free rider
Agente economico che attua un comportamento opportunistico finalizzato a fruire pienamente di un bene (o servizio) prodotto collettivamente, senza contribuire in maniera efficiente alla sua costituzione.
Tale comportamento, definito f. r. o ‘parassitismo’, viene osservato, sia in presenza di beni pubblici sia in presenza di beni prodotti in team. In entrambi i casi gli individui attuano strategie volte a conseguire un vantaggio privato, risparmiando sul proprio contributo alla produzione del bene, e cercando di avvantaggiarsi dell’apporto fornito dagli altri membri. Si ipotizzi che il vantaggio che l’individuo ricava dall’azione opportunista sia pari ad α.. Nel contempo, si supponga che il minore contributo prestato dall’agente f. r. causi alla collettività (o al team) un danno β. Se la collettività (o il team) è costituita da N membri il f. r. subisce solo una frazione del danno pari a β/N, a fronte di un vantaggio pari ad α.. Ogni volta che per un individuo sia valida la condizione α>β/N, questi sente l’incentivo ad attuare comportamenti opportunistici. In assenza di coordinazione tra le parti, o in mancanza di un efficace enforcement (➔), tutti i membri deputati alla produzione del bene prestano uno sforzo subottimale, inducendo così il fallimento dell’iniziativa. Il problema assume particolare rilevanza in sede di accordi di cooperazione (➔). Le scelte strategiche in merito alla cooperazione sono studiate attraverso gli strumenti della teoria dei giochi (➔ giochi, teoria dei). In presenza di beni pubblici, la garanzia di un public enforcement riesce a scoraggiare i comportamenti opportunistici.
Problemi diversi sorgono invece di fronte a beni prodotti in gruppo o squadra (team). Si osserva una produzione di team ogni volta che un insieme di operatori lavora in maniera interdipendente per la realizzazione di un obiettivo comune, per conto di un principale. Quest’ultimo, tuttavia, non è in grado di osservare il contributo individuale di ogni agente, ma solo il risultato finale. Pertanto, in assenza dei giusti incentivi (➔ incentivo), gli agenti potrebbero essere indotti a tenere comportamenti opportunistici e portare al fallimento l’operato della squadra. La letteratura ha proposto un ampio dibattito in materia. A.A. Alchian e H. Demsetz (1972) sostengono che possa porre soluzione al problema un maggiore ricorso al monitoraggio da parte del principale. Un secondo filone di letteratura, iniziato con B. Holmstrom (1982) e sviluppatosi con i contributi di M. Eswaran e A. Kotwal (1984) e di A.F. Rasmusen (1987), mette l’accento su come una efficiente struttura degli incentivi sia atta a risolvere il problema del f. r. nella produzione di team.
Un concetto che si riconnette al f. r. è quello di free lunch. Questa locuzione indica la circostanza per cui ogni bene o servizio che può apparire gratuito, nasconda in realtà un costo. Tale costo è sostenuto in maniera indiretta dallo stesso consumatore (➔), oppure da altri soggetti. La percezione della gratuità di un bene o di un servizio fa sì che gli individui trovino vantaggioso attuare comportamenti opportunistici e sovrautilizzare la risorsa. Un esempio è dato dal servizio di pronto soccorso: un individuo f. r. potrebbe ricorrere eccessivamente al servizio, perché è percepito come gratuito. In realtà è un servizio sanitario che ha un costo, sostenuto dalla comunità attraverso il prelievo fiscale (➔ gettito). L’azione di f. r., in tal caso, implica un allontanamento dall’efficienza e un fallimento del mercato (➔ mercato, fallimenti del). In tal senso è da intendersi come rimedio efficiente l’assegnazione di codici di gravità connessi alla prestazione richiesta, che aumentino i costi del f. r. per i casi meno gravi (maggiori tempi di attesa, ticket sanitario).