MAYRÖCKER, Friederike
Poetessa austriaca, nata a Vienna il 20 dicembre 1924. Dopo una breve fase legata a suggestioni surrealistiche, è passata a una più lunga e significativa fase caratterizzata dalla sperimentazione, del tipo di quella promossa dalla cosiddetta Wiener Gruppe (cui però non ha appartenuto), con scelte linguistiche e sintattiche che, assumendo a oggetto più che la realtà esteriore la parola stessa che dovrebbe esserne tramite di comprensione, divengono sintomatiche di un'intera corrente della lirica moderna, a vario titolo dichiaratamente ermetica.
Sono di questa fase, che si chiude all'inizio degli anni Settanta, Tod durch Musen. Poetische Texte (1966), Minimonsters Traumlexikon. Texte in Prosa (1968) e Fanton Fan (1971), che su una linea evolutiva, non importa se in versi o in ''cosiddetta'' prosa, si offrono alla fruizione giustificando la realtà solo come ''fenomeno estetico'', mentre centrali, al di fuori di ogni pretesa di significatività, sono toni, ritmi, trovate sintattiche, che trasferiscono in uno spazio poetico inesauribile nella sua autosufficiente vitalità.
Da certi estremismi la M. si è poi discostata, aprendosi a una comunicazione che, in luogo di operare solo sulla parola tramite la parola, alla parola stessa riconosce i suoi vecchi diritti, non però come tramite immediato ma come strumento propositivo di significati organicamente recepibili. Non c'è quindi, in una prosa più tradizionalmente definibile come tale, un ritorno al racconto realistico-mimetico, ma piuttosto l'adesione a una trasformazione accentuatamente poetica della realtà.
Sono di questo periodo Das Licht in der Landschaft (1975), Fast ein Frühling des Markus M. (1976), Heiligenanstalt (1978), e, opera finora la più riuscita e notevole anche nel contesto della coeva produzione tedesca, Die Abschiede (1980): testi tutti in cui più che una vicenda viene esposta una successione di immagini, di sentimenti e riflessioni, in un flusso che, privilegiando l'interiorità degli stati d'animo, dal lettore pretende sempre una ricezione improntata a costruttiva reattività. Sulla stessa traccia, con legami più che in precedenza avvertibili a esperienze di vita vissuta, le successive liriche di Gute Nacht, guten Morgen (1982), Winterglück (1986) e Das besessene Alter (1992) e le prose di Das Herzzerreißnde der Dinge (1985) e mein Herz, mein Zimmer, mein Haus (1988). Anche nel radiodramma, genere in cui la M. si è più volte cimentata, dalla sperimentazione di quello che definisce ''teatro metafisico'' (es. Arie auf tönernen Füszen, 1972) è passata a prove di meno astrusa strutturazione, sempre all'insegna di un'indagine nell'interiorità della persona (es. So ein Schatten ist der Mensch, 1982). Gran parte delle opere della M. è pubblicata presso l'editore Suhrkamp di Francoforte s.M.; altre presso Eremiten di Düsseldorf, Luchterhand di Darmstadt, Rowohlt di Reinbek.
Bibl.: AA.VV., F. Mayröcker, Monaco 1984; AA.VV., F. Mayröcker, Francoforte sul Meno 1984.