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FREIBERG

di H. Magirius - Enciclopedia dell' Arte Medievale (1995)
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FREIBERG

H. Magirius

(Friberg, Frybergk, Freybergk nei docc. medievali)

Città della Germania, in Sassonia, capoluogo di distretto, F. è situata alle pendici dei monti Metalliferi su un altopiano a O del fiume Freiberger Mulde, un affluente del quale, il Lössnitzbach, attraversa l'area della città.A quanto attestano numerose fonti del sec. 12°, la città deve la propria origine a un ritrovamento d'argento verificatosi nel 1168 presso l'antico insediamento rurale di Christiansdorf, in seguito al quale minatori provenienti da Goslar si stabilirono nella zona poi nota come Sächsstadt. Subito dopo, a O dell'insediamento, venne fondato un castello con relativo feudo, il Freiheitstein - a partire dal sec. 16° denominato Freudenstein - del quale indagini archeologiche hanno individuato l'antico battifredo a pianta circolare.La concessione dello status di città, che interessò sia la Sächsstadt sia un quartiere abitato da artigiani, si ebbe tra il 1186 e il 1188 a opera - in base a quanto attestano le cronache - del margravio Ottone il Ricco. Grazie al diritto di estrazione (Bergbaufreiheit) che garantiva ai minatori dei monti Metalliferi il diritto di estrarre minerali d'argento, la città ebbe uno sviluppo talmente rapido che nel primo quarto del sec. 13° si formò a O un nuovo nucleo, quello della Oberstadt.L'originario insediamento di Christiansdorf, allineato lungo un'unica arteria a E del Lössnitzbach, aveva una propria chiesa dedicata a s. Giacomo; nelle immediate vicinanze, la Sächsstadt, con lo stanziamento dei minatori, faceva capo alla chiesa di St. Donat. Sul versante occidentale della valle, dove si sviluppò l'insediamento artigiano, era la Nikolaikirche, mentre a E del castello, su terreno di pertinenza feudale, fu eretta la Marienkirche, la chiesa più importante di F. in quanto parrocchia sia del castello e del relativo feudo sia dell'insediamento mercantile dell'Untermarkt.La fondazione del convento francescano nella Unterstadt e di quello domenicano nelle vicinanze del castello risalgono al secondo quarto del 13° secolo. Un convento di Maddalene venne istituito presso la chiesa di St. Jakobi.Per quanto concerne i tracciati viari, la città del sec. 12° si adeguò sostanzialmente alla topografia preesistente, mentre la Oberstadt si organizzò secondo uno schema geometrico regolare, a scacchiera, con una grande piazza del mercato rettangolare, all'interno della quale si elevano la Petrikirche e il Rathaus.Nel 1188, con ogni probabilità, sia la Sächsstadt sia il quartiere di S. Nicola vennero fortificati, ma una cerchia di mura che comprendesse l'intera area urbana fu costruita solo a partire dal 14° secolo. Lungo il suo tracciato, interrotto a intervalli regolari da torri a pianta rettangolare, si aprivano gli accessi alla città: a N-E il Meissner Tor, a O il Kreuztor e a S-E il Donatstor, con accanto il possente torrione, a pianta circolare, del Donatsturm, ancora oggi conservato. A S l'Erbische Tor immetteva sull'asse viario rettilineo orientato verso il castello, che sorgeva a N, mentre l'accesso alla città da S-O era segnato dal Peterstor.Dopo l'incendio del 1484, le case della città vennero ricostruite in pietra, con i colmi dei tetti allineati all'asse stradale; soltanto le case d'angolo presentano un coronamento a