Alberto, Frate
, Personaggio cui alludono due luoghi del Fiore (LXXXVIII 13 vest'io la roba del buon frate Alberto; CXXX 4 e sì avea vestita / la roba frate Alberto d'Agimoro), mentre in Rime XCIX 10 si legge: in vostra gente ha molti frati Alberti / da intender ciò ch'è posto loro in mano. In tutti e tre i passi è ammissibile l'ipotesi che si alluda ironicamente ad Alberto Magno, quantunque in Rime il luogo sia spiegato anche come riferimento non ironico all'autorità di Alberto Magno in quanto interprete di Aristotele e della Bibbia; quindi frati Alberti varrebbe " bravi interpreti " (Borgognoni, Torraca, Zingarelli, Neri, infine Contini). Ma è indubbio che l'espressione, nel senso di " frate ipocrita ", era già in D. proverbiale: " A non saper nulla del Fiore, la frase ‛ è un frate Alberto ' s'interpreterebbe agevolmente come un'espressione popolare, nel senso di ‛ è un furbo, uno che la sa lunga ', senza attribuirle eccessiva malignità " (Parodi); donde più tardi la creazione boccacciana di frate Alberto da Imola (Dec. IV 2) e, forse dipendente dal Boccaccio, il ricordo del Machiavelli: " io ne vorrei trovare uno... più ipocrito che Frate Alberto " (lett. al Guicciardini, 17 maggio 1521).
Non facile è la spiegazione della parola dagimoro (" da gir soro ", da andar dimessamente, secondo il Neri e poi il Petronio; v. per l'appunto DAGIMORO), che, se letta d'Agimoro come nell'ed. Parodi, potrebbe creare difficoltà al riferimento specifico ad Alberto Magno.
Bibl. - F. Castets, Il Fiore, poème italien du XIIIe siècle, en CCXXXII sonnets, imité du Roman de la Rose par Durante, Parigi 1881, XV; E. G. Parodi, prefazione al Fiore, Firenze 1922, VI-IX.