Filosofo del diritto (Baccarat 1861 - Parigi 1959); prof. nelle univ. di Algeri, Digione, Nancy. Nelle opere Méthode d'interprétation et sources en droit privé positif, essai critique (1899), e Science et technique en droit privé positif (4 voll., 1913-24), reagendo al pensiero dei cosiddetti esegeti del codice napoleonico, escluse che l'ordine giuridico possa esaurirsi nella legge, sempre più incapace a disciplinare il numero crescente di rapporti umani, e rivendicò al l'in terprete una funzione attiva; per G. il giurista può rinnovare lo spirito della legge prima che la lettera sia modificata dall'intervento, spesso tardo, del legislatore.