timpano.Solo tre delle chiese parrocchiali attestate a F. fin dalle origini hanno mantenuto caratteri medievali: la Nikolaikirche, nella ricostruzione dell'inizio del sec. 13° su un precedente edificio ad aula, la Marienkirche e la Petrikirche. Si trattava in tutti e tre i casi di basiliche tardoromaniche con facciate a due torri; la Marienkirche e la Petrikirche presentavano anche un transetto e due torri orientali, impostate al di sopra delle absidi laterali. Nella Petrikirche una serie importante di modifiche intervenne già a partire dalla fine del sec. 13°, quando il coro della chiesa venne prolungato; successivamente, in età tardogotica, l'impianto basilicale fu trasformato in Hallenkirche. Un coro gotico fu aggiunto nel sec. 14° alla Nikolaikirche, poi anch'essa modificata in forme tardogotiche. Sia per l'uno sia per l'altro edificio, l'aspetto medievale è andato in parte perduto dopo l'incendio del 18° secolo.Tra i più significativi monumenti medievali tedeschi va invece ancora annoverata la Marienkirche, duomo di F. dal 1484, in particolare per due importanti opere che essa conserva: la Goldene Pforte, del 1225 ca., e il gruppo ligneo della Crocifissione, pressappoco contemporaneo.La Goldene Pforte, che in origine costituiva il portale occidentale della basilica tardoromanica, si trova dal 1490 inserita sul lato meridionale della Hallenkirche tardogotica che, tra il 1485 e il 1501, prese il posto del precedente impianto. Il portale, in pietra arenaria e un tempo policromo, costituisce il primo portale strombato con figure e archivolti figurati che si conservi in Germania, la cui datazione, ricavata sulla base soltanto di confronti di carattere stilistico, oscilla tra il 1225 e il 1240. Malgrado ancora romanica nella forma architettonica d'insieme, la Goldene Pforte presenta, creativamente assimilate, peculiarità del Gotico francese, attribuite nei primi studi sul portale a influssi diretti; dal punto di vista stilistico, in realtà, nella Goldene Pforte è evidente soprattutto il rapporto con l'ambiente artistico della Sassonia e in particolare con quello di Halberstadt. La stessa bottega della Goldene Pforte fu attiva in seguito alle sculture del Lettner della collegiata di Wechselburg, sempre in Sassonia.La concezione del programma iconografico è forse attribuibile a Ludeger, abate di Altzella, abbazia cistercense cui, all'epoca della realizzazione del portale, era affidata la parrocchiale di Freiberg. Agli stipiti, i profeti e le coppie di re dell'Antico Testamento preannunciano la scena dell'Adorazione dei Magi rappresentata nel timpano; negli archivolti sono scolpiti l'Incoronazione della Vergine, le Anime nel seno di Abramo, gli Apostoli e la Risurrezione alla vita eterna.Il gruppo della Crocifissione, di dimensioni superiori al vero, intagliato in legno di quercia e dipinto, è conservato, insieme ad alcuni rilievi, all'interno dell'antico Lettner. La croce è un importante esempio, fra le grandi croci del sec. 13° conservate nella Germania centrale, del tipo c.d. a tre chiodi. A differenza del gruppo della Crocifissione di Wechselburg, che con questo è pure strettamente imparentato e nel quale sono evidenti una maggiore resa volumetrica dei corpi e un più intenso legame tra le figure, il gruppo di F. è caratterizzato da una ieratica solennità.In anni recenti sono state portate alla luce pitture murali tardogotiche nella cappella di S. Lorenzo, nel Rathaus, e nella casa di Korngasse nr. 1.

