Bergaigne, François
Letterato francese (sec. XVI), uno dei primi traduttori di D. in Francia. Di lui si sa molto poco: visse alla corte di Francesco I, nella quale l'interesse per D. era assai diffuso, e fu segretario dal 1521 al 1524 dei principi di Francia (addetto, come risulta da un documento scoperto dal Thomas, alla " Maison de Meissegneurs les daufins duc d'Orléans et d'Angoulesme, et de Mesdames Charlotte, Madeleine et Marguerite, leur seurs "). Non si sa se il B. traducesse l'intero poema (un inventario del Settecento, per l'esemplare presentato a Claudia di Francia, parla di " Traduction de la Comédie de Dantes "; e il catalogo dei manoscritti del collezionista settecentesco A. Petau, che possedette la copia presentata al Gouffler, parla di " Dante en vers français ") o se, come è più probabile, e più rispondente ai gusti del B., traducesse soltanto il Paradiso.
Di questa traduzione, condotta in terzine di decasillabi (pedestremente aderenti alla lettera del testo e spesso erronei nel rendere il senso) ci sono giunti solo alcuni frammenti in due codici della Biblioteca Nazionale di Parigi. Il manoscritto Nouv. acq. franç. 4119, evidentemente lacunoso, contiene la traduzione dei canti I-XI e XV-XX: fu eseguito per Antoine du Prat, gran cancelliere di Francia dal 1515 al 1527, come risulta anche da una lettera di dedica, in cui il B. (anonimo in questo manoscritto) prega il suo protettore di accettare il piccolo dono, nonostante i difetti: l'" indigèste manière de mal dicter " e l'" agreste composition ". L'altro manoscritto, Nouv. acq. franç. 4530, incompleto, contiene soltanto la traduzione dei canti I-VII: è preceduto da una dedica a Guillaume Gouffier, ammiraglio di Francia dal 1517 al 1525, da alcuni versi introduttivi (" Ceste est la troisieme partie / de la Commedie de Dantes, / qui de bon sens n'est departie, / ains par questions evidentes / donne à congnoistre en ses beaulx ditz / les joyes qui sont permanentes, / et se intitulle Paradis "), da un breve epigramma in latino " Ad lectorem " e da un'epistola in versi al Gouffier. In entrambi i manoscritti ciascun canto del poema è preceduto da un quatrain e da un argomento e seguito da un rondeau e da una déclaration in prosa del canto, che deriva dal commento di Iacopo della Lana. Entrambi i manoscritti contengono, a illustrazione di quasi tutti i canti, una miniatura: si tratta di miniature eseguite da artisti parigini fra il 1515 e il 1525, ricalcate fedelmente e senza nessuna originalità su xilografie di edizioni veneziane della Commedia apparse fra il 1491 e il 1520. Di un terzo esemplare della traduzione del B., dedicato a Claudia di Francia (morta nel 1524) si hanno solo notizie indirette: con ogni probabilità è andato perduto.
Bibl. - V. alla voce Francia (particolarmente i contributi di A. Counson, A. Farinelli, L. Dorez, P. Durrieu e W. P. Friederich) e inoltre: L. Auvray, Les manuscrits de D. des bibliothèques de France, Parigi 1892, 129-136; A. Thomas, Note sur F. B. traducteur de D., in " Revue des bibliothèques " II (1892) 455; C. Del Balzo, Poesie di mille autori intorno a D. A., V, Roma 1897, 5-19 (pubblica alcuni frammenti della traduzione); C. Morel, Les plus anciennes traductions franfaises de la D. C., Parigi 1895-1897 (pubblica alcuni frammenti della traduzione e riproduce le miniature).