fronte
Vocabolo esclusivo della Commedia, a eccezione di Rime CXIII 9 e Detto 177.
In otto esempi la parola conserva il suo significato fondamentale: Pg IX 112 Sette P ne la fronte mi descrisse / col punton de la spada; XII 98, XXIV 149, Pd III 14, sempre con riferimento alla f. umana. Ma D. ha usato il termine anche a proposito di un personaggio mitologico rappresentato in figura di donna (Pg IX 4 di gemme la... fronte [dell'Aurora] era lucente), o per indicare la parte della testa di un animale nella quale spuntano le corna: delle sette teste del mostro comparso a D. nel Paradiso terrestre, quattro un sol corno avean per fronte (Pg XXXII 146). Con lo stesso valore fondamentale, il vocabolo è usato anche in Detto 177.
Per estensione, indica l'intero capo. In Pg XXVII 43 ei crollò la fronte, ha lo stesso valore dell'espressione corrente " tentennò il capo ", come indirettamente conferma la variante crollò la testa ancora accolta nell'edizione del '37. I tiranni sono immersi nel Flegetonte infino al ciglio; perciò in If XII 109 quella fronte c'ha 'l pel così nero, / è Azzolino, non è indicata solo la f. del dannato, ma ovviamente l'intera parte della sua testa, dalle sopracciglia in su, che emerge dalla riviera di sangue. La stessa accezione estensiva in Pg XXII 108 (i Greci che... di lauro ornar la fronte), Pd VIII 64 (Fulgeami già in fronte la corona regale), XXV 12.
Più frequentemente la parola assume il valore di " faccia ", " volto ", come in Pg II 58 la nova gente alzò la fronte / ver' noi; e così pure in Rime CXIII 9, If XVIII 31, Pg XXVII 133 e XXVIII 8, Pd XXIV 53.
Unico esempio di locuzione avverbiale si ha in If XXV 100 a fronte a fronte, uno in faccia all'altro.
In alcuni casi è descritto il modo di atteggiare il volto, o anche l'intero capo, per indicare, in maniera esplicita o implicita, un particolare stato d'animo: ed el s'ergea col petto e con la fronte / com'avesse l'inferno a gran dispitto (If X 35); chinò la fronte, / e più non disse, e rimase turbato (Pg III 44); usi analoghi si hanno in Pg V 90, XIX 40, XXX 78. A questa accezione si riallaccia la locuzione figurata Alte terrà lungo tempo le fronti (If VI 70), allusiva alla superbia vendicativa e crudele con la quale i Neri vincitori eserciteranno la loro egemonia in Firenze.
Con il valore di " aspetto del volto ", in quanto espressione di un'emozione improvvisa e intensa, il vocabolo compare in I 81 rispuos' io lui con vergognosa fronte, e XXIV 17 Così mi fece sbigottir lo mastro / quand'io li vidi sì turbar la fronte. Anzi, in If XXI 66 mestier li fu d'aver sicura fronte, la parola si carica di un valore anche più ricco, tanto da esprimere più la fermezza d'animo di Virgilio che non l'aspetto esteriore del suo volto. Come vero e proprio sinonimo di " aspetto esteriore ", ricorre in Pg XXXI 29 quali agevolezze... / ne la fronte de li altri si mostraro, / per che dovessi lor passeggiare anzi?
Un uso ugualmente estensivo, ma in senso diverso da quello finora illustrato, si ha in Pg XV 10 io senti' a me gravar la fronte / a lo splendore; in questo esempio infatti f. sta per " occhi ", giacché è la vista di D. a essere abbagliata dalla luce dell'angelo.
Del significato di " parte anteriore " di una cosa, e specialmente di una schiera di uomini, si hanno due esempi: If XXXIII 33 Con cagne magre, studiose e conte / Gualandi con Sismondi e con Lanfranchi / s' avea messi dinanzi da la fronte; Pd XXXI 123 vidi parte ne lo stremo / vincer di lume tutta l'altra fronte, cioè " vidi un punto, nella zona estrema, più alta della rosa, vincere di splendore il cerchio degli spiriti luminosi che mi stavano di rimpetto " (Sapegno). Alla particolare sfumatura che il vocabolo acquista nel linguaggio militare, si riallaccia anche la locuzione figurata se 'l nome tuo nel mondo tegna fronte (If XXVII 57), possa la tua fama " resistere " all'assalto del tempo, come un esercito mantiene il possesso del fronte lungo il quale è schierato.
Per La f. della canzone, v. CANZONE.