FULDA (antica forma Fuldaha "acque continentali"; A. T., 53-54-55)
Città della Germania nella provincia prussiana di Assia Nassau (distretto di Kassel), sulla destra del fiume d'egual nome, 248 m. s. m., con 26.060 ab. (1925) per la maggior parte cattolici (5790 protestanti e 1140 ebrei). Il fiume Fulda, il più importante dell'Assia, scorre da sud a nord tra Vogelsberg (a ovest) e Rohn (a est); dove s'allarga una prima volta è il ridente bacino di Fulda. Più a nord, presso l'unione della Werra con la Fulda, è Kassel.
La città venne formandosi nel sec. VIII attorno al famoso monastero benedettino (v. appresso), e, come questo, dovette il suo sviluppo alla favorevole posizione geografica, sulla strada che da Magonza conduce nella Turingia, in un punto dove era possibile dominare l'Assia, la Turingia e la Baviera. Fu elevata a città nel 1208; e all'inizio del sec. XIV i cittadini cercarono di sottrarsi al dominio degli abati del monastero; ma la rivolta fu domata con la forza e la cittadinanza severamente punita. Occupata dai contadini, durante la famosa rivolta dell'età della Riforma, fu liberata dal langravio Filippo il Magnanimo di Assia. Dovette poi ancora soffrire per le violenze soldatesche nella guerra dei Trent'anni e in quella dei Sette anni. Nel 1866 passò alla Prussia.
Fulda è ora sull'importante linea Francoforte-Berlino ed è frequentato mercato di cereali e di bestiame. Minore importanza ha l'industria tessile.
Monumenti. - Dell'antica chiesa del monastero del sec. VIII e IX non rimane che la cripta con la tomba di S. Bonifacio. La cattedrale (1704-1712), capolavoro di Johann Dientzenhofer, richiama, per l'alta e luminosa cupola e l'ampio corpo centrale, la basilica vaticana. Alla chiesa è unito il monastero, ora seminario, terminato nella parte essenziale nel 1668. La chiesa di S. Michele, costruita nel sec. IX dai monaci dirimpetto alla cattedrale per servire di cappella cimiteriale, conserva il nucleo primitivo: una rotonda con ambulacro interno; nel resto appartiene in gran parte ai rifacimenti eseguiti nel sec. XI. Dell'epoca carolingia sono le otto colonne del primo ordine, con interessanti capitelli. Tra le chiese di Fulda, oltre alla comunale (1770-1771), di stile rococò, è notevole quella delle Monache, all'esterno di stile Rinascimento tardo, mentre all'interno ha conservato in sorprendente purezza le forme gotiche. Il castello, eretto nel 1315, fu rimodernato completamente al principio del sec. XVIII da Andrea Gallasini e F. J. Stengel, di cui i lavori più belli sono la sala imperiale e l'aranciera. I suoi giardini, assai notevoli, disegnati da M. von Welsch ed eseguiti da Stengel nel 1722, hanno ora una forma diversa dalla primitiva. Gli edifici ecclesiastici nei dintorni del castello (seminario, antica università, biblioteca regionale), del sec. XVIII, formano un insieme di austera bellezza. Nella biblioteca regionale sono pregevolissimi manoscritti e incunaboli. Il museo civico ha una ricca sezione preistorica e una medievale di scultura e d'arti minori, e una galleria di quadri con opere d'artisti locali. Il museo della cattedrale ha opere d'arte e oggetti della chiesa o della diocesi.
Il monastero di Fulda. - Il monastero fu fondato dal monaco bavarese Sturmi, discepolo di S. Bonifacio, presso la Fulda, sulla via di collegamento fra Magonza, centro della missione di S. Bonifacio e la Turingia. Ma la prima fondazione (presso l'attuale Hersfeld) era minacciata dalla vicinanza dei Sassoni pagani; e perciò il monastero fu trasportato, nel 744, in presenza di S. Bonifacio, ad Eichloh, più a monte sulla Fulda. La nuova località si trovava nella vasta Silva Buchonia, il terreno per la costruzione fu donato da Carlomanno. Così il monastero ebbe subito il carattere di un'abbazia imperiale, i suoi possessi furono infatti accresciuti da ricche donazioni dei Carolingi. Il primo abate, Sturmi, organizzò il monastero sul modello dei monasteri benedettini italiani, la cui organizzazione egli aveva studiato per un anno, sopra tutto a Roma e a Monte Cassino. S. Bonifacio ottenne pure da papa Zaccaria che Fulda fosse dichiarata immune dall'autorità vescovile, e sottoposta invece direttamente alla S. Sede. Fu così il primo monastero esente, in tutto il regno dei Franchi. Pipino confermò questo privilegio pontificio.
