BARTHÉLEMY, François de
Nacque a Aubagne (Bouches du Rhône) il 20 ottobre 1747; morì a Parigi il 3 aprile 1830. Nipote del celebre abate Barthélemy e forte, grazie allo zio, della protezione del duca di Choiseul, era a 21 anni segretario di legazione a Stoccolma sotto il conte di Vergennes, nel 1775 primo segretario a Vienna col barone di Breteuil, dal 1784 al 1792 incaricato d'affari e ministro plenipotenziario a Londra, nel 1792 ambasciatore in Svizzera. Quando fu abbattuta la monarchia, la repubblica ebbe il buon senso di rinnovargli le credenziali, ed egli, uomo di vedute limitate e d'intelligenza comune, ma di eccellenti qualità burocratiche, incapace di evolversi e fedele nell'intimo al vecchio regime, ma pieno di buon senso e di tatto per far fronte col minor danno alla complessità degli eventi, seppe mantenere in efficienza, in quei momenti difficilissimi, quella importante ambasciata. Fu il principale artefice del trattato di Basilea. Benché privo, dopo tanti anni di lontananza, d'una seria base politica, fu nominato membro del direttorio; ma troppo debole per capeggiare o per rinnegare apertamente il partito realista che l'aveva portato al potere, fu tra le vittime del colpo di stato del 18 fruttidoro. Deportato, riuscì a evadere romanzescamente e a rifugiarsi prima in Inghilterra, poi in Germania. Il 18 brumaio gli riaprì le porte della Francia: il primo console lo nomina senatore, l'imperatore lo fa conte. È lontano tuttavia dall'essere un sicuro gregario imperiale: nelle sue Memorie si vanta che sia stato suo l'unico voto contrario all'elezione di Napoleone ad imperatore (voto segreto s'intende); ed è lui che firma, come presidente del senato il proclama con cui si conchiuse la seduta del 2 aprile 1814 che dichiarava decaduti l'imperatore Napoleone e la sua famiglia e sciolti il popolo e l'esercito dal giuramento di fedeltà. Waterloo lo salvò da ogni rappresaglia. La restaurazione, che fu larga con lui di onori, lo considerò come una delle personalità del regime e lo ebbe aperto cooperatore alle sue mire reazionarie. Il B. lasciò coi suoi Papiers e coi suoi Mémoires un materiale d'alto interesse per la storia della politica estera francese del suo tempo.
Bibl.: Una parte delle carte depositate dal B. al Ministero degli esteri fu pubblicata da J. Kaulek, Papiers de B. ambassadeur de France en Suisse, 1792-1797, voll. 5, Parigi 1886-1895, sotto gli auspici della Commissione degli archivî diplomatici nello Inventaire analytique des archives du ministère des affaires étrangères. Un sesto tomo è stato pubblicato da A. Tausserat-Radel, Parigi 1910. Sulla sua vita vedi i Mémoires de B. 1768-1819, editi da J. De Dampierre (Parigi 1904), nonché tutte le principali opere sulla Rivoluzione e il Direttorio. Si aggiunga E. Ströhlin, La mission de B., en Suisse (1792-97), Ginevra 1900. Un volumetto di Mémoires historiques et diplomatiques de B. depuis le 14 juillet jusqu'au 30 prairial an VII, con supplementi, fornito di un bel ritratto del B., è opera di F. L. Giraud Soulaire (d'intento apologetico).