SILLANPÄÄ, Frans Emil
Il più notevole tra i romanzieri e novellieri finlandesi viventi, nato a Hämeenkyrö il 16 novembre 1888 da una famiglia di contadini. Studiò dapprima scienze naturali, poi si volse alla letteratura, ritraendo quasi esclusivamente aspetti della natura e della vita rustica della sua pittoresca terra natale. L'arte sua di prosatore discende da quella di Aho e di Järnefelt, ma la concezione mistica e monistica del mondo e del posto dell'uomo nel mondo le dà un'impronta personale.
Esordì col romanzo Aurinko ja elämä (Sole e vita, 1916) che fu già più che una buona promessa, compiuta, tre anni dopo, col romanzo Hurskas kurjuus (Miseria pia, 1919) in cui sono ritratti gli orrori della guerra civile e sono cercate le ragioni intime. Successo ancor più largo ebbe il suo terzo romanzo Nuorena nukkunut (Morta giovane, 1931; tradotto anche in italiano, col titolo Silja, nella collezione Medusa, Milano 1934). commovente racconto della decadenza di una famiglia paesana, spentasi con la morte di una fanciulla ventenne. L'elemento narrativo è più accentuato ancora in Miehen tie (La via dell'uomo, 1932), in cui è studiato il contrasto fra il carattere debole di un marito e la consapevole energia della moglie.
Le sue doti preclare di narratore e di psicologo risaltano anche, e talora più vive, che nei romanzi, nei brevi racconti e dialoghi riuniti in varie raccolte: Ihmislapsia elämän saatossa (Bambini nel cammino della vita, 1917), Hiltu ja Ragnar (1923), Enkelten suojatit (I protetti degli angeli, 1923), Maan tasalta (Vicino alla terra, 1924). In varie di queste raccolte è latta larga parte alla rappresentazione dell'infanzia, di cui il S. è attento e acuto osservatore.