Scrittore tedesco (Eluisenstein, Livonia, 1890 - Darmstadt 1977). Presto trasferitosi a Berlino, alternò romanzi incentrati su amori contrastati e conflitti psicologici (Die Verdammten, 1923, trad. it. 1947; Abschied vom Paradies, 1927, trad. it. 1950) ad altri d'impianto storico (Der Tod von Falern, 1921; Tsushima, 1936, trad. it. 1938). Durante il nazismo si trasferì dapprima a Roma e a Vienna, ma poi rientrò in Germania, dove il regime proibì il suo Das Reich der Dämonen (1941); il suo concetto di "emigrazione interna", con il quale in seguito intese difendere gli scrittori estranei al nazismo ma rimasti in Germania, fu duramente criticato da Th. Mann. Autore di due volumi su E. Caruso (Neapolitanische Legende, 1942, trad. it. La leggenda di una voce, 1952; Caruso in Sorrent, 1946), nel dopoguerra proseguì la sua feconda attività di narratore con romanzi (Geister werfen keine Schatten, 1955; Der Zauberlehrling, 1975) e libri di racconti (Tropische Dämmerung, 1951). Scrisse anche saggi (Ideen zur Natur- und Leidensgeschichte der Völker, 1949; Dostojewski, 1971) e opere teatrali.