friganee
Farfalle primitive con larve acquatiche
Le friganee, insetti dell'ordine dei Tricotteri, sono strettamente imparentate con le farfalle, i Lepidotteri, poiché discendono da un antenato comune. Ma il loro ruolo ecologico è molto diverso: le larve dei Tricotteri vivono sul fondo delle acque dolci dove si nutrono di detriti o di piccoli organismi, mentre gli adulti spesso non mangiano affatto e hanno un apparato boccale regredito
L'ordine dei Tricotteri comprende oltre 3.000 specie distribuite in tutti i continenti. Il nome deriva dal greco e significa "ali pelose": infatti, una delle loro principali caratteristiche è quella di avere la superficie delle ali ricoperta da tanti cortissimi peli. Ciò distingue i rappresentanti di questo ordine, comunemente detti friganee, dalle farfalle (Lepidotteri), le cui ali sono invece ricoperte da minutissime squame. Inoltre, diversamente dalle farfalle, le friganee hanno colori poco vistosi ‒ fra il marrone e il grigio ‒ e non possiedono un apparato boccale succchiatore.
Le friganee si nutrono generalmente di sostanze liquide, forse più per idratare il corpo che per una vera e propria alimentazione. Anzi, molto spesso l'apparato boccale dei Tricotteri adulti è ridotto e inservibile, poiché questi non si nutrono durante la loro breve vita ma si limitano ad accoppiarsi per garantire la continuazione della specie. Le friganee conducono la maggior parte della vita allo stadio di larva, divorando detriti vegetali o piccoli animali sul fondo dei corsi d'acqua e degli stagni. Gli adulti possiedono occhi piccoli, palpi mascellari ben sviluppati e sporgenti, zampe lunghe, antenne lunghe e sottili. Volano soltanto al crepuscolo o nelle ore notturne; di giorno rimangono nascosti fra la vegetazione lungo le rive dei fiumi, tenendo le ali a tetto sul corpo. Invece, le larve si vedono molto spesso sul fondo dei ruscelli e sono ben conosciute dai pescatori sportivi che le usano come esca.
La presenza di Tricotteri in un corso d'acqua viene spesso indicata da strani astucci di materiale vario che si muovono lentamente sul fondo. Questi astucci vengono fabbricati dalle larve stesse con materiali scelti, fra quelli che trovano sul posto, in base al proprio istinto specifico di costruttori. Per esempio, le larve di alcune specie sono geneticamente programmate a cementare fra loro bastoncini o pezzettini di foglie, altre preferiscono sassolini o granelli di sabbia, altre ancora utilizzano gusci di lumachine acquatiche. Tutti questi materiali vengono tenuti insieme da fili di seta prodotti dalle ghiandole labiali. Ogni specie ha la tendenza a costruire un certo modello di astuccio, anche se all'interno della stessa specie gli astucci possono differire leggermente in base alla disponibilità dei materiali. Le larve che vivono in acque correnti tendono a fabbricare astucci con materiali pesanti, per esempio sassolini, mentre quelle che vivono in acque stagnanti tendono a scegliere materiali leggeri come frammenti di foglie e rametti. Tali astucci servono principalmente a nascondere le larve dei Tricotteri agli occhi dei predatori; tuttavia molti animali imparano a riconoscerle nonostante il camuffamento. Così fanno molti pesci e anche alcuni uccelli, in particolare il merlo acquaiolo, che nuota sotto l'acqua dei torrenti per cercare insetti acquatici.
Le larve dei Tricotteri sono utilizzate dagli ecologi come indicatori della qualità delle acque dolci. Infatti, la vita di molte specie dipende da particolari condizioni dell'acqua e quindi queste larve danno informazioni sulla quantità di ossigeno, di nitrati o di batteri presenti nel bacino. La loro presenza può indicare che in un determinato corso d'acqua il contenuto di ossigeno non scende mai al di sotto di un certo valore. Alcune specie di Tricotteri possono vivere anche in acque salmastre e riescono a sopportare variazioni notevoli della salinità.