BENEKE, Friedrich Eduard
Filosofo, nato a Berlino il 17 febbraio 1798, morto nella stessa città il 1854.
I suoi scritti più significativi sono: Die neue Psychologie (1845), che può considerarsi come il suo testamento filosofico, e dà chiare indicazioni sullo sviluppo del suo pensiero in rapporto alla speculazione contemporanea; Lehrbuch der Psychologie als Naturwissenschaft (1833), la maggiore opera sistematica; i lavori antecedenti: Grundlegung für Physik der Sitten (1822) che lo espose al ritiro della venia docendi, e, per questo, a prendere le difese della sua opera in Schutzschrift für meine Grundlegung zur Physik der Sitten (1823). Oltre a questi vanno ricordate la lettera a Herbart (1824): Soll die Psychologie metaphysisch oder physisch begündet werden? più le Grundliün des natiirlichen Systems der praktischen Phylosophie (1837), che a lui stesso parvero la migliore delle sue opere.
Nel 1832, in Kant u. die philos. Aufgabe unserer Zeit, commemorando la Critica della ragion pura, il Beneke aveva rilevato il fine essenziale di Kant di limitare la conoscenza a quello che ci viene dall'esperienza. Tuttavia, i titoli stessi delle opere su citate, insieme con quello che egli dice nella Neue Psycologie, attestano nettamente la sua opposizione a Kant (che, secondo il B., non sarebbe riuscito nel suo intento) e tanto più ai sistemi speculativi che ne seguirono. L'aver considerato la genesi delle forme dell'intuizione e delle categorie al di fuori dell'esperienza sarebbe il punto debole della filosofia kantiana. Al contrario tale genesi deve derivare dall'esperienza, per il B., secondo cioè quella nuova psicologia voluta da lui, quale scienza naturale, che, come tutte le altre scienze naturali, si fonda su diligenti osservazioni e su prudenti induzioni. La nuova psicologia vuole che l'anima consista soltanto nelle sue forze fondamentali: una scienza dell'anima quasi senz'anima. Le cosiddette potenze sono le sue forze essenziali, che, in quattro determinanti processi, costituiscono la vita psichica nella percezione e nella sensazione interna.
Da questa scienza fondamentale, la psicologia, derivano tutte le altre scienze: metafisica, morale, filosofia della religione, ecc. Il problema principale della metafisica, che culmina nel rapporto tra l'essere e la nostra rappresentazione e mena a principî supremi indimostrabili, può risolversi soltanto nella coscienza umana universale, nella nostra esperienza interna psicologica, che ci dà il realismo. Allo stesso modo la morale si fonda sul sentimento. In opposizione al kantiano universale imperativo categorico sta, per il B., il sentimento morale, la norma, cioè, della nostra condotta etica, la quale assume, così, un carattere individuale; per quanto il B. parli di concetti di sentimento e cerchi di stabilire una gradazione dei beni e dei mali, non senza tradire l'influsso del Bentham, del quale egli aveva tradotto alcuni scritti nel 1830. Come la morale, anche la religione si fonda sul sentimento. Non è possibile unire conoscenza e fede. Dio e l'immortalità dell'anima sono fatti del nostro sentimento.
Malgrado le notevoli differenze, di fronte all'opposizione a Kant e ai susseguenti sistemi speculativi, è evidente l'affinità del Beneke con Schleiermacher, Jakobi, Herbart, anche nel determinismo voluto nella fisica dei costumi in confronto con la libertà trascendentale di Kant.
Naturalmente anche la pedagogia dipende dalla psicologia. Con spirito pestalozziano il Beneke richiede un fondamento psicologico all'istruzione e all'educazione: concezione questa che gli assicura, anche nel campo pedagogico, un posto considerevole (Erziehungs-und Unterrichtslehre, 1835-36).
Bibl.: Raul, Die neue Seenlehre B.s (curata dal Dressler), Minz 1876; Dressler, Benekes Lehrbuch der Psych., Berlino 1877; Löwenberg, B.s Stellung zur kant. Moralphylosophie, Berlino 1902; Benner, B.s Erkenntnisshteorie, Lipsia 1902; Wandschneider, Die Metaphysik Benekes, Berlino 1903; Fritz David, Das Problem der Willensfreiheit bei B., Berlino 1904; Samuel, Die Realität des Psychischen bei B., Berlino 1907; Zielmczyk, Der Psycologismus in der Sittenlehre B.s, Heidelberg 1909; O. Gramzow, B.s Leben und Phil., Bern 1899.