FRIGIDO
. Nome antico del fiume carsico Vipacco. Col nome di Battaglia del Frigido è nota una battaglia che si svolse alla stazione di tappa Fluvius Frigidus (presso il corso del fiume, a 36 miglia da Aquileia) il 5 e il 6 settembre 394 d. C. fra le truppe di Teodosio e quelle dell'usurpatore Eugenio. Questa battaglia può essere considerata una delle più importanti del sec. IV d. C.
L'imperatore Teodosio con un esercito di circa 100.000 uomini (tra i quali 20.000 Goti comandati da Alarico e da Gaina), movendo dalle provincie orientali attraverso i passi delle Alpi Giulie, affrontava l'esercito dell'usurpatore Eugenio comandato dal generale franco Arbogaste (v.). Questi, disponendo di forze numericamente inferiori, con un sagace accorgimento tattico, nuovo o quasi in quell'epoca, attendeva l'urto del nemico non alla sommità del valico, ma al di là: le sue truppe erano schierate nel territorio dell'odiema città di Aidussina, più precisamente, secondo il Seeck e il Veith, su due collinette presso gli attuali villaggi di Dobbia S. Tommaso e di Zemono (comune di Vipacco). L'inizio delle ostilità (5 settembre) fu nettamente sfavorevole a Teodosio; la sua avanguardia, formata dai Goti, fu colta quasi di sorpresa e per metà massacrata. A stento lo stesso imperatore poté impedire che il resto dell'esercito iniziasse una disastrosa ritirata. Durante la notte, però, un capo germanico dell'esercito di Eugenio, Arbizione, disertò e passò col suo reparto dalla parte di Teodosio. Ripresa la battaglia il giorno seguente, l'imperatore trovò un formidabile alleato nella bora, che, soffiando con grande violenza da NO., investiva in pieno il fronte di Arbogaste, impedendo l'uso efficace delle armi e demoralizzando i Galli e i Germani non abituati al soffio micidiale del vento adriatico e propensi a riconoscere in esso un intervento soprannaturale del Dio dei cristiani contro la restaurazione del paganesimo tentata da Eugenio. Così la battaglia si concluse con la vittoria di Teodosio: Eugenio fu fatto prigioniero e ucciso dai soldati. Arbogaste errò per due giorni sui monti, poi si uccise.
Bibl.: A. Morpurgo, Arbogaste e l'Impero Romano, Trieste 1883; O. Seeck, Geschichte des Untergangs der antiken Welt, V, Berlino 1913, pp. 250-257; append., pp. 541-44; Pauly-Wissowa, Real-Encycl., VII, col. 104; E. Stein, Geschichte des spätrömischen Reiches, I, Vienna 1928, pp. 334-335. Ricostruzione della battaglia su dati storici e topografici: O. Seeck e G. Veith, Die Schlacht am Frigidus, in Klio, XIII (1913), pp. 451-467.