BOUCHER, François
Pittore e incisore. Nacque a Parigi nel 1703, vi morì nel 1770. Fecondissimo di opere, ebbe grandissimo influsso sul gusto francese - ch'egli espresse altamente - nella seconda metà del regno di Luigi XV. Suo maestro e primo ispiratore fu François Lemoine, che trattava con vigore soggetti mitologici e decorativi, ispirandosi ai maestri italiani venuti a Parigi: Pellegrini e Sebastiano Ricci, e ai grandi decoratori di Venezia, dove si era recato nel 1725. L'arte italiana influì anche direttamente sulla formazione artistica del B., che soggiornò in Italia dal 1725 al 1737 e vi poté conoscere le opere del Tiepolo. Studiò il Watteau profondamente, incidendo le sue Figures de différents caractères. Ricevuto all'Accademia reale nel 1734, l'anno stesso in cui fu pubblicato il celebre Molière, da lui illustrato, fu chiamato anche a lavorare per il re. Dal 1745 in poi la protezione di Madame de Pompadour, di cui fu l'artista prediletto, gli procurò sempre maggior favore, sì da succedere a Carlo Vanloo nella carica di primo pittore del re.
L'ampia varietà delle sue attitudini gli permise di eccellere in tutti i generi: pittura storica, paesaggio, ritratto, grandi composizioni destinate a essere tessute nelle manifatture d'arazzi di Beauvais e dei Gobelins, tra cui la serie della Storia di Psiche, e quella degli Amori degli Dei sono le più importanti (vedi arazzo). Sono conservate ancora al loro luogo originario le sue grandi tele decorative del "Gabinetto delle medaglie" del palazzo Soubise a Parigi e del gabinetto del consiglio a Fontainebleau. I migliori suoi quadri di cavalletto, fuori della Francia, sono nel Museo di Stoccolma e nella collezione Wallace, dove si trovano anche le due grandi tele ordinate da M.me de Pompadour: Le Lever e Le Coucher du Soleil. Numerosissimi disegni pieni di brio e le incisioni attestano la prodigiosa fecondità dell'artista.
Degli scolari del B. il Fragonard, il più abile, ne fu il vero continuatore, rinfrescando le forme di un'arte passata di moda rapidamente. L'opera del B., che già alla fine della vita dell'artista non aveva più il favore del pubblico, poi disprezzata dalla scuola del David, ha ritrovato oggi un'ammirazione giustificata. Fatta tutta di gioia e di luce, concepita per una società che amò anzitutto il piacere e lo spirito, è uno dei più fedeli specchi del gusto francese del sec. XVIII. (V tavv. CXXVII e CXXVIII).
Bibl.: E. e J. de Goncourt, Boucher, Parigi 1881; A. Michel, F. B., Parigi 1906; P. de Nolhac, Boucher premier peintre du roi, Parigi 1907, 2ª ed. 1925; The Connoisseur (Extra Number), F. B., Londra 1908; G. Geffroy, in Thieme-Becker, Künstler-Lexikon, IV, Lipsia 1910; H. Lemonnier, A propos des pastorales de B., in L'art moderne, 1912, pp. 215-31; C. Dreyfuss, Le mobilier en tapisseries de Beauvais d'après Boucher, ecc., in Musée de France, 1913, pp. 33-34; G. Monrey, Trois pastorales de B., in Les Arts, XIII (1914), n. 147, pp. 1-3; P. de Nolhac, F.B., portraitiste de Madame de Pompadour, in Revue de l'art, XLI (1922), pp. 193-203; E.W. Braun, Die Gobelins nach B. u. das "Meuble rose" in der Wiener Hofburg, in Belvedere, III (1923), pp. 44-49; A. Reichel, B. (Handzeichnungen grosser Meister), Lipsia 1927; W.H., Ein religiöses Gemälde von B., in Pantheon, 1929, p. 180.