Bouterweck, Friedrich
Filosofo e critico tedesco (Oker, Harz, 1766 - Gottinga 1828), fu amico di Biirger e di Gleim, e subì l'influsso di Schiller e di Rousseau; si rivolse poi verso la filosofia, divenne libero docente a Gottinga nel 1789, poi ebbe la cattedra di eloquenza (1802) che occupò fino alla morte. Nelle sue lezioni divulgò la filosofia kantiana, unendovi elementi di derivazione realistica. Delle sue pubblicazioni (Ästhetik, 1806; 18243; Lehrbuch der philosophische Bekenntnisse, 1810; 18202; Lehrbuch der philosophische Wissenschaften, 1813; 18202; Religion der Vernunft, 1824), la maggiore, che lo rese celebre, fu la storia della poesia (Geschichte der Poesie und der Beredsamkeit seit dem Ende des 13. Jahrhunderts, 1801-1819) in cui trattò tutte le letterature europee occidentali tranne le scandinave. Il primo volume (1801) è dedicato per intero alla letteratura italiana fino all'Ariosto, ed è la prima importante trattazione di questa materia in lingua tedesca. Nel vasto capitolo su D. il B. si soffermò a lungo, con sottili osservazioni critiche, sulla Vita Nuova, da lui considerata soprattutto come documento autobiografico, analizzando poi la prosa del Convivio ove D. avrebbe sollevato la prosa italiana sulle orme della retorica dei classici antichi. Complesso è l'atteggiamento del B. sulla Commedia, in qualche suo aspetto rifiutata nettamente; per il B. le ‛ nebbie dell'allegoria ' rendono difficile la comprensione del testo, e la Commedia non è un'epopea, ma il racconto teologico-poetico di un viaggio; manca un'azione unitaria, i personaggi stanno senza rapporti fra di loro. Tutto ciò che è sistema nella Commedia non avrebbe valore estetico, anche la descrizione delle pene infernali si presterebbe a contraddizioni, e la loro stessa distribuzione è inaccettabile; così per es. per Brunetto Latini. La composizione di tutta la Commedia appare sconnessa al B. che la paragona alle Metamorfosi di Ovidio. D'altra parte, il B. trova poetici diversi episodi, fra cui mette in evidenza quelli di Francesca e di Ugolino; soprattutto l'Inferno sarebbe ricco di tali episodi.
I difetti del poema sono infine dovuti al D. erudito; ma come poeta egli si sarebbe staccato completamente dai gusti letterari del suo tempo; la sua poesia gli sorgeva dal cuore come verrebbe dimostrato dai paragoni e dalle immagini, altro elemento per cui il B. ammira la Commedia. Al B. mancava la preparazione storica e filosofica che sarà conquista delle generazioni seguenti di dantisti tedeschi. Il suo apprezzamento in senso romantico segna tuttavia un progresso considerevole nell'introduzione di D. nella cultura tedesca, pur rimanendo ben inferiore come analisi critica al saggio di J.B. Merian (1784). Il Croce ha infine interpretato la distinzione fra struttura e poesia fatta dal B. come un primo saggio di quell'impostazione teorica che sarà nell'estetica crociana.
Bibl. - Allgemeine Deutsche Biographie, III (1876) 213-216; G. Struck, F. B., Rostock 1919 (tesi di laurea); Neue Deutsche Biographie, II (1955) 492 ss.; P. Pizzo, La D.C. nei giudizi dell'Hegel, di F. Th. Vischer e di F. De Sanctis, in Festschrift L. Gauchat, Aavan 1926; C.-CH. Fuchs, D. in der deutschen Romantik, in " Deutsches Dante- Jahrbuch " XV (1933) 97 ss.