con nodo sull'alto del capo e crocchia sulla nuca. Mentre nei quinarii lionesi l'intonazione provinciale è caratterizzata da una tecnica sommaria, nell'aureo di Vaala si ha un tipico ritratto augusteo, dalle forme solide e graziose, ma un po' vacue e fredde. Più facile e franco lo stile dei tipi della città microasiatica, pur con lievi divergenze fisionomiche.
Probabile è l'identificazione con una testa marmorea femminile da una villa romana presso Colonna (Copenaghen, Gliptoteca Ny Carlsberg) databile, in base a confronto con le monete, al 42 a. C., nella quale il naturalismo di tradizione italica è armonicamente compenetrato con la compiuta eleganza formale del classicismo augusteo.
Bibl.: Münzer, in Pauly-Wissowa, VII, i, c. 281, s. v. Fulvius, n. 113; E. Malcovati, in Quaderni di Studi Rom., Donne di Roma Antica, I, Ist. di Studi Romani, 1945. Monete: E. Babelon, Monn. Rép., I, p. 168, n. 32; II, p. 242, n. 4; p. 264; H. Cohen, Monn. Emp., I, p. 151, n. I, cfr. I, p. 29, n. I; M. Bahrfeldt, Die römische Goldmünzprägung während d. Republik u. unter Augustus, Halle 1923. Per l'iconografia: J. J. Bernoulli, Röm. Ik., Stoccarda 1882, p. 211; W. Helbig, in Mon. Ant. Linc., 1891, I, pp. 573-90, t. 1-2; R. West, Römische Porträtplastik, I, Monaco 1933, p. 105, tav. LXVIII, figg. 58-59.