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KELLOGG, Frank Billings

di Bruno Breschi - Enciclopedia Italiana (1933)
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KELLOGG, Frank Billings

Bruno Breschi

Diplomatico americano, nato a Potsdam (New York) il 22 dicembre 1856. Senatore (1917-1923), ambasciatore a Londra nel 1924, segretario di stato (ministro degli Esteri) del presidente Coolidge dal 4 marzo 1925 al 4 marzo 1929, giudice della Corte permanente di giustizia internazionale dell'Aia dal 25 settembre 1930.

Il patto Kellogg. - Il trattato internazionale, che ha preso questo nome perché promosso dal K., allora segretario di stato americano, ed è chiamato anche Patto di Parigi dal luogo di stipulazione, ripete la sua origine da un'iniziativa del governo degli Stati Uniti per porre la guerra fuori del diritto presso gli stati civili. Lo spunto a tale iniziativa fu dato da un messaggio diretto da Aristide Briand al popolo americano il 6 aprile 1927, in occasione del decimo anniversario dell'entrata degli Stati Uniti nella guerra mondiale. Vi si dichiarava che la Francia era pronta a sottoscrivere con gli Stati Uniti un solenne impegno a rinunciare alla guerra come strumento di politica nazionale, nei rapporti fra i due paesi. Nel giugno successivo, il governo francese chiese, in via diplomatica, a quello americano, se fosse disposto a concludere un trattato secondo i criterî enunciati nel messaggio; e avuta risposta affermativa, presentò un progetto di trattato di amicizia perpetua fra i due paesi.

Dopo alcuni mesi, il governo americano propose a sua volta alla Francia, invece di stipulare un trattato bilaterale, di unire i loro sforzi per ottenere l'adesione di tutte le principali potenze del mondo a una dichiarazione di rinuncia alla guerra come strumento di politica nazionale. A tale proposta il governo francese oppose notevoli riserve, sì che, non riuscendo a raggiungersi l'accordo, il governo americano assunse da solo l'iniziativa; e con identiche note, dirette, il 13 aprile 1928, all'Inghilterra, all'Italia, alla Germania e al Giappone, esposte le trattative intercorse con la Francia, chiese se tali potenze fossero in grado di partecipare a una rinuncia pura e semplice alla guerra, secondo un progetto di trattato che si allegava. Le risposte dei governi interpellati furono in massima favorevoli, pur formulandosi alcune spiegazioni e riserve sul contenuto e sui limiti del patto. Le trattative furono quindi estese ai singoli Dominions britannici, all'India, al Belgio, alla Polonia, alla Cecoslovacchia. Raggiunto l'accordo sul progetto americano, in base ai chiarimenti reciprocamente dati, si addivenne alla sottoscrizione del trattato, che ebbe luogo a Parigi, il 27 agosto 1928 - presenti, fra gli altri, i ministri Briand e Kellogg -, fra i quattordici stati che avevano partecipato alle trattative. In seguito molti altri stati, compresa la Russia, hanno accettato l'invito ad aderire al patto. L'entrata in vigore del patto, in seguito al deposito delle ratifiche, fu annunciata ufficialmente a Washington il 24 luglio 1929.

Il patto consta di un preambolo e di tre articoli. Le potenze contraenti dichiarano di condannare il ricorso alla guerra per il regolamento delle controversie internazionali, e vi rinunciano in quanto strumento di politica nazionale nelle loro mutue relazioni; esse riconoscono che il regolamento o la soluzione di tutte le controversie o i conflitti, di qualsiasi natura od origine, che possano sorgere fra loro, non dovrà essere ricercato che con mezzi pacifici. Ogni potenza contraente che cercasse ormai di sviluppare i suoi interessi nazionali ricorrendo alla guerra, dovrà essere privata dei benefici del trattato.

Quale sia il preciso contenuto e l'efficacia di questo atto è molto discusso: se esso abbia soltanto un valore morale, o anche un valore giuridico. Già dal testo stesso del trattato, e ancor più dalle riserve e dalle spiegazioni che ne hanno preceduto la stipulazione, risulta che non ogni guerra è stata condannata, ma soltanto quelle che sono condotte come mezzo di affermazione della politica nazionale. Resta quindi ammesso il diritto di difesa, inteso in senso piuttosto ampio, sì da comprendere non soltanto la difesa del territorio dello stato, ma anche di certe zone o regioni che presentano vitale interesse per la difesa dello stato. Inoltre, qualora uno stato contraente violi l'obbligo assunto col trattato, tutti gli altri sono sciolti dall'obbligo rispettivo verso di esso, il che importa che la guerra è lecita contro lo stato trasgressore. Questa è l'unica, indiretta sanzione contenuta nel patto. Quanto agli obblighi derivanti dal patto della Società delle Nazioni e dai trattati di Locarno per gli stati che ne sono rispettivamente parti, si è ritenuto che essi siano stati rispettati col patto in esame.

Bibl.: C. C. Morrison, The Outlawry of War, Chicago 1927; D. H. Miller, The Peace Pact of Paris. A study of the Briand Kellogg treaty, New York e Londra 1928; K. Strupp, Der K. Pact im Rahmen des Kriegsvorbeugungsrechts, Lipsia 1928; J. T. Shotwell, War as an instrument of national policy and its renunciation in the Pact of Paris, Londra 1929; R. Le Gall, Le Pacte de Paris du 27 Août 1928, Parigi 1930; Descamps, L'influence de la condamnation de la guerre sur l'évolution juridique internationale, Parigi 1931.

Vedi anche
Gustav Stresemann Stresemann ‹štréeʃëman›, Gustav. - Uomo politico tedesco (Berlino 1878 - ivi 1929). Fondatore della Deutsche Volkspartei (1918) e membro dell'Assemblea costituente della Repubblica di Weimar, poi cancelliere e ministro degli Esteri, fu promotore di una politica di riconciliazione, accettando il patto ... Briand, Aristide Briand ‹bri-ã´›, Aristide. - Uomo di stato francese (Nantes 1862 - Parigi 1932). Socialista rivoluzionario in gioventù, abile oratore, deputato dal 1902, si avvicinò in seguito ai radicali, contribuendo all'elaborazione della legge sulla separazione fra stato e chiesa (1905) e divenendo ministro della ... Hughes, Charles Evans Giurista e uomo di stato statunitense (Glenn Falls 1862 - Osterville, Massachusetts, 1948); governatore dello stato di New York (1907-10), magistrato della Corte suprema (1910-16) e candidato repubblicano alla presidenza (1916). Segretario di stato (1921-24), presentò alla conferenza di New York per ... Stimson, Henry Lewis Stimson ‹stimsn›, Henry Lewis. - Uomo politico statunitense (New York 1867 - Huntington, New York, 1950), repubblicano; ministro della Guerra nel governo Taft (1909-12); poi segretario di stato con Hoover (1928-32) durante l'invasione giapponese della Manciuria, formulò la cosiddetta dottrina di Stimson, ...
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