Filosofo, teologo e pedagogista francese (castello di Fénelon, Périgord, 1651 - Cambrai 1715). Precorrendo i pedagogisti del sec. 18º, sostenne che nel processo educativo di un giovane era necessario unire libertà, autorità e rispetto delle propensioni naturali. In Les aventures de Télémaque (1699) immagina un re sottomesso ai valori della giustizia e propenso a cercare la felicità dei suoi sudditi. Il F. ha un posto importante nella storia del pensiero politico e teologico, oltre che pedagogico: il suo Télémaque è stato per secoli un testo classico. Egli, gradito ai cattolici per certi lati della sua opera, per altri lati riuscì accetto anche agli illuministi.
Studiò a Cahors e a Parigi; ordinato sacerdote (1674 o 1675) si adoperò per la conversione dei calvinisti (diresse anche un istituto per giovinette convertite, 1678), specie dopo la revoca dell'editto di Nantes. Fu (1689-1697) educatore di Luigi duca di Borgogna, nipote di Luigi XIV; si trovò però a disagio nell'ambiente della corte, poiché la sua appartenenza alla nobiltà e le sue idee teologiche lo mettevano in contrasto con l'assolutismo rigido e la politica di predominio e di prestigio.Nel 1693 F. entrò nell'Académie française; nel 1695 divenne arcivescovo di Cambrai. E ivi dovette ritirarsi dopo che, entrato in aspra polemica con J.-B. Bossuet per difendere le dottrine quietistiche di Madame Guyon (da lui conosciuta fin dal 1688), il F. volle, per precedere l'avversario, redigere e pubblicare frettolosamente quella Explication des maximes des saints (1697) che, nonostante accorte e sottili distinzioni volte a mitigare e correggere le dottrine di M. de Molinos, a causa anche di certe imprecisioni e imprudenze di linguaggio, non si salvarono dalla condanna pronunciata, anche dietro insistenze regali, da Innocenzo XII (1699): e a cui il F. si sottomise.
Propugnò, con massime di amorevole serietà, la necessità di conciliare autorità e libertà e assecondare la natura nel Traité de l'éducation des filles (1687), scritto per la duchessa di Beauvilliers. Il più noto dei suoi scritti è Les aventures de Télémaque (composto nel 1693 o 1694, pubblicato clandestinamente e a insaputa dell'autore nel 1699), in cui F. prospetta all'alunno Luigi di Borgogna, creduto destinato al trono, l'ideale del re sottomesso alla giustizia, desideroso della felicità dei sudditi di cui deve sapersi conciliare l'amore, disposto a sacrificare progetti d'ingrandimento, fondati anche sul proprio diritto, all'equilibrio e alla sicurezza dell'ordine internazionale. In questo trattato (e nel Traité de l'éducation des filles), F. svolge alcuni motivi pedagogici di notevole interesse: l'importanza attribuita al gioco, e in genere alle attività spontanee e serene, alle letture piacevoli, in polemica contro l'istruzione di tipo pedantesco e retorico; la polemica contro le donne falsamente intellettuali e quindi presuntuose, restando per F. riservata una educazione umanistica analoga a quella maschile solo alle donne sicuramente dotate. Delle altre opere vanno ricordate la giovanile Réfutation du système du P. Malebranche (pubbl. nel 1820), il Traité de l'existence et des attributs de Dieu, che riprende, in sostanza, un'argomentazione di tipo ontologico; i Dialogues des morts (entrambi pubbl. in parte nel 1712, in parte, postumi, nel 1718); la Lettre sur les occupations de l'Académie (1714) che proponeva, a completamento del Dictionnaire dell'Accademia stessa (1694), la redazione d'una grammatica, ma che è anche un vero e proprio trattato di estetica letteraria; gli scritti contro il giansenismo, alcuni sermoni, la copiosa corrispondenza (celebre la lettera al duca di Chevreuse per la morte, 1712, del duca di Borgogna, già erede del trono).