LAMY (o Lami), François
Filosofo e teologo, nato al castello di Montireau (presso Nogen-le-Rotrou) nel 1636, morto a Saint-Denis l'11 aprile 1711. Dopo studî letterarî a Parigi e un'avventurosa vita militare, essendo stato salvato in un duello da una copia della regola di S. Benedetto che portava addosso, entrò nell'ordine benedettino, prendendo i voti a Saint-Remy di Reims il 20 giugno 1659. Insegnò nell'ordine filosofia e teologia, ed ebbe altri incarichi, toltigli poi per ordine del re, stante l'adesione del L. al cartesianismo. Si ritirò quindi nell'abbazia di Saint-Denis, coltivando gli studî filosofici nella corrispondenza e la conversazione col Bossuet, col Fénelon e col Ramé dei quali fu amico, e con Nicole, Malebranche, Arnaud, ecc.
Tra gli scritti, sono da ricordare, De la connaissance de soi-même, Parigi 1694-98, voll. 6 (2ª ed., ivi 1700), per cui polemizzò col Malebranche; Le nouvel athéisme renversé, ivi 1696, contro lo Spinoza; Lettres philosophiques (1703) e Lettres théologiques et morales (1708); Réfutation du Système de la grace universelle de M. Nicole, trovata manoscritta dopo la morte del L.
Bibl.: Ch. de Lama, Bibliothèque des écrivains de la Congrégation de Saint-Maur, Parigi 1882; R. P. Tassin, Hist. litt. de la Congr. de Saint-Maur, Bruxelles 1770; U. Berlière (con R. Pubourg e P. Ingold), Nouveau supplément à l'hist. litt. de la Congr. de Saint-Maur, I, Parigi 1908; J. Baudot, in Dictionn. de théol. cathol., VIII, ii, Parigi 1925, s. v.