full time
Tipologia di durata della prestazione lavorativa. Generalmente viene riferita sia all’attività svolta sia alla persona che la svolge. Occupazione f. t., o a tempo pieno, indica un lavoro svolto per il numero normale di ore stabilite dalla legge.
La principale fonte normativa per la definizione dell’orario di lavoro è rappresentata dall’art. 36 della Costituzione, che stabilisce che la durata massima della giornata lavorativa è decisa dalla legge. In base al d. legisl. 66/2003, l’orario normale di lavoro è fissato in 40 ore settimanali, mentre le ore oltre la quarantesima sono classificate come lavoro straordinario (➔). La norma modifica la disciplina precedente che prevedeva un orario massimo giornaliero pari a 8 ore. I contratti collettivi di lavoro possono stabilire una durata minore su base settimanale e possono inoltre fissare l’orario settimanale come durata media delle prestazioni lavorative in un periodo non superiore all’anno. In ogni caso l’orario massimo settimanale (compreso lo straordinario) non può eccedere le 48 ore per ogni periodo di 7 giorni, limite da osservarsi come media in un periodo non superiore ai 4 mesi (elevabile fino a un massimo di 12 per ragioni obiettive, tecniche o inerenti all’organizzazione del lavoro). Il lavoratore f. t. ha diritto a un riposo di almeno 24 ore consecutive ogni 7 giorni; la pausa può essere calcolata anche come media in un periodo non superiore ai 14 giorni. Ha, inoltre, diritto a 11 ore di riposo consecutivo ogni 24 ore (riposo giornaliero) e quindi l’estensione massima della giornata di lavoro è di 13 ore.
La settimana lavorativa f. t. varia da Paese a Paese. È compresa tra le 32 e le 40 ore negli Stati Uniti, in Francia è fissata per legge in 35 ore, mentre in Germania varia tra le 35 e le 40 ore.
In alternativa al f. t. i lavoratori possono scegliere una occupazione part time (➔). Tale scelta è effettuata tenendo conto del trade off tra consumo e tempo libero (➔ lavoro, offerta di) e generalmente varia nelle fasi del ciclo vitale. In altri termini, gli individui possono scegliere di scambiare un po’ di tempo libero nel presente in cambio di maggior consumo futuro. Essi tenderanno a lavorare f. t. negli anni in cui il salario è elevato e il costo opportunità del tempo libero è basso, mentre preferiranno lavorare part t. negli anni in cui la retribuzione è bassa e il costo-opportunità del tempo libero è elevato (➔ costo-opportunità, teoria del). Per es., la presenza di figli nella famiglia aumenta il valore del tempo trascorso fuori dal mercato, soprattutto per l’individuo con maggiori responsabilità relative alla loro cura, e quindi favorisce per tale individuo la scelta del lavoro part t. invece del full time. Data la mancanza di parità fra generi del lavoro di cura all’interno delle famiglie, ciò spiega la minore frequenza del lavoro f. t. per le donne rispetto agli uomini (nel 2010, 72,1% del totale contro il 90,9% fra gli uomini), soprattutto nelle fasce centrali di età.