NANSEN, Fridtjof
Esploratore e scienziato norvegese, nato il 10 ottobre 1861 a Store Fröen presso Cristiania, morto a Lysaker il 13 maggio 1930. L'ininterrotto esercizio sportivo lo fece a diciott'anni campione norvegese di sci, mentre si appassionava a ricerche e a studî di zoologia. Studente di scienze all'università di Cristiania dal 1880, già nell'82 egli si spinge in crociera nel Mare Artico con una baleniera fin presso alla costa groenlandese a studiare la vita delle foche; di ritorno viene nominato conservatore al Museo zoologico di Bergen. Nel 1885 frequenta a Napoli la stazione zoologica di A. Dohrn.
Il tentativo di traversata della Groenlandia dovuto a A. E. Nordenskjöld, che nel luglio 1883 dalla costa occidentale si era spinto per 120 km. nell'interno, suggerì al N. il tentativo di un'altra traversata, partendo dalla costa orientale disabitata della Groenlandia per raggiungere l'occidentale abitata e ospitale. Alla spesa della spedizione provvide A. Gamél; sulla nave Jason furono compagni al N. il luogotenente Dietrichsen e il pilota O. Sverdrup. Raggiunta con un battello la costa orientale, solo il 15 agosto 1888 si poté iniziare la marcia da Umivik verso ponente; superate le pareti di ghiaccio alte e ripide e le gole pericolose che si offrirono dapprima, la grande ghiaccia interna fortemente inclinata, ma unita, rese meno difficile il cammino, che fu penoso soltanto per la notevole elevazione (3300 m.) cui dové spingersi e per le burrasche incontrate, con temperature fino a −47°; il 26 settembre fu raggiunta nel fjord di Ameralik la sponda del canale di Davis a 64° 11′ in un punto disabitato donde un'imbarcazione improvvisata li condusse salvi al porto di Godthab. L' inverno sopraggiungente costrinse qui il N. per parecchì mesi, durante i quali studiò lingua e costumi degli Eschimesi.
Le importanti osservazioni, fatte dal N. durante la sua traversata, sui fenomeni della grande cappa di ghiaccio (inlandsis) groenlandese furono un prezioso acquisto per la scienza, così che, di ritorno in patria, egli, che già nell'aprile dell'88 aveva conseguito la laurea in scienze naturali, ottenne la carica di conservatore all'Istituto zoologico universitario della capitale.
Al principio del 1890 egli espose alla Società geografica di Cristiania il piano, da lui ideato, di un tentativo per il raggiungimento del Polo Artico. Poiché varie prove facevano ritenere esistere nel Mar Polare una corrente che dalle isole della Nuova Siberia portasse verso tramontana proseguendo poi dai paraggi polari verso la Groenlandia, il N. si proponeva di raggiungere con una nave ben solida i paraggi nordsiberiani, e di qui, lasciando imprigionare la nave dai ghiacci, lasciarsi trascinare dai ghiacci stessi nella loro deriva verso il Polo. Alle spese della spedizione concorsero lo stato, il re Oscar e altri cittadini; una nave robustissima, il Fram ("Avanti"), fu costruita espressamente, e il 20 giugno del 1893, il N., insieme col capitano O. Sverdrup, col pilota e meteorologo Scott Hansens e col luogotenente H. Johansen salpa da Cristiania. Il 10 settembre, con difficile traversata (la quale tuttavia permise parecchi rilievi nuovi e correzioni di notevoli tratti costieri) la nave raggiunse il capo Čeljuskin; proseguita poi di qui verso NE., si trovò chiusa fra i ghiacci il 25 settembre a 78°45′ lat. N., 133° long. E. La lenta deriva dei ghiacci nella direzione appunto preconizzata dal N. avvicinava il Fram gradualmente, ma con frequentissime deviazioni, alle alte latitudini di 830 e 84° senza però accennare a raggiungere il Polo, neppure dopo 18 mesi di prigionia. Quando il Fram, quasi trascinato verso le isole Svalbard, toccò 83°59′ N. e 102° 7′ E., il N. abbandonò la nave e intraprese con lo Johansen la marcia a piedi verso il Polo con tre slitte, 28 cani, 2 leggieri battelli e viveri per 100 giorni. Dal 14 marzo 1895 l'avanzata li porta il 7 aprile alla latitudine 86° 13′ (long. 95° E.) - la massima raggiunta fino allora. Di qui, costretti ormai al ritorno, dopo traversie di ogni genere, il 26 agosto raggiungono l'isola Jackson delle Francesco Giuseppe. Nella susseguente estate (1896) coi battelli raggiungono nello stesso arcipelago il capo Flora, dove s'imbattono in una spedizione inglese. Il 13 agosto giungono con la nave inglese al porto norvegese di Vadö, e sette giorni dopo approda in Norvegia anche il Fram.
