frangere
In senso letterale vale " spezzare ", " squarciare ", " rompere ": all'attivo, in Pg XXXI 16 Come balestro frange, quando scocca / da troppa tesa, la sua corda e l'arco (il Sapegno elimina la virgola del v. 17, e spiega frange come verbo intransitivo, riprendendo il Tommaseo, che si richiama al fiacca di If VII 14 non senza osservare che si tratta di costrutto " non chiaro: forse meglio intendere: Balestro frange la corda e l'arco... ". In effetti, tale uso di f., per quanto non sconosciuto al latino, è raro nell'antica lingua nostra; v. F. Brambilla Ageno, Il verbo nell'italiano antico, Milano 1964, 70). Come pronominale, in If VII 23 Come fa l'onda là sovra Cariddi, / che si frange con quella in cui s'intoppa (per Scilla e Cariddi, v. Aen. III 420-423 e per l'immagine dell'onda che si frange I 160-161, X 290). Il participio passato, con valore attributivo, ricorre in Pd XXIII 80 raggio di sol, che puro mei / per fratta nube.
In senso traslato, con costrutto intransitivo pronominale, significa " sviarsi ", " spezzarsi " (If XXIX 22 Non si franga / lo tuo pensier da qui innanzi sovr'ello), o " interrompersi ": Pg XVII 40 e 42 Come si frange il sonno ove di butto / nova luce percuote il viso chiuso, / che fratto guizza pria che muoia tutto. Ancora figurato, con costrutto transitivo, in Pd XI 49 Di questa costa, là dov'ella frange [" rompe ", Ottimo e Buti] / più sua rattezza, nacque al mondo un sole, e If II 96 Donna è gentil nel ciel che si compiange / di questo 'mpedimento... / si che duro giudicio là sà frange, " placat " (Benvenuto), " rompe " (Buti; così anche il Landino e il Daniello), " mitiga la severità della divina giustizia " (Casini-Barbi). Ma cfr. il Boccaccio, che spiega: " frange, cioè s'apre; e dimostra come le marine onde... vengono alla terra chiuse, e quivi frangendo s'aprono ", accogliendo dunque un uso intransitivo di f., per cui v. quanto si è detto per Pg XXXI 16.