BODENSTEDT, Friedrich von
Poeta tedesco, nato a Peine il 22 aprile 1819, morto a Wiesbaden il 18 aprile 1892. Nel 1841-43 visse in Russia come precettore in casa del principe Galizin (Golicyn), poi come insegnante, a Tiflis, donde trasse occasione a viaggi nel Caucaso e nell'Asia Minore. Rientrato in patria, condusse per alcuni anni ancora vita errabonda, con incarichi diversi: nell'inverno del 1848 fu a Roma, dove assistette, con W. Alexis e L. Schücking, alle manifestazioni patriottiche del popolo, ma, nel ritorno, scambiato per una spia austriaca, fu arrestato poco dopo Bologna da rivoluzionarî e trasportato a Venezia, dove lo Stieglitz lo riconobbe e poté finalmente farlo rilasciare: nel 1850, a Parigi, si incontrò col Michelet e con Victor Hugo. Professore di letterature slave a Monaco di Baviera dal 1854; soprintendente teatrale a Meiningen dal 1865, si ritirò a vita privata a Wiesbaden nel 1869. I dodici voll. delle Gesammelte Schriften (1867-69) comprendono solo una parte della sua produzione, che fu vastissima. Ma nessuno dei suoi molti racconti e romanzi ha vera vitalità. Delle composizioni narrative in versi, le migliori sono Ada, die Lesghierin (1852) e Sakuntala (1887). Dei racconti in prosa, il più celebre è Tausend und ein Tag im Orient (voll. 2, 1851), e sarebbe anch'esso dimenticato, se il B. non vi avesse inserito i Lieder von Mirza Schaffy, che, con la loro facile melodia e con la loro sentenziosa, ben luterana esaltazione del vino, della donna e del canto, divennero rapidamente popolarissimi. Il B. li presentò come traduzioni, attribuendone la paternità a un tal Mirza Schaffy, che gli aveva dato lezioni di lingua a Tiflis; e soltanto nella prefazione alla nuova raccolta Aus dem Nachlass Mirza Schaffys (1874) svelò la verità. Il gusto borghese dominante trovò subito la sua delizia in quel nuovo "pezzo di Oriente" che gli era offerto ed era tanto più facilmente accessibile che non la precedente poesia del Goethe, del Rückert, del Platen; e a Monaco il B. fu festeggiato accanto al Geibel e al Heyse. Lo Spohr, il Marschner e, più tardi, il Rubinstein vi accompagnarono la loro musica: imitazioni, parodie si susseguirono: la raccolta fu ristampata in duecento edizioni. E il B. restò sempre per il pubblico "il poeta di Mirza Schaffy", anche se alcune delle altre liriche (Gedichte, 1851; Aus der Heimat und Fremde, 1856; Altes una Neues, 1859; Einkehr und Umschau, 1876; Aus Morgenland und Abendland, 1882; Neues Leben, 1886; e le imitazioni da Hafis in Der Sänger von Schiras, 1877) presentino talvolta gli stessi pregi di grazia e di facile melodia. Opera particolarmente notevole compié il B. come traduttore del Lermontov, del Puškin (voll. 3, 1854-55) e, infine, del Turgenev (voll. 2, 1864-65), col quale fu a lungo in corrispondenza epistolare; e meritano ricordo anche le sue traduzioni dei contemporanei di Shakespeare (voll. 3, 1858-60). Di Shakespeare stesso promosse, collaborandovi, una nuova traduzione (1866-72), e fu tra i fondatori della Deutsche Shakespeare Gesellschaft (1864), primo direttore, per due anni, dello Shakespeare-Jahrbuch (1865-66). Dal viaggio nel Caucaso trasse la materia per i due volumi Die Völker des Kaukasus und ihre Freiheitskämpfe (1848). E molti episodî della sua varia e ricca vita rievocò nelle Erinnerungen aus meinem Leben (voll. 2, 1888).
Bibl.: G. Schenck, F. v. Bodenstedt, ein Dichterleben in seinen Briefen 1850-92, Berlino 1892; L. Fränkel, F. v. B., in Allg. deutsche Biographie, XLVII, pp. 44-67; K. Engelmann, Aus F. Bodenstedt Leben, in Deutsche Rundschau, 1919; B. Fleury, B. als Übersetzer, in Archiv f. d. Studium d. n. Sprachen und Literaturen, CXXXII; F. Dukmeyer, Die Einführung Lermontows in Deutschland, Berlino 1923.