FTIA e FTIOTIDE (Φϑία, Φϑιῶτις)
Nella parte SE. della grande pianura tessalica, là dove questa comincia ad alzarsi verso il massiccio dell'Othrys, e più precisamente vicino alle sorgenti del fiume Apidanos, si eleva una collina nella quale con sufficiente probabilità si possono ricercare gli avanzi dell'antica Ftia. Qui infatti, dove gli scavi misero in luce diversi cocci preistorici e geometrici e - sulle pendici orientali del colle - resti di basi votive e una iscrizione relativa al vetusto Zeus Thaulios, sembra sorgesse l'antica città dei Mirmidoni, il cuore stesso del regno di Peleo e di Achille: città cui la posizione largamente dominatrice della pianura sottoposta conferì ben presto un'importanza che solo il nascere della vicina Farsalo riuscì a far impallidire e poi a estinguere; ma non tanto che gli abitanti di Farsalo e di tutta la regione all'intorno non vedessero sempre in quella città la loro antichissima culla, e il nome Ftia non vivesse costantemente nella tradizione mitologica come quello della eponima ed eroina della città, affiorando anche nelle leggende dell'Acaia peloponnesiaca, a conferma degli antichi legami etnici che collegavano quest'ultima alla regione tessalica. E il nome di Ftia, per ricordo appunto delle antiche tradizioni e, insieme, per affermazione di sentimento nazionale, fu portato da alcune donne appartenenti alle famiglie dominatrici della Grecia settentrionale, come dalla madre di Pirro e dalla figlia di Alessandro di Epiro, futura moglie di Demetrio II. Ricca per natura era la pianura tessalica dominata da Ftia, e però fu abitata e coltivata molto presto, come dimostrano sei centri preistorici dei quali furono ivi trovati gli avanzi. Quello che una volta era il mitico regno di Peleo e di Achille doveva comprendere, oltre alla pianura Ftiotica (detta in seguito Τετρὰς Φϑιῶτις), anche la prossima regione montuosa dell'Acaia Φϑιῶτις, abbracciando così quasi tutto il massiccio dell'Othrys e giungendo forse anche a Lamia nella valle dello Spercheio, mentre a occidente confinava con la terra dei Dolopi. La distinzione fra queste due regioni della Ftiotide avvenne dopo la conquista che ne fecero i Tessali, i quali, stabilendosi nella prima, considerarono la seconda come terra soggetta non tessalica, e riguardarono i montanari che l'abitavano come perieci. Tale distinzione fra la Tetras e l'Acaia Φϑιῶτις permane, come si può vedere negli autori classici, fino al sec. II a. C., quando venne abolita dai conquistatori romani. La Ftiotide, dopo essere a lungo appartenuta alla Tessaglia, nel 364 fu data da Alessandro tiranno di Fere alla Beozia, per tornare poi probabilmente tessalica. Filippo II di Macedonia la volle indipendente, facendola però con la Tessaglia alleata ubbidiente della Macedonia. Dopo essere entrata nella lega etolica, nel 196 fu unita dai Romani alla Teisaglia, con facoltà però di conservare suoi proprî ieromnemoni (τῶν 'Αχαιῶν Φϑιωτῶν). Le città della Ftiotide - fra le quali sono da ricordare, oltre a Ftia e Farsalo, Tebe, Halos, Pteleon, Larisa Kremaste, Echinos, Pyrasos, Ftonos, Meliteia - erano governate da arconti, a lato dei quali stavano un senato e un'assemblea popolare. V'erano poi, in ogni città, agoranomi e un tamias; per Halos è testimoniato anche un ipparco (184 a. C.). Dopo la conquista romana della Grecia, gli arconti furono sostituiti dai ταγοί.
Bibl.: N. Giannopulos, Φϑιωτικά, Atene 1891; F. Stählin, Zur Landeskunde der Phthiotis, in Ath. Mitt., XXXI (1906), p. i seg.; J. G. Bortselas, Φϑιῶτις, Atene 1907; P. Kip, Thessalische Studien, Halle 1910, p. 54 seg.; V. Costanzi, Φϑιωτικά, in Δελτ. τῆς ϕιλαρχ. ἑταιρ. "Οϑρυος, Atene 1911; A. Ferrabino, in Enthapia per E. Pozzi, Torino 1913, p. 105 segg.; F. Stählin, Das Hellenische Thessalien, Stoccarda 1924, p. 135 segg. - Iscrizioni in Inscrioptiones Graecae, IX, 2, n. 94 segg.; N. Giannopulos, Ath. Mitt., XXXIII (1908), p. 293. Per le leggende relative a Ftia, O. Höfer, in Roscher, Lexicon d. griech. u. röm. Myth., III, 2, col. 2471 seg.