Ma, morto S. Bonifacio, che fu sepolto a Fulda e che a Fulda godette sempre di grande venerazione, il suo successore nel vescovado di Magonza, Lullo, ostacolò lo sviluppo del monastero, che egli si fece assegnare da Pipino, allontanandone l'abate Sturmi. Tuttavia Pipino rimise più tardi Sturmi di nuovo nel suo posto, e ristabilì l'indipendenza di Fulda. Già questo primo abate riprese l'attività missionaria di S. Bonifacio presso i vicini pagani; più tardi, quando Carlomagno ebbe sottomesso i Sassoni, l'attività missionaria divenne il compito principale dei monaci. Il secondo abate, Baugulf, cominciò la costruzione monumentale del monastero; e sotto il suo successore, Ratgar, l'attività costruttrice divenne mania: e questa fu la causa per cui l'imperatore Ludovico il Pio lo depose dalla carica, su reclamo degli stessi monaci. Lo sostituì l'abate Eigil, a cui è dovuta la narrazione della vita dell'abate Sturmi.
La gloria di Fulda è dovuta alla sua importanza come centro di cultura. Già Bonifacio diede un valore speciale alla scuola del monastero; e infatti i più antichi manoscritti e la scuola di Fulda risalgono ai suoi tempi. Certo gl'inizî furono modesti; e ancora l'abate Ratgar era solito mandare i monaci più capaci a Tours, presso il celebre Alcuino. Ma già Eginardo, lo storico di Carlomagno, ed Eigil devono la loro istruzione alla scuola di Fulda. La generazione successiva fu istruita poi da Alcuino stesso. Per mezzo poi di Rabano Mauro, diventato direttore della scuola del monastero prima, poi abate e più tardi anche arcivescovo di Magonza e primate della Germania, Fulda divenne un centro d'istruzione per tutta la Germania. Vi studiarono uomini come Baturich, vescovo di Ratisbona; Hemmo, vescovo di Halberstadt; Alderich, abate di Ferrières e il suo successore Lupo; Walafrid, abate di Reichenau; Otfrid di Weissenburg. L'importanza intellettuale del monastero risulta dal fatto che, quando avvenne la divisione dell'impero carolingio tra i figli di Ludovico il Pio, e di conseguenza gli Annali imperiali - l'opera storica ufficiosa dell'impero franco - dovettero pure essere separati in due diverse serie, in esso furono compilati gli Annali imperiali dei Franchi orientali. Gli Annales Fuldenses cominciano con un estratto dagli antichi Annali imperiali franchi; proseguono, probabilmente ad opera di Eginardo, fino all'838, e poi fino all'863 ad opera di Rodolfo. L'ulteriore proseguimento degli Annali imperiali invece non fu più compiuto a Fulda, ma prima a Magonza, poi in Baviera, soprattutto a Nieder-Altaich.
Il monastero possedeva estesissimi beni (solo in beni allodiali, 15.000 Hufen), cioè più di 500.000 iugeri, cosicché si ebbe come un vero e proprio stato conventuale. E crebbe, con la potenza spirituale ed economica, anche la potenza politica degli abati del monastero, che nel 1170 diventarono principi dell'impero. Ma nel basso Medioevo il monastero decadde, sia per le contese interne tra gli abati e il capitolo, sia per le lotte contro i principi vicini. Nel 1487 tutti i beni di Fulda dovettero essere ipotecati a Magonza e al langravio di Assia. Il movimento riformatore ebbe in un primo periodo parecchio successo tra i monaci fuldensi; ma nel 1573 iniziò l'opera controriformatrice l'abate Baldassare, che ebbe un pieno successo. Nella guerra dei Trent'anni lo stato di Fulda passò all'Assia. Nel 1752 Fulda fu innalzata alla dignità di vescovado; dopo varie vicende nei tempi di Napoleone esso passò nel 1816 all'Assia Elettorale, nel 1866 alla Prussia. (V. tavv. XLI e XLII).
Bibl.: Oltre agli scritti in Fuldaer Geschichtsblätter (dal 1902; pubbl. del Fuldaer Geschichtsverein), v. H. von Dehn-Rothfelser, Mittelalterliche Baudenkmäler in Kurhessen, Kassel 1862; id., Die St. Michaelkirche zu Fulda, Kassel 1866; M. Tangl, Die Fuldaer Privilegienfrage, in Mitteilungen des Institutes für österr. Geschichtsforschung, X (1899); G. Richter, Quellen und Abhandlungen zur Geschichte der Abtei und der Diocese Fulda, Fulda 1904-1923; W. Wattenbach, Deutschlands Geschichtsquellen im Mittelalter, 7ª ed., I, Stoccarda e Berlino 1904; A. Hauck, Kirchengesch. Deutschlands, I-II, Lipsia 1904-11; E. Stengel, Fuldensia, I, in Archiv für Urkundenforschung, V, 1914; K. Freckmann, Der Dom zu Fulda, Augusta 1928. V. anche bonifacio, san.