Bibl.:

Fonti. - Petrus Albinus, Meissnische Land und Berg-Chronica, 2 voll., Dresden 1589-1590; A. Möller, Theatrum Freibergense, Freiberg 1653; J.S. Grübler, Historische Beschreibung des Churfl. Sächs. Begräbnisses, und der gesammten Fünf Kirchen zu Freyberg, Dresden-Leipzig 1732; G.E. Benseler, Geschichte Freibergs und seines Bergbaues, I, Freiberg 1843; Urkundenbuch der Stadt Freiberg in Sachsen, a cura di H. Ermisch, 3 voll., Leipzig 1883-1891.

Letteratura critica. - E. Heuchler, Der Dom zu Freiberg, Freiberg 1862; C. Gurlitt, Ein Freiberger Dombaumeister, Mitteilungen des Freiberger Altertumsvereins, 1878, 15, pp. 1511-1512; A. Wernicke, Zur Geschichte der Malerinnung in Freiberg, ivi, 1881, 17, pp. 17-32; Beschreibende Darstellung der älteren Bau- und Kunstdenkmäler des Königreichs Sachsen. Amtshauptmannschaft Freiberg, a cura di R. Steche, III, Dresden 1884, pp. 14-64; R. von Mansberg, Das hohe Liet von der magetischen Symbolik der mittelalterlichen Skulpturen der Goldenen Pforte an der Marienkirche an Freiberg i. S., Dresden 1888; H. Beschorner, Das sächsische Amt Freiberg und seine Verwaltung um die Mitte des 15. Jahrhunderts, Leipzig 1897; K. Knebel, Künstler und Gewerken der Bau- und Bildhauerkunst in Freiberg, Mitteilungen des Freiberger Altertumsvereins, 1898, 34, pp. XI-XXIV; K. Knebel, Die Mal- und Zeichenkunst in Freiberg, ivi, 1899, 36, pp. 7-114; A. Goldschmidt, Die Freiberger Goldene Pforte, JPreussKS 23, 1902, pp. 20-33; W. Schellhas, Zur Entstehung Freibergs und seines Stadtrechts, Mitteilungen des Freiberger Altertumsvereins, 1923, 54, pp. 1-8; A. Goldschmidt, Die Skulpturen von Freiberg und Wechselburg, Berlin 1924; W. Junius, Die gotische Wunderblume, Der Sammler 15, 1925, 17, pp. 1-6; 20, pp. 4-6; W. Hentschel, Sächsiche Plastik um 1500, Dresden 1926; J. Langer, Flurgeographische Untersuchungen der ältesten Freiberger Besiedlungsverhältnisse, Neues Archiv für sächsische Geschichte und Altertumskunde 48, 1927, pp. 185-225; id., Die Besiedlung der Freiberger Gegend um 1183, Mitteilungen des Freiberger Altertumsvereins, 1934, 64, pp. 5-9; W. Hentschel, Hans Witten, Leipzig 1938; id., Der Altar von Geyer und sein Meister, Mitteilungen des Landesvereins Sächsischer Heimatschutz 27, 1938, pp. 251-269; G. Schlag, Freiberger Holzplastik um 1500, Berlin 1938; L. Behling, Die Freiberger Tulpenkanzel, eine Blume der Spätgotik, Wissenschaftliche Zeitschrift der Friedrich-Schiller-Universität. Gesellschafts- und Sprachwissenschaftliche Reihe 3, 1953-1954, pp. 471-477; W. Herrmann, Der Zeitpunkt der Entdeckung der Freiberger Silbererze, in Bergbau und Kultur, Berlin 1955, pp. 7-22; G. Krüger, Die Marienkirche zu Freiberg i. Sa. und ihre Goldene Pforte, Berlin 1960; M. Unger, Stadtgemeinde und Bergwesen Freibergs im Mittelalter, Weimar 1963; W. Herrmann, Die Entwicklung der Stadt Freiberg im 12. und 13. Jahrhundert, Sächsische Heimatblätter, 1964, pp. 189-201; E. Hütter, H. Magirius, Studien zur Goldenen Pforte am Dom in Freiberg, in Kunst des Mittelalters in Sachsen. Festschrift Wolf Schubert, Weimar 1967, pp. 179-231; F. Sieber, Die Tulpenkanzel zu Freiberg. Eine Darstellung der Berglegende um Daniel?, in Kontakte und Grenzen. Festschrift für Gerhard Heilfurth, Göttingen 1969, pp. 289-298; H. Döring, Die Freiberger Tulpenkanzel als Mariensymbol, Sächsische Heimatblätter 18, 1972, pp. 117-120, 140; H. Magirius, Der Freiberger Dom, Weimar 1972; D. Schubert, Von Halberstadt nach Meissen. Bildwerke des 13. Jahrhunderts in Thüringen, Sachsen und Anhalt, Köln 1974; W. Sauerländer, Spätstaufische Skulpturen in Sachsen und Thüringen. Überlegungen zum Stand der Forschung, ZKg 41, 1978, pp. 181-216; H. Douffet, A. Gühne, Die Entwicklung des Freiberger Stadtgrundrisses im 12. und 13. Jahrhundert, Schriftenreihe des Stadt- und Bergbaumuseums 4, 1983, p. 15; E. Hütter, H. Magirius, Der Wechselburger Lettner, Weimar 1983; N. Nussbaum, Deutsche Kirchenbaukunst der Gotik: Entwicklung und Bauform, Köln 1985; Geschichte der Bergstadt Freiberg, a cura di H.H. Kasper, E. Wächtler, Weimar 1986; H. Magirius, Der Dom zu Freiberg, Leipzig 1986; W. Dietze, Die Freiberger Bildhauerschule zwischen Reformationszeit und Dreissigjährigem Krieg (tesi), Halle 1992; H. Magirius, Der Dom zu Freiberg, München-Regensburg 1993; I. Sandner, Spätgotische Tafelmalerei in Sachsen, Dresden-Basel 1993.H. Magirius

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