I risultati - scoperto e navigato un immenso tratto di mare profondo fin quasi 4000 m. e privo di ogni terra, dimostrata l'esistenza della grande deriva settentrionale, raccolta una somma oltre ogni dire preziosa di esperienze oceanografiche, raggiunta una latitudine discosta appena 400 km. dal Polo, riconosciuta la natura frammentaria di tutta la Terra di Francesco Giuseppe - resero glorioso, in breve, il nome del N., che consacrò i risultati del suo viaggio nei sei volumi intitolati The Norvegian North Polar Expedition 1893-96: Scientific Results.
Nel 1897 fu conferita al N. la cattedra di zoologia, indi quella di oceanografia all'università della sua città, che fondò per lui un laboratorio internazionale di ricerche. All'oceanografia egli recò altri contributi ancora col promuovere dopo il 1900 l'esplorazione sistematica del mare fra la Norvegia e le Svalbard mediante la nave esploratrice Michael Sars, e con ulteriori ricchissime osservazioni personali e perfez10namenti strumentali.
Non lo distrasse dagli studî la sua campagna per la dissoluzione del nodo politico, così ingrato ai suoi ccncittadini, che legava la Norvegia alla Svezia. Egli stesso trattò allora col principe Carlo di Danimarca l'assunzione di quest'ultimo al trono norvegese, e fu poi ambasciatore del nuovo stato a Londra. Tornato nel 1908 in patria e ripresi gli studi, dapprima preparò i due importanti volumi del Nebelheim, storia delle prime esplorazioni normanne in America, poi intraprese (1913) una nuova lunga navigazione al Mare di Kara e di qui per lo Jenissei fin nel cuore della Siberia, proseguendo indi in ferrovia fino all'Estremo Oriente, a pratica dimostrazione della possibilità di legare con regolari commerci estivi per via d'acqua e di terra la Scandinavia con quel "paese dell'avvenire".
Quando gli Stati Uniti entrarono nella guerra mondiale egli si recò in missione in America per conto della Norvegia; nel febbraio 1919 ebbe parte importante a Parigi per la costituzione della Società delle nazioni; diede opera per il rimpatrio dei 450.000 Tedeschi prigionieri in Russia, per i soccorsi alla Russia affamata e per lo scambio dei Greci e dei Turchi pattuito a Sèvres: il che gli valse nel 1922 il conferimento del premio Nobel per la pace. Negli ultimi anni assunse la presidenza dell'Aeroarctic, società per la esplorazione aerea delle regioni artiche.
Delle opere di lui, oltre a qualche decina di memorie e di preziosi contributi scientifici, si ricordino il First Crossing of Greenland, 1890, e l'Eskimo life, 1893, i due volumi narrativi della grande spedizione tradotti in italiano Fra ghiacci e tenebre del 1897, il volume Spitsbergen del 1921, i due volumi intitolati Nebelheim e nella trad. inglese The northern Mists del 1911, il Through Siberia the land of the future del 1914, ricchissimo di osservazioni preziose.
Bibl.: Ottima informazione sulla vita del N. è il volume Fridtjof Nansen di Brögger e Rolfsen, rifatto nella traduzione tedesca di E. von Engberg, Nordpolfahrten F. N., seiner Vorgänger und Nachfolger, Berlino 1902; per gli anni successivi, Jens M., Jensen, F. N. fra Groenlandsmarker til Hungerdistrikterne ved Volga, Copenaghen 1926, e F. Wartenweiler, Fridtjof Nansen, Lipsia 1930.