GRIMM, Frédéric-Melchior
Scrittore e critico, nato a Ratisbona il 26 dicembre 1723, morto a Gotha il 19 dicembre 1807. Dopo aver trascorso la prima giovinezza in Germania, dove fece rappresentare una tragedia in 5 atti, inserita nella Deutsche Schaubühne del Gottsched (1743), andò a stabilirsi a Parigi nel 1748, acclimandosi interamente alla vita e alla cultura parigina. Entrato subito nella sua vera via, la critica, espose in una Lettre sur "Omphale" (Mercure de France, 1752) vedute estetiche avverse al tipo tradizionale dell'opera seria francese; vedute poi confermate con perseveranza durante la Querelle des Bouffons (v. buffonisti), nella quale il G. prese posizione decisa per la musica italiana con l'opuscolo Le petit prophète de Boehmisch Broda (1753), al quale seguì la non meno vivace Lettre sur la musique française (1753, 2ª ed. 1754). Lettore e segretario in case principesche, si schierò dalla parte degli enciclopedisti, con cui si unì nel complotto holbachiano, anche per attirare a sé Madame d'Épinay, contro il Rousseau. Questa sua avversione, manifestata fin da quando confutò anche lui il primo Discours di Digione, fu ripagata dal Rousseau col disprezzo delle Confessions. Filosofo alla moda, grande amico del più rigido enciclopedista, il Diderot, fu per un momento a capo del Journal étranger, e, salito in fama, si diede a comporre gazzette e bollettini manoscritti per i principi stranieri, accentrando in sé un vero ufficio d'informazioni della letteratura militante e dell'opinione media e corrente del suo tempo. Questo ufficio gli fruttò emolumenti più o meno vistosi da ogni parte, amicizie illustri e potenti (Caterina di Russia lo ebbe sempre, da lontano e da vicino, confidente prezioso), onori eccezionali, tra cui il titolo di barone del Santo Impero (1773). Ambizioso di funzioni e di cariche diplomatiche, si mise a viaggiare per l'Europa, sostando dapprima (1769) in Germania, nel 1771 in Inghilterra e nel 1773 in Russia, quale membro di quell'Accademia delle scienze. Facendo sempre capo a Parigi, continuò i suoi viaggi, e fu anche in Italia (1775-76).
La Correspondance, su cui poggiano la massima sua riputazione di scrittore e la sua importanza storica, fu redatta da lui dal 1753 al 1768; dal 1768 al 1773, a causa delle frequenti dimore fuori di Parigi, dal Diderot e Madame d'Épinay; dal 1773 al 1790 da J.-M. Meister con Madame d'Épinay; infine da lui solo. Lasciandosi dietro tutte le "correspondances littéraires" dell'epoca, essa serviva ai principi, i quali la ricevevano ogni mese in abbonamento con l'impegno di tener segreto il contenuto. Questa Correspondance fu un importante veicolo della diffusione dell'enciclopedismo in Europa, e vivo è ancora l'interesse che presenta specialmente per le preziose notizie sulla censura, il teatro e la politica, per le analisi di celebri opere letterarie e filosofiche, per i giudizî su avvenimenti parigini del giorno.
Vedendo avvicinarsi la Rivoluzione, la deprecò e la temette; nel 1792 si allontanò definitivamente dalla Francia ed ebbe, come emigrato, confiscati i beni. Nominato ministro plenipotenziario in Amburgo dall'imperatrice di Russia (1795), dovette dimettersi per malattia e finì mesto e stanco a Gotha.
Opere: Correspondance, ed. definitiva a cura di M. Tourneux, Parigi 1877-82, voll. 16 con indici.
Bibl.: Sainte-Beuve, Causeries du Lundi, VII, Parigi 1853; A. Koch, M. v. G. und seine Pariser Briefe, in Zeitschr. f. franz. Sprache u. Literatur, VII; E. Schérer, M. G., Parigi 1887; E. Hirschberg, Die Encyclopädisten u. die franz., Oper im 18. Jahr., Lipsia 1903; P. de Vaissière, G. et la Révolution française, in Revue des questions historiques, 1908; Dubois-Delange, La première édition de la Correspondance de G., in Feuilles d'histoire, 1911.