FROSINONE (A. T., 24-25-26)
Città del Lazio meridionale, nella regione detta Ciociaria (v.), capoluogo di una nuova provincia creata con R.D. 6 dicembre 1926. Sorge sulla sommità spianata di una collina di m. 291, scendente a ovest con pendio ripido al fiume Cosa, affluente del Sacco, mentre a nord e a sud è delimitata da due minuscoli fossi tributarî del Cosa. Vi si accede più comodamente da sud, mentre la via che, proveniente da Alatri, sale l'altura da nord, deve inerpicarsi con faticose serpentine. La città domina la pianura del Sacco a monte della stretta di Ceccano e fronteggia gli opposti Lepini, sul pendio dei quali, dirimpetto, è Supino.
L'antica Frusĭno, quantunque situata nel territorio degli Ernici, fu in origine città volsca: è menzionata per la prima volta nel 306 a. C. come istigatrice della ribellione degli Ernici contro Roma (Diodoro, XX, 80; Liv., X, 1), onde fu severamente punita con la perdita di un terzo del suo territorio e con l'uccisione dei capi dei congiurati, e fu ridotta allora a prefettura, con diritto di cittadinanza senza suffragio. Ebbe dopo la guerra sociale, se non già prima, i pieni diritti municipali. Nell'età imperiale è menzionata come colonia. Distrutta più volte nel Medioevo, nel sec. XIII passava alla Chiesa; e, negli ultimi tempi del governo pontificio, era capoluogo della provincia di Marittima e Campagna.
La città conserva pochi avanzi medievali e ha aspetto moderno, con strade recenti, larghe e spesso alberate, come il Corso Vittorio Emanuele che fa il giro esterno di una parte della città, lungo gli antichi bastioni, ampie piazze, come quella VI Dicembre ove sorgono il grandioso palazzo del Governo e il monumento a Nicola Ricciotti e compagni di E. Biondi. Sul Corso è il monumento eretto nel 1923 ai caduti dell'ultima guerra, di C. Bazzani.
Frosinone nel 1656 aveva 1885 ab., ma già circa 3000 nel 1701. Nel corso del sec. XVIII la popolazione crebbe molto notevolmente fino a raggiungere i 6670 ab. nel 1782; mentre nei decennî seguenti si mantenne, come in genere in questa parte del Lazio, stazionaria, con tendenza, anzi, a diminuire (6014 abitanti nel 1816), per quanto dal principio del secolo Frosinone fosse eretta a capoluogo di provincia. Nel 1853 aveva 9234 ab., nel 1871 10.161, nel 1901 11.191, nel 1921 12.815; ora (1931), favorita dalla nuova erezione a sede della prefettura, ne ha 16.483; ma di questi solo una metà sono agglomerati nel centro, mentre il resto è sparso nella campagna, intensamente coltivata, soprattutto a vigneti, uliveti, cereali. Frosinone è perciò centro agricolo molto notevole e mercato importante, specie di bestiame, anche perché in facile comunicazione coi paesi circostanti per un raggio assai ampio. La stazione ferroviaria, sulla linea principale Roma-Cassino, è in basso, sul Cosa, a 3 km. dalla città: intorno ad essa è sorta una borgata che tocca ormai i 1000 ab.; più vicine sono le due stazioni (Frosinone scalo e Frosinone città) della linea Roma-Fiuggi-Frosinone. Bene sviluppati i servizî automobilistici. Il comune è ampio un po' piu̇ di 46 kmq.
La Provincia di Frosinone. - È assai vasta (3239 kmq.), abbraccia quasi tutto l'ex circondario di Frosinone (già provincia pontificia) e una parte dell'ex provincia di Caserta (in tutto 89 comuni). Comprende quasi intero il bacino del Sacco e la media valle del Liri-Garigliano, che sono tra le regioni più ricche di prodotti agricoli del Lazio; una parte di essi concorre all'alimentazione di Roma. La superficie agraria è calcolata a circa 2000 kmq.; prevalgono i seminativi, chi dànno grano e cereali in genere; seguono le colture arboree, vite (71 kmq.) e ulivo (200 kmq.), i cui prodotti si esportano largamente; le colture orticole (18 kmq.), che dànno legumi ed erbaggi apprezzati. Notevoli le coltivazioni di tabacco nei comuni di Pontecorvo ed Esperia. Il bosco copre un'area di circa 702 kmq. Il patrimonio di bovini (50.000 capi nel 1926) è modesto; discreta importanza ha invece l'allevamento dei suini (56.400). Nella zona montuosa, che si estende fino alla cresta delle elevate catene ernico-simbruine, molto sviluppato è l'allevamento del bestiame ovino (220.000 pecore e oltre 50.000 capre). Tra le ricchezze del sottosuolo vanno ricordate le acque minerali (in prima linea le celebri fonti di Fiuggi, v.), i modesti giacimenti petroliferi di S. Giovanni Incarico e Ripi, i bitumi, ecc. Tra le industrie ha il primo posto quella della carta (Isola Liri); una certa importanza ha oggi l'industria tessile (lanifici a Isola Liri e Arpino; tappeti ad Atina e Picinisco); seguono l'industria del cuoio, le industrie alimentari (pastificio), ecc. Numerosi gl'impianti idroelettrici, che utilizzano soprattutto l'energia sviluppata dal Liri con la cascata di Isola. L'intera provincia aveva 414.697 ab. al 21 aprile 1931, con un aumento di oltre 24.000 ab. rispetto al precedente censimento (390.420 ab. nel 1921).
Bibl.: Consiglio prov. dell'Economia di Frosinone, Attività economica della prov. di Frosinone nel 1928, Frosinone 1930; S. Giuliani, Le 19 provincie create dal Duce, Milano 1928; M. G. Falco, L'amministrazione papale e i comuni della Campagna e della Marittima nel M. E., in Arch. della R. Soc. Rom. di Storia Patria (a. 1915 a 1926); Corpus Inscript. Lat., X, i, p. 554.