CANROBERT, François-Certain
Maresciallo di Francia, nato a Saint-Céré (Lot) il 27 giugno 1809, morto a Parigi il 28 gennaio 1895. Entrato nell'esercito nel 1833, fu lungamente in Algeria (1835-1839 e 1841-1850). Rientrato in Francia col grado di generale, quando il principe Luigi Napoleone, presidente della repubblica, maturava il disegno della restaurazione imperiale, si diede anima e corpo al bonapartismo, e durante il colpo di stato del 2 dicembre 1851 represse i moti dei repubblicani parigini. Generale di divisione nel 1853, partecipò alla guerra di Crimea e, morto di colera il generale Saint-Arnaud, assunse, in conformità delle istruzioni segrete precedentemente avute da Napoleone III, il comando supremo dell'esercito francese d'Oriente, comando che però non tenne fino al termine della guerra, a causa dei dissensi sui disegni delle operazioni sorti fra lui e lord Raglan, comandante in capo delle forze britanniche. Tuttavia Napoleone III gli diede un segno della sua benevolenza, nominandolo maresciallo di Francia (1856).
Nella guerra d'Italia (1859) fu comandante del 3° corpo d'armata che scese per primo in Piemonte dal Moncenisio. A Torino s'incontrò, oltre che con Vittorio Emanuele II, anche con Cavour, che dovette convincere dell'opportunità di difendere indirettamente Torino, facendo "la massa" degli eserciti francese e piemomese nella regione Casale-Alessandria. Il C. partecipò alla battaglia di Magenta. A Solferino il corpo comandato da lui entrò in linea alquanto in ritardo il che provocò un periodo di crisi per il corpo d'armata di estrema destra, comandato dal generale Niel. Fra i due generali cominciò allora una disputa durata per anni, e che neppure l'azione personale e diretta di Napoleone III riuscì a sedare completamente.
Durante la guerra del 1870-71 il C. fu alla testa di uno dei corpi dell'armata di Lorena. Combatté bravamente a Vionville-Mars-laTour (16 agosto) e a Gravelotte-Saint-Privat (18 agosto) e fu rinchiuso in Metz col maresciallo Bazaine, poi inviato in Germania prigioniero, dopo la resa della fortezza. A pace conclusa, fu eletto senatore, ma non ebbe parte notevole nella vita pubblica. Il C. fu ammiratore entusiasta di Vittorio Emanuele II, che egli ebbe occasione di avvicinare frequentemente durante la campagna del 1859.
Bibl.: G. Bapst, Le maréchal Canrobert, Parigi 1898.