POCCI, Franz
Scrittore e artista, nato a Monaco di Baviera il 7 marzo 1807, ivi morto il 7 maggio 1876. Era figlio di un italiano oriundo di Viterbo, generale nell'esercito bavarese, e di madre tedesca. Studiò diritto a Landshut e a Monaco; dalla carriera giuridica lo distolse provvidenzialmente il re Luigi Idandogli impiego in corte. Nelle mansioni affidategli si meritò la fiducia anche di Massimiliano II e di Luigi II, procurandosi così le condizioni più favorevoli per esplicare tutta la ricchezza del suo ingegno.
Incominciò come disegnatore e come musico; la vena musicale si rivelò la più esile, ma non prima d'aver prodotto canzoni, sonate, operette e persino un'opera L'amore alchimista (su libretto italiano di L. Koch). Con assai maggiore originalità il P. trattò la matita e la penna in un gran numero di disegni, illustrazioni, xilografie, segnalibri, caricature, ecc. Gli argomenti e i modi preferiti erano già indicati nelle prime prove, il Festkalender (in unione con G. Görres, 1834) e le svariate vignette per canti natalizî, fiabe, poesie per bambini, canti di studenti, cacciatori, soldati: erano i motivi e gli spiriti del mondo romantico, quale andava stemperando e idealizzando il Biedermeier della Germania cattolica. Ai sensi realistici e rivoluzionarî del nuovo tempo il P. reagì con l'osservazione umoristica della vita popolare e infantile e con la satira bonaria dei Fliegende Blätter e delle caricature profuse negli album delle società patriottiche, letterarie e aristocratiche della vecchia Baviera conservatrice. La sua salda fede religiosa, le sue sollecitudini pedagogiche, la malinconia del suo temperamento trovarono espressione altresì in liriche, danze macabre, drammi moraleggianti. L'impetuosa abbondanza della fantasia e la felice rapidità della mano, che lo facevano quasi sempre accontentare del primo getto, lo mantennero nei limiti di un geniale dilettantismo. Oltre che alle sue gustosissime vignette, il P. deve la fama più duratura alle commediole scritte per il teatro dei burattini (dal 1859). Desumeva le materie dal tesoro delle fiabe popolari, dai racconti di Chr. Schmidt, da romanzi celebri e da motivi occasionali procurando, tranne per certe parti satiriche non infrequenti, di rimanere nell'ambito delle immaginazioni e dei sentimenti cari alle anime infantili e di conseguire, col diletto, un ammaestramento. I tratti più comici e originali son portati dal personaggio di Kasperl Larifari, il Hanswurst già localizzatosi con quel nome nella commedia fiabesca viennese (Raimund e Nestroy furono maestri al Pocci), e ora sviluppato con tanta fortuna da diventare per sempre la maschera rappresentativa del teatro popolare bavarese.
Bibl.: H. Holland, F. P. Bibliographie, in Oberbayerisches Archiv, Monaco 1877; F. P. Sämtliche Kasperl-Komödien, Monaco 1910, voll. 6; scelta a cura di E. Schmidt, Lustiges Komödienbüchlein, Lipsia 1907, voll. 2; H. Holland, F. Graf P., Ein Dichter- und Künstlerleben, Bamberga 1890; A. Dreyer, F. P. Der Dichter, Künstler und Kinderfreund, Monaco-Lipsia 1907; G. Schott, Die Puppenspiele des Grafen P., Monaco 1911; F. Wolter, F. P. als Simplizissimus der Romantik, Monaco 1925.