DÜRRENMATT, Friedrich
Scrittore svizzero tedesco, nato a Konolfingen (Berna) il 5 gennaio 1921. Figlio di un pastore protestante ha studiato a Berna e a Zurigo.
Rampollo non degenere di una letteratura di orizzonti forse limitati ma ricca già dei misticismi ferrigni ed epici di J. Gotthelf come della satira stritolatrice di G. Keller, D. è scrittore polemico, paradossale, iconoclasta: che indulge perfino all'idillio per nascondere meglio le sue micce. Dopo le prime opere (Es steht geschrieben, Basilea 1947; Der Blinde, ivi 1948) abbiamo Die Ehe des Herrn Mississippi (Zurigo 1952; trad. it. a cura di A. Rendi, Torino 1960), commedia nella quale Mississippi, alto magistrato, rappresenta l'assolutismo religioso che mira a sostituire il codice con la legge mosaica, mentre Saint-Claude, suo avversario, sogna un comunismo talmente rigido e integrale per la cui applicazione l'Unione Sovietica non è ormai che un impedimento; la polemica di D. contro il fanatismo non è più quindi limitata all'apologia della Svizzera, del piccolo contro il grande, del genuino e patriarcale verso il moderno e artificiale, che era una vecchia istanza dell'elvetismo dei Cantoni. Essendo ormai i problemi della Svizzera quelli dell'Europa, livellata dal Dio Benessere, la satira contro la razionalizzazione dell'universo è condotta con tutti i mezzi: con un "requiem per il romanzo giallo", nel romanzo "poliziesco" Das Versprechen (1958); trad. ital. a cura di S. Daniele, Milano 1959) dove la logica - solido presupposto di ogni investigazione - crolla nel ridicolo di fronte all'intrusione dell'imprevedibile caso in quanto per un banale incidente d'auto il meraviglioso, ostinato ed eroico poliziotto Matthäi non riesce a scoprire l'assassino di alcune bambine; ovvero mediante la denuncia dell'immorale logica interna del capitalismo nella commedia Der Besuch der alten Dame (Zurigo 1956, traduzione italiana a cura di A. Rendi, Milano 1959) in cui è presente la storia della signora già sedotta e abbandonata dall'amico d'infanzia e che ora torna miliardaria nella sua vecchia cittadina che ella beneficherà ma solo a condizione che le sia consegnato il cadavere del suo seduttore. Ogni logica è per D. astratta e disumana; egli va nelle sue dimostrazioni molto oltre Brecht, cui pure lo avvicina la rivoluzionalità del linguaggio e il distacco "oggettivo" dei suoi terribili personaggi; e la scelta è in definitiva (cfr. anche Der Richter u. sein Henker, Zurigo-Colonia 1952; Der Verdacht, Zurigo-Colonia 1953; trad. ital. in unico volume, a cura di E. Filippini, Milano 1960) tra "un capitalismo catastrofico e una catastrofe capitale", che può essere peraltro organizzata tanto da un boia reazionario che da un boia progressista.
Bibl.: H. Bönziger, Frisch und Dürrenmatt, Berna 1960; C. Cases, prefazione alla traduzione italiana della commedia Die Ehe des Herrn Mississippi, Torino 1960, pp. 9-17.